Dove mangiare a Napoli. I 14 migliori ristoranti secondo il Gambero Rosso

20 Nov 2023, 08:47 | a cura di
Maradona, Posillipo, pizza e babà. Ma Napoli stupisce sempre di più con una proposta gastronomica internazionale ed eclettica, Ormai lontana dagli stereotipi. Ecco i migliori indirizzi della Guida Ristoranti d'Italia 2024

Sì le pizze, d’accordo i cuoppi, la pasta e patate, le sfogliatelle. Però quest’anno dimenticatevele a San Gregorio Armeno mentre ammirate quel capolavoro d’artigianato che sono i presepi famosi in tutto il mondo. A “Napul’è mille culure”, quindi non c’è più solo la tradizione “da cartolina” in cima all’agenda del buongustaio. Locali di design, bistrot, cocktail bar e fine dining disegnano infatti un profilo gastronomico per nulla banale, grazie anche a chi investe e scommette sul capoluogo, vedi Giuseppe Iannotti di Kresios a Telese Terme (neo triforchettato sulla guida), o Marco Ambrosino, ex 28 Posti a Milano tornato oggi al sole del Sud, che firmano le due novità cittadine dell’edizione 2024 della guida Ristoranti d'Italia.

Dove mangiare a Napoli, i migliori ristoranti

177 Toledo

Ristorante. La base per l’altezza: la base è Luminist col “tutto caffè” – espresso, filtro, moka, a freddo - dolci super e fine bistrot. L’altezza è l’Anthill, i suoi cocktail, il lunapark di tapas, la terrazza con vista tra Certosa e Quartieri. E infine, e più di tutto, la tavola regina del Toledo. Ma anziché dividere per due – ricordate il triangolo isoscele? – per misurare superficie e portata della nuova “impresa” di Giuseppe Iannotti qui si deve moltiplicare. Per l’unicità della sede (Gallerie d’Italia, Caravaggio, Gemito e le mostre), il peso del partner (Intesa) e il modo in cui tutto è proposto. Consci di dover essere se stessi, ma pure diversi: diversi dalla vicina Telese (dove si Krèsios, il suo quartier generale) e diversi perché Napoli è Napoli, e tabacchiere di legno qui, si sa, il banco dei pegni non ne piglia. Ecco allora i “bocconi” giocosi dello chef, raccolti in menu cartelle della tombola, farsi più caldi e tondi, meno “intellettuali” ma sempre sartoriali, come si deve alla città dell’eleganza addosso. Sartoriale (e abbordabile) la cantina, affidata alle mani fresche e al racconto di Zaira (in consulto con Alfredo Buonanno). Due menu (top a 170) e la chance di tre “cose” (piatti è banale) a scelta. Un gran bell’inizio. E tante puntate ancora da scrivere.

177 Toledo - via Toledo, 177, quinto piano - 081 18181380 - giuseppeiannotti.it/177-toledo/

Archivio Storico

Ristorante. Movida “borbonica”, gestita con eleganza. Ricordano il Regno che fu quadri e suppellettili di questo locale dalle mura in tufo ambientato sotto il calpestio stradale e con soffitti a volta e dall’aria quasi da speakeasy. Si beve bene e si mangia con la doppia formula bistrot/ristorante con la consulenza di Marco Ambrosino, tornato a Napoli dopo l’esperienza milanese del 28 Posti. Quattro percorsi al bistrot con pani diversamente “cunzati” e taglieri misti. In carta “vera” invece, parmigiana, crudo di mare, baccalà, polpette e lattuga ripiena. Tra i primi spiccano lo spaghettino, ristretto di pesce e zafferano, pesce bianco marinato, olio di foglie di limone. Creme, una alla carruba, l’altra alle rose e una terza alla mandorla, per chiudere. Carta dei vini - e ancor più dei cocktail - interessante. Servizio veloce rispetto alla pressione.

