Non sei in Africa, nรฉ il continente รจ venuto da te. Azzeriamo le parole โesoticoโ, โetnicoโ, โsafariโ. E teniamo a mente che โcucina africanaโ non vuol dire un bel niente perchรฉ ognuno dei 54 Stati ha la sua particolare gastronomia, per quanto sconosciuta allโOccidente. Non รจ un eccesso di political correctness ma lโapproccio che dovremmo avere di fronte ai ristoranti che stanno riscrivendo la gastronomia di Londra, dal premiatissimo Ikoyi dello chef Jeremy Chan, a due passi da Piccadilly, al piรน recente Akoko fresco di stella Michelin ottenuta a febbraio 2024. Il primo lo abbiamo amato fin dai suoi esordi, soprattutto grazie allโiconico platano fritto, avvolto dalla piccantezza profonda del peperoncino Scotch Bonnet affumicato in casa, dura da ingoiare, almeno inizialmente, il sapore infatti รจ stato ammorbidito per andare incontro al gusto occidentale.
Akoko a Fitzrovia
Il secondo si รจ fatto le ossa piรน recentemente a Fitzrovia, quartiere alto borghese della capitale inglese, sotto la guida del suo fondatore, il nigeriano Aji Akokomi, e dello chef Ayo Adeyemi, nato in Scozia da genitori nigeriani. Entrambi questi ristoranti, insieme a Chishuru della chef Adejokรฉ Bakare (la prima donna nera a ottenere il macaron a Londra), sono stati catalogati come protagonisti della ribalta della cucina africana occidentale. Ma se racchiudere Ikoy nella West African Cuisine รจ una camicia di forza lessicale (le influenze nella cucina di Chan sono tantissime, in primis quelle asiatiche), Akoko รจ probabilmente il vero interprete di questa definizione, per quanto รจ in fin dei conti parziale.
Stupore per qualcosa che non conosciamo
Attingendo in gran parte alle cucine di Nigeria, Gambia, Senegal e Ghana, i piatti di Adeyemi tolgono a tratti il fiato, ma non c'entrano niente gli effetti scenografici dell'affumicatura al tavolo, le sferificazioni della cucina molecolare spagnola, o i menu degustazione da decine di portate, neppure le tecniche blasonate, e a volte pure un po' noiose, di stile francese. ร la scoperta di ingredienti sconosciuti che guida il percorso, la piccantezza dolce e spietata che ti abbraccia: che meraviglia! I menu degustazione sono composti da nove/dieci portate, niente scelta ร la carte, ma ci sono interessanti opzioni vegetariane e vegane. Iniziamo incredibilmente con un cioccolatino che si mangia ovviamente con le mani. Alla base un souffle farcito con una crema di yassa, il tradizionale pollo marinato del Senegal, in mezzo una sfera di cioccolato bianco Waina. Mordi e mette il turbo con il fegato di pollo nascosto allโinterno: la consistenza vellutata dร equilibrio al tutto. Nel frattempo, nessuno ci serve lโacqua. Ma รจ meglio cosรฌ.
Servizio da alta cucina inglese
Il servizio รจ come te lo aspetti da un ristorante di alta cucina inglese, un misto di attenzione e informalitร : si sta bene. In Italia รจ difficile trovare uno stile simile, piegati come siamo allโidea di sala un poโ antica, molto ingessata, dove i ristoranti che ambiscono alla stella Michelin, o che giร ce lโhanno, sembrano una squadra di nuoto sincronizzato. Cโรจ chi ti allaccia pure il bavaglio. Una noia mortale. Invece, lโidea di una sala che consacra i tuoi momenti, dove ogni tanto puoi versarti un bicchiere dโacqua, o un calice di vino a chi mangia con te, rende lโesperienza piรน vera. Piรน bella. Akoko inciampa solo con il tovagliolo, piegato mentre fai la pausa bagno. Non serve, un servizio in sottrazione arricchisce lโesperienza. In ogni caso, la salaย รจ ottima, anche grazie a un ritmo di portate ben scandito: in meno di due ore si mangiano una decina di portate e si รจ salvi dai sequestri di persona. Londra ha tanto da insegnare al resto dโEuropa.
L'incredibile Moi Moi
L'ostrica รจ quella che ci ha convinto meno. Cotta alla brace, farcita di stufato di arachidi (gambian stew) e di tatase, il peperoncino nigeriano dalla punta dolce; non รจ entusiasmante. Non importa perchรฉ poi arriva uno dei piatti migliori della serata. Il Moi Moi: quando lo hai finito continui a pensarci per parecchio tempo. In Nigeria si chiama anche Moin Moin, รจ una preparazione originaria dellโetniaย Yoruba โ ma che si mangia un poโ in tutto il West Africa โ a base di fagioli dallโocchio nero (piรน scuri rispetto ai nostri), cipolle, peperoni, spezie e una miscela di pesce secco/salato che gli garantisce la spinta necessaria.ย Lo metti in bocca, wow! Adeyemi lo serve come un budino solidoย avvolto in foglie di banano. ร la sua semplicitร a renderlo incredibilmente interessante. Al Moi Moi si accompagna un pesce di stagione, nel nostro caso un trancio di triglia rossa cotta sui carboni, laccata, semplicemente perfetta.
Uno strano fungo: strepitoso
Con la rana pescatrice si sale ancora. Cotta benissimo, la polpa รจ gustosa, naviga dentro una salsa che riprende lo stufato ayamase a base di peperoni verdi, qualche goccia di sosu kaani, ilย ketchup piccante senegalese, e poi sopra un fungo stranissimoย a forma di cono: strepitoso, peccato non essersi appuntati il nome. Entra in scena un altro simbolo del West Africa: il riso Jollof. Tutte le famiglie dellโAfrica occidentale lo cucinano. Da Akoko accompagna uno splendido agnello di razza Herdwick, nota per il suo manto nero, avvolto da una foglia di cavolo, una crema alle melanzane e accompagnato dallo shito diย peperoncino piccante ghanese. Ma dicevamo del Jollof Rice: รจ nato nel XIV secolo durante lโImpero Wolof, che si estendeva tra Senegal, Gambia e Mauritania. Adeyemi lo serve seguendo una ricetta di famiglia che combina peperoni rossi, pomodori, brodo di pollo, riso tostato e soffiato con spezie. Giocoso, profumato, insolito.ย
L'arte della brace
Lโarte della brace, che da Akoko รจ una costante, si esprime in tutta la sua perfezione con il Suya, ilย tradizionale spiedino di carne speziata: noi abbiamo mangiatoย โox tongueโ, la lingua di manzo. Scioglievole e burrosa grazie al midollo spennellato durante la cottura sui carboni. Pure i dolci sono buoni: il gelato con note affumicate e piccanti indimenticabile, grazie allโUda, la spezia dellโAfrica occidentale nota anche come Pepe di Selim.
Racchiudere Akoko e il suo chef poco piรน che trentenne in definizioniย condivise sarebbe una forzatura. ร presto per poterlo fare. Ma dallโinizio alla fine, nella fucina di Fitzroviaย tutto รจย interessante, curioso, divertente. Mangiare qui fa smettere per un attimo di pensare come degliย Occidentali.