Quasi tutti i ristoranti hanno dovuto ritoccare i prezzi finali. L’82%, per la precisione, secondo il Rapporto 2023 dell’Osservatorio Ristorazione: una scelta dettata dal rialzo dei costi, che riguarda soprattutto le bollette di luce e gas, che ad aprile hanno registrato un 16.7% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno, in aumento anche le materie prime (+12.1%). Eppure la voglia degli italiani di andare al ristorante non sembra scemare. Anzi: l’Osservatorio Confimprese-Jakala ha rilevato che nel periodo compreso tra gennaio e aprile, i consumi nella ristorazione hanno segnato una crescita del 17.9%.
Gli italiani al ristorante: i numeri continuano a crescere
Che si tratti di revenge effect? In parte sì, c’è un senso di rivalsa dopo gli anni del Covid che spinge a mangiare fuori casa, recuperando le occasioni perdute, facendo tutte quelle esperienze che sono state proibite – a fasi alterne – per quasi due anni. Ma non solo: l’offerta è in costante crescita, sempre più sfaccettata e specializzata, dai locali monotematici ai ristoranti vegani, dalle cucine straniere allo street food. Altro motivo è il flusso di turisti: secondo i dati Istat solo nei mesi di gennaio e febbraio c’è stato un incremento del 45.5% delle presenze complessive, con un +70.5% registrato dagli stranieri. Il merito, poi, è anche delle nuove aperture di grandi catene internazionali, come Pret A Manger, che da pochissimo ha aperto il suo primo punto vendita italiano all’aeroporto di Milano Malpensa. Oppure EL&N – acronimo di eat, live and nourish – una delle catena di caffetterie più “instagrammate” al mondo grazie al suo design total pink, che di nuovo ha scelto Milano come sede per il suo approdo in Italia.
I format italiani che funzionano
E poi ancora Starbucks, che è arrivato da poco al centro di Roma, grande brand internazionale che sembra aver già conquistato il pubblico della Capitale. Naturalmente, anche le aziende italiane stanno lavorando bene, ampliando il loro raggio d’azione. Bomaki ne è un esempio: la catena di “uramakerie” dal look pop e la cucina nippo-brasiliana nel 2013 ha creato un format di successo che conta più sedi a Milano, ma anche a Torino, Venezia e infine a Roma, dove si è insediato da poco ed è già pronto a raddoppiare. Altra formula vincente è quella di Miscusi, locale nato a Milano nel 2017 e dedicato al più classico dei prodotti italiani, la pasta fresca: una piccola impresa che ha funzionato fin da subito, e che ora può fare affidamento su un’altra sede meneghina.