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Sono stati tra i primi artefici di quel rinascimento gastronomico dei Castelli Romani, che ha dato il là a una schiera di locali freschi, moderni, che vivono in pieno le istanze più attuali della gastronomia internazionale, prime tra tutte i vini naturali, le fermentazioni, la capacità di rileggere con agilità e nuove prospettive i classici del territorio senza temere contaminazioni e innesti inattesi. Stiamo parlando di: Sara e Carla Scarsella e Matteo Compagnucci, ovvero i ragazzi di Sintesi (all'apertura, nel 2020, non facevano 90 anni in tre) locale che ha proiettato i Castelli di nuovo sotto i riflettori della ristorazione d'autore. Oggi i ragazzi sono cresciuti, non solo anagraficamente (un secolo in tre), ma anche e soprattutto professionalmente, al punto da avviare un nuovo progetto insieme ad Andrea Cingolani (classe ‘92), capo partita presso il ristorante di Ariccia negli ultimi due anni, socio e ideatore con i tre di questo nuovo locale. Sempre ai Castelli, ovviamente.
Tinello di Castel Gandolfo
Si chiama Tinello il nuovo locale che nasce come spin off dall'anima informale di Sintesi, un spazio che attinge alla tradizione locale rinnovandola con spirito contemporaneo: tinelli erano chiamate infatti le tipiche osterie dei Castelli Romani, in cui l’oste vendeva il vino di propria produzione, e al vino rimandano il torchio e le stampe alle pareti. La versione 2.0 del tinello è un bistrot con pareti in pietra e tavoli in legno, che mette insieme vini artigianali, anche biodinamici, e prodotti del territorio selezionati con attenzione e rigore, li elabora in piatti (anche in condivisione) che attingono alla cucina castellana ma senza costrizioni, per definire una proposta agile e pienamente godibile, in linea con un format ristorativo che a Roma come in altre zone d'Italia riscuote sempre più successo, spesso nati come costola di altri, come nel caso di Ruvido, Avanvera, Ruvido: cantina (a cura di Carla Scarsella e dal sommelier di Sintesi Loris Paolini) con vini, sakè, birre e una piccola carta di cocktail, menu smilzo, che non segue le canoniche divisioni in portate, ma si sviluppa secondo il susseguirsi di piatti in sintonia con la disponibilità delle materie prime e lo spirito della cucina.
Tinello a Castel Gandolfo: cosa si mangia
Al centro di tutto c'è la materia prima, i prodotti stagionali e di prossimità. Ma anche lo spirito di condivisione, l'idea di un menu (elaborati in team dai 4 soci) che si muove a mano libera secondo l'estro del momento e i dettami dell'orto di proprietà in piatti semplici, diretti ma non per questo meno godibili. Al centro ci sono la pasta fresca realizzata in casa con la trafila in bronzo e i vegetali. Dalla casa madre arrivano il pane di Elisa Di Brigida (collaboratrice storica di Sintesi che con gli chef si occupa anche dell’orto) e i dolci curati da Matteo Compagnucci e dal pastry chef Matteo Montagnani. Il resto lo fanno l'atmosfera accogliente e lo spirito di condivisione, merito anche del bancone e della cucina a vista.
Tinello - Castel Gandolfo - Via Vigna Di Corte, 6 - 06 24597135 - tinellobistrot.it/