La prima metà del 2024 sarà ricordata, dalla famiglia Iaccarino, come un momento epico. E non solo per la riapertura della casa madre, a Sant'Agata sui Due Golfi, dopo una ristrutturazione importante, con interventi strutturali e un rinnovamento che ha interessato l'edificio principale, letteralmente smantellato, e la corte con il patio nel giardino. Ma anche per due nuove aperture che allargano la collezione firmata Don Alfonso 1890, oggi presente in 5 continenti anche grazie all'impulso dato dal coinvolgimento di Ernesto e Mario Iaccarino, figli di Livia e Alfonso, nell'attività di famiglia. Proprio grazie alla nuova generazione la Don Alfonso Consulting & Distribution ha registrato una decisa accelerata negli ultimi anni, raccogliendo e rilanciando quella spinta imprenditoriale familiare con intuizioni che sarebbero poi state seguite da molti. Decano degli italiani all'estero, il Don Alfonso ha portato per la prima volta la sua ospitalità di marca campana fuori confine 15 anni fa, al Mamounia di Marrakech, sempre rimanendo fedele al suo progetto nativo. Iaccarino è, da sempre, sinonimo di mediterraneità. Segno di riconoscimento, una cucina chiara, comprensibile, godibile, e un'ospitalità calda e affabile che racconta il vivace stile Iaccarino. Fatto di materie prime straordinarie, quelle coltivate a Punta Campanella nell'azienda agricola Le Peracciole, in cui Don Alfonso, ben prima che formule come km.0 e materie prime del territorio diventassero di moda, ha spesso tempo e fatica per avere a disposizione del suo ristorante i migliori prodotti. Tassello centrale nel sistema Iaccarino che potrebbe presto trasformarsi in una nuova destinazione inserita nell'universo Don Alfonso, ma che da sempre foraggia la cucina di tesori alimentari, figli di quella terra magnifica, ultima propaggine affacciata su Capri.
Da Punta Campanella al resto del mondo per una pasta al pomodoro sempre uguale
È da lì che arrivano olio, ortaggi, passate di pomodoro. Le stese che si trovano in mezzo mondo, e non solo a Sant'Agata sui Due Golfi. Parte integrante dei progetti di consulenza nel mondo è infatti la possibilità di avere materie prime il più possibile coerenti con quelle impiegate nell'ammiraglia. Così, per esempio, se per alcuni prodotti freschi - pesce, funghi, tuberi o altri prodotti, secondo le sedi – ci si rifornisce dai produttori locali, per altri ingredienti ci si rivolge direttamente alla Costiera. Questo realizza la magia di uno spaghetto al pomodoro uguale in tutto il mondo. Possibile perché si usano gli stessi spaghetti, lo stesso olio, lo stesso pomodoro al Don Alfonso 1890 di Toronto nell'iconico Westin Harbour Castle (una stella Michelin), o a quello in Nuova Zelanda, in una tenuta di 900 ettari con 8 suite e un'azienda agricola a servizio del ristorante. Ma la stessa materia prima si trova anche in un altro format, chiamato Casa Don Alfonso in cui si declina una cucina sempre marcatamente mediterranea, ma più casual, semplice e conviviale. Una proposta casalinga che anima il Gran Lisboa Hotel di Macao, o al Ritz Carlton di St Louis, in Missouri, dove – racconta Mario Iaccarino – hanno delle mele straordinarie. Valorizzare le filiere locali è un obiettivo dichiarato, insieme all'idea di esportare un'italianità piena, fatta di sapori e di valori. Quelli che la famiglia Iaccarino porta in ogni sua apertura.
Le aperture del 2024 di Don Alfonso
Due sono le nuove aperture che accompagnano questo 2024: due nuovi Don Alfonso 1890 - insegna che identifica il fine dining con una proposta il più possibile fedele a quella che si trova nella Penisola Sorrentina - in Portogallo, al Legacy Hotel Cascais, e in Cina a Palazzo Versace nel Grand Lisboa Palace di Macau. Design moderno, tonalità calde di ispirazione portoghese nel primo, al Curio Collection by Hilton, 45 coperti e una doppia proposta: più informale per il pranzo, più vestita per la cena, quando il resident chef Nicola Restaino – insieme ad Andrea Astone, executive del gruppo per le consulenze – elabora una proposta che ricalca la carta attuale del Don Alfonso 1890 di Sant'Agata sui Due Golfi, con qualche piccola possibile variazione, frutto della scoperta dei prodotti del territorio, come per esempio il pesce imperatore, un dentice da fondale, profondo nella consistenza delle carni. La sostanziale affinità di produzioni e stagioni consente di viaggiare con lo stesso passo in Portogallo come in Italia.
Differente il caso della Cina, dove il Don Alfonso 1890 dialoga con lo stile Versace, sontuoso e molto riconoscibile con i decori tipici della maison. Qui opera il resident chef Federico Pucci, che mixa i prodotti de Le Peracciole con materie prime che seguono la stagionalità locale e i mercati, come quello di Hong Kong, per il pesce. Una contaminazione a doppio senso che regala a chef Ernesto anche nuove suggestioni, come nel caso della zuppa di pomodoro in crosta di pane con granchio reale in carta in questo momento dl Don Alfonso 1890.