Con la scomparsa di Marino Giannoni se ne va un pezzo di storia della ristorazione italiana. 92 anni quasi tutti passati a prestare servizio in sala, con l'inconfondibile eleganza di signore d'altri tempi, la capacità innata di stare al passo con il passare delle stagioni, la sua figura sorridente era indissolubilmente legata al locale di famiglia in cui ha trascorso gli ultimi 20 anni, sempre in prima linea. Al punto da essere diventato – in età già avanzata - una vera star, e la sua tartare preparata al tavolo un'attrazione che richiamava estimatori da fuori regione.
Pepe Nero di Prato
Al Pepe Nero di Prato la sua era un figura centrale, lo è stata sin dalla sua nascita nel 2002, quando con il figlio Mirko ha dato vita a quello che sarebbe diventato uno dei più importanti ristoranti della città, anche grazie all'arrivo qualche anno dopo di Sara Sanesi, moglie di Mirko, sommelier che al Pepe Nero si occupa anche della sala sempre in coppia con Marino; in cucina, a duettare con Mirko, c'è oggi Alberto Sparacino, un Arnolfino che dal 2021 è l'executive del Pepe Nero. Un nuovo acquisto che ha saputo dare una spinta alla cucina: originale, sì, ma sempre profondamente territoriale.
80 anni di lavoro in sala
Cameriere e maître sin dal 1943, capace di un savoir fair di cui ormai si perdono le tracce, Marino incarnava una figura romantica, fonte inesauribile di aneddoti e premure, un mito nella città che ha colpito al cuore chiunque lo abbia incontrato nel suo girovagare gastronomico.