Sono passati tre anni da quando Sappada, accompagnata da un eloquente โBentornats in Patrieโ, รจ rientrata in Friuli-Venezia Giulia. Una lunga contesa quella con il Veneto, di cui il Piave รจ stato silenzioso spettatore. Ora lโaquila araldica vola su questa bella localitร montana, incastonata nel Comelico, tra le Dolomiti e le Alpi Carniche, a 1250 metri di altitudine. E sorveglia i numerosi turisti che ogni anno affollano le piste da sci e i sentieri del bosco, che si snodano tra abeti, faggi e sorbi. La cittadina ospita una comunitร orgogliosamente germanofona ed รจ suddivisa in quindici borgate, di cui Hoffe รจ il nido delle Famiglia Brovedani che qui gestisce il Ristorante Laite (Tre Forchette nella guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso 2020). Un'insegna ormai piรน che maggiorenne, che non accusa perรฒ il passare del tempo.
Laite. Il ristorante
Lโedificio, di evidente ispirazione alpina, coniuga materiali primitivi come legno e pietra, e infissi di colore azzurro, resi ancora piรน belli da vivaci vasi di gerani. Lโambiente interno รจ incantevole: due salette rivestite di legni antichi e due stube, una del Seicento e lโaltra dellโOttocento, a riscaldare lโatmosfera. I tavoli sono pochi e di forma circolare, allestiti con elegante semplicitร : tovaglie bianche, posate dโargento ed esili bicchieri in cristallo, che riflettono la luce di vecchi lampadari in latta. Un tuffo nel passato che profuma di Cirmolo.
La chef Fabrizia Meroi
Tuttavia, se nelle sale il tempo sembra essersi fermato, non si puรฒ dire lo stesso per la cucina, assorta in un continuo divenire creativo, che si apre a felici intuizioni. A tessere il filo della fantasia รจ Fabrizia Meroi, cuoca autodidatta, che dopo anni di gavetta in Friuli, Veneto e Carinzia, ha sviluppato una propria filosofia gastronomica, laica ed estremamente personale. Un amore profondo e sincero quello per il proprio mestiere, coltivato con sensibilitร e tenacia, che le รจ valso il prestigioso Premio Michelin โChef Donna 2018โ. Unโulteriore conferma del talento della Grand Dame, che giร brillava nel firmamento dellโAlta Cucina Italiana, dal 1997. Eppure, nonostante i grandi successi, il finale della storia non รจ ancora stato scritto e le idee continuano a fiorire, giorno dopo giorno.
Cosa si mangia da Laite
Il menu del ristorante segue il ritmo delle stagioni e della reperibilitร dei prodotti, senza eccessivi โ e talvolta inutili โ virtuosismi. Una passeggiata nel bosco, con sentieri che arrivano fino in capo al mondo, se necessario. Una passeggiata nel bosco, con sentieri che arrivano fino in capo al mondo, se necessario. Il chilometro zero, infatti, non รจ un dogma. E allora ecco che portate spericolate si alternano ad altre piรน caute, in un'antologia di materie prime di pregio, stagionali, spesso (ma non sempre) locali, con quell'uso puntuale delle erbe della zona, raccolte dalla stessa Meroi nei boschi vicini.
I piatti del menu
La proposta estiva, segna il superamento di un momento difficile e vuole essere uno sguardo fiducioso al futuro, con colori, sapori e profumi, ancora piรน intensi. Pesci dโacqua dolce, funghi, erbe spontanee e โ immancabile โ selvaggina da pelo, recitano un ruolo da protagonisti. Il menu degustazione Verpai, composto da cinque piatti a scelta (80โฌ), piรน contenuto rispetto i piรน ricchi Plissn e Asou, rispettivamente di dodici (125โฌ) e otto portate (95โฌ), coglie lโessenziale, senza causare rimpianti. Unโofferta gastronomica che tende allโequilibrio, nata da un evidente lavoro di ricerca e studio sui singoli ingredienti.
