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THE BEST IN ROME & LAZIO
Diego Vitagliano
Inizia col botto l'anno di Diego Vitagliano, dopo un 2022 denso di soddisfazioni, con il restyling del marchio, il riassetto della sede di Bagnoli (oggi 1.300 mq tutti dedicati alla pizza), l'approdo a Doha nell'autunno dei mondiali di calcio per portare – diceva – un po' di Italia in un campionato che ha visto gli Azzurri a bocca asciutta e, soprattutto, la conferma delle sue pizzerie di Napoli e Pozzuoli tra le migliori non solo del capoluogo campano, ma anche dell'intera penisola, stabilmente al vertici della guida Pizzerie d'Italia di Gambero Rosso, in cui conquistano i Tre Spicchi, con un punteggio, per entrambe, di 94/100.
Successo anche fuori dai confini nazionali: è di qualche giorno fa la notizia che Big 7 Travel – portale di consigli di viaggio di portata internazionale - lo pone sul gradino più alto della lista delle 50 migliori pizzerie del mondo (dove al quinto posto compare Pier Daniele Seu, al numero 34 Franco Pepe e al numero 17 Ciro Salvo con la sede londinese di 50 Kalò, ai vertici anche della nostra Top Italian Restaurant), merito della sua abilità di lievitista e di una creatività che si applica tanto alle classiche Margherita e Marinara – cui dedica gran parte dei suoi menu – quanto nella pizze più originali. “Diego Vitagliano offre qualcosa di veramente speciale” spiega il portale. Questo – dicevamo – il bilancio dell'anno appena trascorso. Per il futuro prossimo, Vitagliano punta al poker e cala un altro asso, annunciando la sua quarta apertura, stavolta all'ombra del Colosseo, ad arricchire una scena cittadina sempre più interessante.
Il panorama della pizza a Roma
Dopo Gino Sorbillo con Lievito Madre ormai quasi 3 anni fa, bissato dopo circa un anno all'ultimo piano della nuova Rinascente di via del Tritone, e Ciro Salvo che ha aperto a luglio scorso, arriva a Roma un altro grande maestro lievitista campano. Cresce dunque il panorama della pizza capitolina, seguendo un binario multiplo: da una parte la classica romana, sottile e scrocchiarella, valorizzata nelle ultime stagioni da nomi quali Jacopo Mercuro (180 grammi), Sami El Sabawy ('A Rota), Luca Pezzetta della pizzeria Clementina di Fiumicino (dove la romana convive accanto ad altre tipologie), dall'altra le interpretazioni più o meno originali alla classica napoletana, glorificate da grandi pizzaioli, tra gli altri i veterani Giancarlo Casa e Stefano Callegari (sempre più ristoratore a tutto tondo, patron anche di Romanè e di Armare), insieme ai più giovani ma già solidissimi Pier Daniele Seu di Seu Pizza Illuminati, Ivano Veccia da Qvinto, o ancora Alessio Muscas di Sbanco o Giovanni Di Lallo che da Proloco Pinciano offre una versione più autarchica.
10 Diego Vitagliano a Roma
Per il suo approdo capitolino, Vitagliano punta sugli ampi spazi del locale che è stato, nella sua ultima gestione, la sede al Fleming di Lievito Pizza&Birra. Un palazzetto cielo terra, con giardino e terrazza in via Flaminia: 650 mq e 320 coperti complessivi, equamente distribuiti tra la sala al primo piano e i due spazi esterni. A fare da cerniera, una sala al piano terra con un grande bancone bar centrale, pensato per accogliere gli ospiti prima di sedersi ai tavoli o anche solo per un aperitivo. Anche qui, infatti, la carta offre ben più di qualche soddisfazione sul fronte beverage: birre ovviamente, artigianali e alla spina, ma anche vini con un focus sulle produzioni laziali e campane, a stringere un legame tra gli orizzonti gastronomici delle due regioni valorizzato anche negli abbinamenti dal sommelier presente in sala, cocktail con signature e grandi classici, e poi ancora fermentati come idromele, sidro e kombucha, e distillati ad accompagnare l'offerta gastronomica che punta tutto sui classici da pizzeria.
Cosa si mangia da 10 Diego Vitagliano a Roma
In menu fritti campani e non (come crocchè di patate, montanarine, frittatina di bucatini, arancino speck e noci, spaghetti aglio e olio fritti), calzoni fritti e al forno, tutto anche in versione gluten free che poco o nulla fa rimpiangere alla versione classica, insalate di tutti i tipi, ma soprattutto pizze: una ventina in tutto, con topping e basi diversi, tra nuove proposte e grandi classici del pizzaiolo, raccontate in una carte che pare un'antologia in 7 capitoli in cui non manca anche un percorso di degustazione.
Si parte con Marinare e Margherite, dove alle versioni Storiche si affiancano alcune più originali come la ‘Faccia Gialla’ con passata di datterino giallo, aglio, origano del Matese, trito di Mandorle e olio alla nocciola. Ci sono poi le Old School come la ‘Provola e Pepe scottata’ con pomodoro pelato San Marzano, pomodorini datterini scottati, provola di Agerola, pepe, Grana Padano, basilico riccio napoletano, olio evo e Le Speciali tra cui la celebre ‘4 Casi Campani’ con caciocavallo podolico, Blu di Bufala, pecorino Carmasciano, fiordilatte di Agerola, pomodorini semidried, crumble multicereali, basilico riccio napoletano e olio di sedano o la ‘Pistadella’ con fiordilatte di Agerola, mortadella Favola, pesto di pistacchio di Sicilia, olio evo.
Sono diverse per struttura per le Croccanti cotte alla pala (per esempio la ‘Carrettiera’ con impasto ai friarielli, salsiccia di suino dei Campi Flegrei, provola di Agerola, cremoso al parmigiano e friarielli), Le Fritte e al Forno con doppia cottura, come la ‘Genovese’ con sugo alla genovese, spezzatino sfilacciato, provola di Agerola, Grana Padano, pepe cuvè, basilico riccio napoletano o la ‘Margherinara’ con pomodoro San Marzano DOP, fiordilatte di Agerola, Grana Padano, Piennolo rosso del Vesuvio, origano del Matese, olio evo fruttato intenso e le Rustichella, nata espressamente per questa quarta sede prossima ad aprire.
L'omaggio a Roma di Diego Vitagliano
Se, infatti, la proposta è quella classica firmata Vitagliano - qui affiancato dal pizzaiolo Claudio Abate - qua e là compare qualche omaggio alla tradizione capitolina: il supplì, per esempio, che arricchisce la lista di classici fritti campani, e la pizza Rustichella che richiama la tonda romana scrocchiarella, per esempio la ‘Patanella’ con prosciutto cotto arrosto di suino dei Campi Flegrei, patate al forno speziate, Grana Padano, provola di Agerola e basilico riccio napoletano. Punto fermo: l'alta digeribilità, che nel caso della sua classica si basa su un impasto indiretto con prefermento di tipo 1 bio, alta idratazione, lievitazione di 36 ore. A stringere ancora di più il legame con la città, la collaborazione con Giorgia Proia di Casa Manfredi.
Il conto alla rovescia è partito, e già si scaldano i forni (6 di cui 3 a legna e uno dedicato al senza glutine) per l'apertura prevista nella prima settimana di febbraio a confermare e rilanciare un format solidissimo, ma con qualche adeguamento alla scena cittadina.
10 Diego Vitagliano – Roma – via Flaminia 525 - https://www.diegovitagliano.it
a cura di Antonella De Santis