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Chissà se Silvano (non valevole Ciccioli) si soffierà il naso col pettine, stavolta. L’occasione da celebrare così è l’apertura di un locale con il suo nome, quello del lunare personaggio di una canzone di Enzo Jannacci, scritta con Cochi e Renato e che il medico-cantautore veicolò con un insolito videoclip ante litteram girato nell’anno di grazia 1980, con lui che girava in pattini per il centro di una Milano così differente che non era ancora nemmeno da bere.
Un quartiere multietnico
Da bere invece ce ne sarà molto e pure buono da Silvano in piazza Morbegno, nel cuore di NoLo, il primo luogo-acronimo della nuova Milano multietnica, “quartiere tra i quartieri, luogo nuovo, tra centro e periferia, dove hanno imparato subito a coesistere, con complice scambio, la Milano antica e quella altrettanto viva della contemporaneità. Noi, che abbiamo fatto nascere questo locale e ci lavoreremo, ci crediamo davvero a No-Lo, luogo superficialmente definito un po’ hipster, in realtà multietnico, senza barriere e con un’anima vera. Prima di noi tra queste mura c’era un panettiere di cui abbiamo restaurato e implementato il laboratorio”. A parlare è Cesare Battisti, l’oste di Ratanà, che per chi non lo sapesse è una delle più convincenti osterie contemporanee all’ombra (letteralmente) dei grattacieli di Porta Nuova.
Tutto attorno a un grande forno
Silvano ruoterà attorno al grande forno ereditato dalla precedente attività, da cui uscirà non solo pane ma ogni cibo somministrato, compreso l’insalata russa, che promette già di essere il prossimo must cittadino. Una cucina da scarpetta (“più un obbligo che un’opzione”, ridacchia Battisti), di fagioli e cipolle, di ragù, di patè di fegatini, di vitello tonnato. Tanto vale approfittarne, anche perché non ci saranno altri fuochi o fornelli. In cucina ci sarà Vladimiro Poma, per anni collaboratore di Battisti al Ratanà, Poma porta da Silvano la sua idea di cucina milanese e le suggestioni recate dai suoi tre anni in Perù. Il suo piatto preferito, non a caso, è la ceviche di palamita, che naturalmente sarà assaggiabile in piazza Morbegno.
Tanti vini naturali
Il bere, dicevamo. I vini in carta saranno per lo più naturali, non per scelta modaiola ma perché Jannacci (e Silvano stesso) oggi berrebbero così. Si privilegiano produttori etici, sostenibili, coerenti. Nessun mostro sacro, però: le etichette ruoteranno spesso e ci sarà spazio per tutto e per tutti.
Estetica vintage
Il locale si rifà volutamente a un’estetica della Milano che non c’è più (ma quale città c’è più?), un po’ anni Settanta, un po’ anni Cinquanta. Battisti e Poma se lo immaginano popolato di Silvani, di Rini, di Armandi, di personaggi con la faccia un po’ così di chi ha visto Porta Genova. Lampade vintage, vetrine in ferro battuto, porte del tram, un lungo bancone di 14 metri a cui si siederanno dodici commensali incoraggianti all’interazione tra loro e con la brigata. Perché la ruota la gira, e di Silvano c’è sempre bisogno.
Silvano. Vini e cibi al banco - Milano - piazza Morbegno, 2 – 02 72193827 - www.silvanoviniecibi.it
Aperto dal mercoledì al venerdì dalle 18,30 alle 24, il sabato e la domenica anche dalle 12,30 alle 15,30. Chiuso lunedì e martedì.