Archivio Storico - via A. Scarlatti, 30 - 081 19321922 -archiviostorico.com

Aria

Ristorante. In questo salotto di classe nel cuore della città partenopea Paolo Barrale propone una cucina dove fantasia e tecnica non perdono di vista l’obiettivo finale: il piacere. Nei piatti si combinano elementi e profumi del Sud con contaminazioni internazionali (come ne “Il Ramen Fuori dalla Norma” a base di udon di grano duro, dashi di melanzane, pomodoro e ricotta salata di mandorla, link tra Sicilia e Asia). Brillano in genere i primi, come gli intensi tubetti cotti in acqua di frutti di mare, sconcigli, fagiolini e pecorino. Golosi e non banali dessert e piccola pasticceria. Carta dei vini di livello raccontata a dovere dalla sommelier Serena De Vita. Servizio attento e professionale. Due i percorsi degustazione sono disponibili con servizio di pairing.

Aria - via Loggia dei Pisani, 2-14 - 081 8430195 - ariarestaurant.it

Cap'Alice

Bistrot. L’insegna ammicca al mare (presente con crudi e piatti forti), ma a guidare i giochi è il vino, passione del titolare, con focus sulla linea “natural”. È un'ottima opzione per pranzo, quando è possibile scegliere da una lista più ristretta ed uscire felici e non appesantiti anche da un conto umano. La sera la carta è più elaborata (insalata di seppie e polpo con verdure di stagione, ad esempio), ma sempre dipendente da quello che offre il mercato. Buoni i dolci, ambiente piacevolmente disinvolto.

Cap'Alice - via G. Bausan, 28 - 081 19168992 - capalice.com

Il Comandante del Romeo Hotel

Ristorante. Un ritorno felice e pimpante quello del Comandante e di chef Salvatore Bianco dopo la ristrutturazione che ha innovato qui contenitore e contenuto. Che riapre ai piani alti del suo hotel regalando clima, vista, mise en place (tavoli neri marezzati da nuance metalliche), particolari curati (carta acque e ampia e lussuosa offerta al calice), ma soprattutto sorrisi. Dall’accoglienza con acqua agrumata “marina” alle finte-vere napoletanità dell’amouse (soffritto, ma vegetale, e chiodini travestiti da ciccioli nella pizza & ricotta); dallo spaghetto al pomodoro servito come pre-dessert (indovinatissimo) alla lunaparkiana macchina delle granite - premio speciale Miglior pre-dessert sulla guida - giocattolo da adulti bambini, che la sforna a tavola. In mezzo lo “scavo” felice sul “pomo d’oro”; la de-banalizzazione dello spaghetto di seppia; il “no waste” del gambero di cui si mangia – di gusto - proprio tutto. Assistenza e consigli all’altezza del cibo. Carta dei vini ricca… in ogni senso: anche in un certo numero di ricarichi probabilmente “difensivi”, ma davvero dorati.

Il Comandante del Romeo Hotel - via C. Colombo, 45 - 081 0175001 - theromeocollection.com/it/romeo-napoli/

George Restaurant del Grand Hotel Parker's

Ristorante. Facile citare qui il panorama (a picco su Napoli e il Golfo), l’eleganza, il lusso, la storia. Facile dire: l’accoglienza, la competenza, i sorrisi. E facile (ed è il bello) apprezzare i piatti, i vini, le loro emozioni. Facile vuol dire che qui tutto va, senza problemi. Domenico Candela ha vissuto buona parte dei suoi percorsi formativi Oltralpe. Ma già alla lettura del menu si evince netta la mediterraneità di piatti in cui anche l’esotismo di alcune materie viene riassorbito entro i canoni gustativi del Bel Paese. Desumere un percorso dai titoli – i menù sono vari, compositi e fiancheggiati da una piccola carta – potrà stimolare la curiosità? Eccone alcuni piatti: La via della seta, Green, Pro-fumo, 4 aprile 2012, Raggio di sole, pomod’oro… Con contenuti che vanno dalla santificazione della zucchina al Carnaroli con gamberi rossi cotto in estrazione di foglie di limone fino alla “memoria” - con data - di un foie gras delle Landes. Puntuali e sartoriali i pairing. Possibilità di degustare al calice tutte le etichette presenti in carta (oltre 500). A livello tutto lo staff.