Temolo in carpione di miele, maionese di tartufo, arancia e misticanza
Sottile, morbida e agrodolce รจ la panatura che veste e avvolge le delicate carni di questo pesce dโacqua dolce, sempre piรน raro sulle nostre tavole. Un morso umido e compatto, contraddistinto da un flebile ricordo mielato, che diventa piรน vivido quando accompagnato dalla setosa maionese al tartufo. Ovviamente, di varietร Tuber Aestivum. Ma รจ il twist dโarancia a legare tutti gli ingredienti fra di loro. Le note agrumate abbracciano quelle vegetali dellโemulsione verde e alcalina entro cui nuota il temolo, alleggerendole, con il fine ultimo della complementarietร . Freschezza e tensione minerale rendono la bocca vivace e affamata, ancor di piรน.
Tortelli allโuovo, anice di bosco e funghi porcini
Un cuore giallo, denso e fondente, avvolto da una pasta stesa a mano, spessa e porosa, capace di assorbire tutti i profumi del gustoso condimento. Burro, porcini e anice di bosco, di lunga persistenza palatale. Lโuovo, prima e dopo, come protagonista e come comparsa, che trova godimento nella stagionalitร . Il cucchiaio affonda, il tuorlo fuoriesce, ma i sapori restano, non si confondono. Scrigni di ricca semplicitร , che meritano lโassaggio.
Capriolo, sale al pino, lampone, chili, pinoli e catalogna
Sul menu non manca mai, รจ una costante. E la bassa temperatura lo rende tenero e succoso. Ma รจ il sale al pino, con la sua spinta balsamica, ad arricchirne il gusto, differenziandolo. Pochi fiocchi, adagiati in superficie, e qualche ago croccante. Sul lato destro, coulis ai lamponi a infittire il sottobosco. Subentra unโaciditร lieve, piacevole, che โsgrassaโ il pinolo e, con freschezza, eleva il chili โ seppur appena percettibile. Compaiono quindi note floreali, vagamente riconducibili allโibisco. Poi lโamaro, che sfida il dolce e vince.
Mammella, latticello, uova di trota, olivello spinoso e fieno
ร servita in una ciotola di terracotta, immersa per metร in una delicata e tiepida crema di latticello. Un gusto deciso, per certi versi animale, che riporta immediatamente alla vita nelle malghe, dove nulla รจ โ ed era โ sprecato. Ma ecco che le note lattiche lasciano il posto a quelle fresche e fruttate dellโolivello spinoso: poche gocce, preziose e centellinate, che contengono sapide uova di trota. E il boccone continua a โcrocchiareโ, grazie ad alcune primizie: trifoglio, achillea e fiori di borragine. Il fieno, appunto.
Sorbetto alle foglie di fico, ricci di mare, cioccolato bianco e porcini
Con questo eccellente pre-dessert si ha lโillusione di stare in riva al mare, anche in alta montagna. Ed รจ talmente goloso che puรฒ sostituire il dessert. Acido, sapido, dolce, amaro. Un incalzante climax di sapori, che diverte e appaga. Sotto il sorbetto cโรจ una crema al cioccolato bianco, arricchita con della polvere di porcini, a riconferma del legame indissolubile con il territorio, anche quando questo sembra essere lontano.
Laite. La sala
In sala cโรจ Roberto Brovedani, marito di Fabrizia e sommelier sopraffino, che suggerisce โ e racconta โ i migliori abbinamenti con il vino, attingendo da una cantina molto ben fornita e internazionale, che presta particolare attenzione ai viticoltori estremi. Una carta dei vini profonda, di oltre sessanta pagine, per un viaggio enoico davvero entusiasmante.
Sia in cucina che in sala regna la passione, che unisce e rafforza, ma soprattutto accomuna. Anche la figlia Elena infatti, dopo alcune importanti esperienze in Italia (lโultima alla Torre del Saracino da Gennaro Esposito), ha deciso di rientrare a Sappada per unirsi allโattivitร di famiglia, dove oggi accoglie con eleganza e consapevolezza i commensali, facendoli sentire come a casa. Una gioventรน curiosa โ e contagiosa - la sua, capace di ovattare le eventuali disattenzioni.
Ed รจ proprio questa continuitร emotiva a rendere il Laite un luogo dove il sole, letteralmente, non tramonta mai.
Laite - Sappada (UD) - Borgata Hoffe, 10 - 0435 469070 - https://www.ristorantelaite.com
a cura di Kevin Feragotto