Non è il primo e non sarà l'ultimo, di certo Il Federale è uno dei più longevi e, nonostante tutto, considerato da una certa benevolenza in paese e fuori. È un'istituzione a gestione familiare, in attività da svariati decenni, un posto con una cucina anni Ottanta e un menu chilometrico completato da piatti del giorno con intramontabili hit come i frutti di mare serviti nella foglia di radicchio e gli spaghetti all'astice, della buona carne cotta sulla pietra ollare e (spoiler) "medaglioni del duce" e mousse di Claretta. Un posto come tanti all'apparenza se non fosse dichiaratamente un mausoleo del Ventennio fascista, dove il duce è assoluto protagonista delle sale. E proprio in una di quelle sale, nei giorni scorsi, lo chef romano Rinaldo La Mattina ha scattato una foto con busto del duce e saluto romano, che il Gambero Rosso ha pubblicato in esclusiva.
Il ristorante fascista di Artena
Il borgo di poco meno di 15mila abitanti, con tanto di Museo del Rugby "fango e sudore" e a qualche minuto dal lago di Giulianello, è diventato noto solo qualche anno fa quando al civico 8 di via Michelina sono arrivati diversi giornalisti spinti da alcuni fatti di attualità. Era l'estate del 2017 e a seguito di un'inchiesta di Repubblica la Digos aveva fatto irruzione nello stabilimento Punta Canna di Chioggia per una serie di episodi, manifestazioni e veri e propri comizi inneggianti al Duce tenuti dal titolare dello stabilimento. In quell'occasione i riflettori dei giornali si accesero anche sul locale della signora Adelaide e famiglia.
«Storace, Rauti, Alemanno: sono venuti tutti, è apologia questa? È storia, è un'epoca che vogliono cancellare ed è sbagliato» dichiarava senza essere ripresa in una puntata di Agorà Estate. In quel video venivano mostrati i cimeli, le foto d'epoca, i busti, le bottiglie di vino etichettate Il Federale con il volto di Mussolini, e anche le immagini della festa dei camerati celebrata ogni 28 ottobre in ricordo della marcia su Roma, con i partecipanti a intonare a squarciagola «Faccetta nera, bell'abissina|Aspetta e spera che già l'ora si avvicina|Quando staremo vicino a te|Noi te daremo un'altra legge e un altro Re».
La storia e la farsa
Alla domanda di Alice Andreoli, la giornalista che realizzò il filmato, sulla possibilità che un posto del genere avrebbe potuto offendere la memoria degli ebrei date le leggi razziali emanate nel '38 da Benito Mussolini, che portò l'Italia in una guerra dove sono morte milioni di persone, un - presunto - avventore, stavolta ripreso dalla telecamera a tavola davanti a un carnet di antipasti, rispondeva «Dovremmo allargare un pochino lo spettro, non è che la parte rossa del mondo abbia fatto cose meno nefande. Penso che senza fare del male a nessuno e rispettando l'idea di tutti ci debba essere la libertà di frequentare un locale perché ricorda o ci sono dei cimeli di Benito Mussolini o andare a visitare la tomba di Benito Mussolini al cimitero di Predappio come fanno migliaia di persone».
Sentire la parola "libertà" associata in qualche modo al nome del Duce fa lo stesso effetto di un'unghia sulla lavagna, però in paese il ristorante godeva e gode di buona fama. «Mio suocero è stato prigioniero, il fascismo mi mette paura, il ristorante no perché ci conosciamo da sempre» diceva ai microfoni una signora del posto, mentre un ragazzo poco dopo dichiarava: «La storia si ripete in due momenti, una volta in forma di tragedia una volta in forma di farsa. Questa è la farsa e io non vi partecipo».
Le opinioni su TripAdvisor e il vino "nero" della casa
In un'altra intervista sempre del 2017 ai microfoni di ECG, il programma allora condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, la radio dell'Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma, Adelaide - madre adottiva di un bimbo di colore, peraltro - affermava «Da noi possono venire tutti, basta che rispettino le mie regole. Ma in particolar modo vengono persone di destra. Sono i clienti che preferisco». Tutti tranne le coppie gay troppo espansive. «Ma che stai a scherzà? Se sono gay e non dicono niente ok, mica se entra una coppia di amici gli chiedo se vanno a letto insieme. Ma se poi si scambiano effusioni non lo accetto».
Con una valutazione di 4 pallini su 5, Il Federale è amato e odiato sulla piazza di recensioni più libera, discussa e discutibile del web. C'è chi parla di un servizio lentissimo ma di un cibo più che dignitoso, chi di un luogo «che trasuda nostalgie orribili», chi di un locale piacevole, molto curato nell'arredamento "a tema storico" con ottima cucina e «il vino (nero) della casa». Certo è un posto che funziona da anni , «un ristorante come un altro» secondo alcuni utenti. Dove però, pensiamo noi, anche la più succulenta e tenera delle bistecche di Tomawak diventa un boccone che rimane incastrato in gola di fronte alla targa che troneggia al bancone, e che reca le ultime parole del Duce: «Vorrei soltanto che un giorno gli Italiani sapessero ricordare che li ho soprattutto amati, e che ogni mio atto e pensiero furono rivolti alla grandezza dell'Italia». Difficile credere che questa sia storia.