George Restaurant del Grand Hotel Parker's - c.so Vittorio Emanuele, 135 - 081 7612474 - georgerestaurant.it

Ieri, oggi, domani

Trattoria. Pesce fresco a vista, anche per preparazioni fuori menù, in un locale accogliente in zona Stazione Centrale. Anche pizze, in una ventina di varianti, e tra gli antipasti la peculiarità delle due "zizze" (mozzarella), una di terra e una di mare (farcita con tartare di gamberi rossi di Mazara, bergamotto e bisque di gamberi). Tra i primi il Panaro della Regina, cesto di pizza con gamberoni, spada, frutti di mare, melanzane e “piennolo” del Vesuvio, e le due paste e patate, con provola o con funghi. Tra i secondi di carne o pesce spicca la ricca zuppetta di mare. Buoni crudi, e dolci home made. Cantina centrata sui campani. Servizio cordiale ed efficiente. Anche un B&B, Domus Vesuvio, a completare l’ospitalità.

Ieri, oggi, domani - via Nazionale, 6 - 081 206717  - ierioggiedomani.it

Opera Restaurant

Ristorante. Cucina creativa e ben presentata in un curato locale underground, organizzata in vari menù degustazione (incluso un piacevole vegetariano) e sostenuta da una carta dei vini misurata, ma con eccellenti referenze. In tavola, quindi, carciofo ripieno alla napoletana, sfera di gambero ripiena di burrata, germogli di campo, cialda al nero di seppia e caviale di Campari, spaghettone vongole, friarielli e cocco, baccalà e insalata di rinforzo. Cortesia e atmosfera.

Opera Restaurant - via Simone Martini, 2/4 - 338 6847227 - opera-restaurant.it

Palazzo Petrucci

Ristorante. La location bellissima, con vista che abbraccia tutto il golfo di Napoli, potrebbe mettere in secondo piano il cibo. Ma la mano di Lino Scarallo, tra i punti fermi della recente scuola napoletana, rimane ben salda e “costringe” il cliente a restare concentrato sui piatti sfornati dalla bella cucina a vista. Vari i menu proposti, dai "mano libera" dello chef (5 o 7 passi per 100 o 150 euro); il terra e il vegetale “mangiafoglie” (a 100), quello di pesce con crudo (150) o il signature (120), con dentro i piatti storici dello chef, come la lasagnetta di mozzarella di bufala e crudo di gamberi con salsa di piselli o la celebre, copiatissima stratificazione di pastiera napoletana. Servizio adeguato al contesto. Carta dei vini ampia e di peso, con varie verticali da cui attingere, ma a prezzi decisamente commisurati.

Palazzo Petrucci - via Posillipo, 16c - 081 5757538 - palazzopetrucci.it

RestaQmme

Ristorante. Dalla crescita al consolidamento il passo è fatto, dopo due ristrutturazioni che hanno reso il locale sempre più “glam”, tra luci soffuse e arredi e con un servizio dalle buone performance. Genny Parlati, esperto patron, ha poi puntato su una chef competente e sempre in evoluzione. Magdalena Buczynska - che ha ottenuto il riconoscimento Tradizione Futura sulla guida Ristoranti d’Italia 2024 - ha rigore nordico e mano ferma e precisa, espressa in piatti come i petali di salmone marinato a secco, cavolo rosso, creme fraiche e cialdine di pane ai cereali; gli ’ndunderi (pasta fresca d’origini amalfitane) con vongole, crema di pecorino fumé, erbe aromatiche; la manzetta prussiana, salsa ai sette pepi, whisky torbato e friarielli. Bei dolci. Anche privée da dieci coperti con soffice colonna sonora.

