La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno e chiude anzitempo la collaborazione tra chef Emin Haziri e il Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, cominciata meno di 5 mesi fa. La rottura, spifferata sui social da Dominique Antognoni (come sempre bene informato) è confermata dai diretti interessati. Alla riapertura, il 7 giugno, non ci sarà più Emin Haziri a guidare la cucina del Petit Royal e di tutto l'hotel. «Le strategie delineate per il futuro del ristorante Bistrot Royal sono profondamente cambiate rispetto all’origine del rapporto di collaborazione» spiega lo chef in una nota ufficiale.
Voci di corridoio raccontano di un cambio di direzione nella proposta dell'hotel: niente più fine dining. Sussurri smentiti da Sergio Barathier (uno dei soci) che replica convinto: «Non è assolutamente vero, stiamo trattando con uno chef». Eppure l'ipotesi di un cambio di offerta pareva credibile dato che la proprietà ha già la sua ammiraglia al Caffè Nazionale di Aosta, insegna cugina del Royal, con cui condivide parte dei soci. Tanto più che alla guida della cucina ad Aosta c'è quel Paolo Griffa resident chef a Courmayeur fino allo scorso anno. La sua uscita ha dato il via a una stagione movimentata: anche il direttore Claudio Coriasco è rimasto appena pochi mesi, tornato al Montana Lodge & Spa a La Thuile e al Grand Hotel Courmayeur Mont Blanc - «l'offerta del gruppo R Collection non la potevo perdere» spiega. Un periodo turbolento che Barathier non esita a definire «un passaggio completamente a vuoto di 4 mesi» lasciando intendere che anche l'uscita di scena di Cerasco sia stata in qualche modo agevolata dalla proprietà.
Chiunque arrivi alle cucine del Petit si troverà a gestire un'eredità pesante, con un'infilata di nomi importanti alle spalle e una situazione tutta da ricostruire da capo dopo pochissimi mesi in cui, a quanto pare, il ristorante aveva lavorato bene, merito di una cucina di valore ma non esasperata e di una politica di prezzi intelligente. Lo stesso Barathier conferma che alla base della rottura non c'è una questione di risultati. «Abbiamo preferito cambiare lo chef, siamo stati insieme sei mesi, siamo partiti in un modo ma poi le cose sono cambiate: non c'era compatibilità con lui. Forse eravamo abituati troppo bene prima, con Paolo Griffa». Che pareva avesse ancora voce in capitolo sulla pasticceria, quando è arrivato Haziri: «Abbiamo un buon rapporto con Paolo che ci ha aiutato lo scorso anno» spiega Barathier.
Il Grand Hotel Royal di Courmayeur non è nuovo a qualche piccola bufera mediatica, come quando si è diffusa la voce della chiusura della struttura, smentita sempre da Barathier che - come riportato da Ansa - parlava invece di una possibile ristrutturazione, o come per l'uscita di Maura Gosio, chef dal 2012 al 2017, che raccontava alla Stampa un addio pieno di amarezza. Molto diplomatico, invece Haziri che spiega: «Terminata la stagione invernale, ho scelto di chiudere l’esperienza non trovandomi in sintonia con i nuovi obiettivi della proprietà lontani dal mio concetto di fine dining. Sono al momento proiettato all’apertura del Procaccini Milano, dove avrò l’opportunità di esprimere integralmente la mia idea di cucina».