RestaQmme - via Lucilio, 11 - 342 5268598 - Facebook

ScottoJonno

Ristorante. Una vecchia conoscenza, un procidano che sbarca a Napoli passando da Milano. È Marco Ambrosino, ex 28 Posti, che Luca Iannuzzi, tycoon e patron anche di Archivio Storico ha voluto fortemente qui. La struttura dal timbro Liberty era l’antica Tesoreria di Stato ed è iscritta in una Galleria Principe che pare voler tornare ai fasti della Belle Epoque. Della storia, la ricca biblioteca, i pezzi d’arte, ci sarebbe molto da dire. Ma il focus qui è sul gourmet (più bar e bistrot) e il suo format. Tre percorsi: Piccolo Cabotaggio, 5 portate a 80 euro, Medio Raggio, 8 a 110, e Lungo Corso, 10 a 140. Tutti basati su tecniche e idee avanzate, ampio spazio al vegetale, fermentazioni già nel cuore dello chef. Pomodoro, mandorla, tartufo nero, olio d’argan e noce moscata come eloquente inizio. Spaghettini, acqua di pasta fermentata, miso di legumi; pesce bianco alle spezie mediterranee, peperoncini, rose, olio di mirto; tajine di zucchine, zucchine fermentate, olio di lentisco per continuare. Finale in linea, con liquerizia di pomodoro, blu di bufala, pera, mandorla, lievito. Cantina ben ragionata. Servizio di livello.

ScottoJonno - Galleria Principe di Napoli - 081 3533418 - Facebook

scottojonno bar napoli

Sea Front PastaBar del Pastificio Di Martino

Ristorante. Il regno della pasta, vetrina e frontline strategicamente posizionata nella città del Vesuvio di un “re” della pasta, il noto Pastificio Di Martino. Che sciorina qui, tradotte in preparazioni sorridenti e accorte, tutte le potenzialità della sua gamma, declinate secondo le infinite combinazioni tra varietà dei propri formati e generosità di ricette (dalla genovese ai matrimoni con mare, molluschi e crostacei, dalle gustose chance vegetariane a quelle più originali e creative) del repertorio partenopeo e campano. Un servizio efficace e dinamico gestisce a dovere sia l’accoglienza in sala che una adeguata cantina.

Sea Front PastaBar del Pastificio Di Martino - p.zza Municipio, 1 - 081 18496287 - Facebook

Salumeria UPnea

Bistrot. Un rifugio culturale e composito tra cibo e arte (fotografia in primis, specchio emozionale della città) e in cui fioriscono scambi relazionali tra i clienti e con i gestori, ben supportati dal personale. Musica di vinili (tanti, rari i bis) e antipasto tessuto di bocconi caldi e freddi mai noiosi. Tra gli hit la polpetta con sorpresa Polpot, i best seller ragù, genovese e “poverello”, e il gran raviolo di ricotta, stracciata di bufala, gamberi di Mazara e mentuccia. Nero casertano, tonno o baccalà a seguire. Panini gourmet e dolci intriganti. Cantina misurata ma interessante. Piacevolissima la “calata” stagionale nel vico antistante che si fa “appendice” del locale. UpNea è anche in Spagna col progetto NAP, Neapolitan Autenthic Pizza.

Salumeria UPnea - via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 35 - 081 19364649 - salumeriaupnea.com

Veritas

Ristorante. Nella "terra di mezzo" panoramica tra centro e collina Stefano Giancotti, mai fermo, rinnova ancora la sua “casa”: e dopo vari restyling e un ormai consolidato cambio ai fornelli, ecco la Private Room, per incontri fini ed esclusivi con la buona cucina. Che qui è materica, memore della tradizione, ma sorretta da pensiero libero e senza vincoli. Tre menù: 5 Iniziale a 80 euro; 6 Armonia a 100; 7 Sensualità a 120 (più il Consulazione, pranzo domenicale a 60 euro), tutti con possibile pairing ben ideato dal sommelier Alfredo Raucci. L’accoglienza è avvolgente senza inutili formalismi. Ed è “Veritas” anche sotto questo profilo.

Veritas - c.so Vittorio Emanuele, 141 - 081 660585 - veritasrestaurant.it

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