Le ultime settimane del Noma. Progetti per il futuro
Poco più di un anno fa Rosio Sanchez apriva la taqueria che porta il suo nome – Hija de Sanchez – nel cuore di Copenaghen, a Torvehallerne. Natali americani, da Chicago, ma origini dichiaratamente messicane, la giovane chef era arrivata qualche tempo prima in Danimarca, per approdare alla corte del Noma come sous chef. E così per una volta la storia non comincia narrando le gesta del protagonista, anche se quando ti chiami Renè Redzepi è difficile non catalizzare tutti i riflettori in modo esclusivo. Specie se tra poco più di un mese uno dei ristoranti più apprezzati del mondo, il Noma di Copenaghen, chiuderà i battenti definitivamente per lasciare il posto all’ennesimo esperimento dello chef che ha rifondato la Nordic Cuisine, portandola ai vertici dell’alta ristorazione internazionale. E così, dal 2017, l’insegna di Strandgade come l’abbiamo conosciuta finora non esisterà più, in attesa che la fattoria urbana di Christiania – il nuovo quartier generale di Redzepi e della sua squadra – sia operativa, dall’estate prossima. Intanto però, i mesi di chiusura offriranno l’opportunità di sperimentare un nuovo pop up a migliaia di chilometri di distanza dalla regione artica, in Messico. Ed ecco che Rosio Sanchez torna in gioco dalla porta principale.
Noma Mexico. Con Rosio Sanchez
Proprio all’allieva di Redzepi spetterà il compito di sostenere il suo maestro nell’ennesima avventura gastronomica lontano da casa, dopo gli esperimenti vincenti di Tokyo e Sydney messi in scena negli ultimi due anni. Con lei lo chef si è mosso negli ultimi mesi alla scoperta della penisola dello Yucatan, per scoprire ingredienti e tecniche da prendere in prestito per il pop up messicano, tra mole, chile, frutti di mare, ricette ancestrali. Ma per dirla tutta, lo chef danese - come ha più volte ribadito – l’amore per la cucina messicana (e per il Paese del Centro America, “la mia casa adottiva”) lo porta nel sangue da più di un decennio, quando durante un viaggio in Messico scoprì per la prima volta a Merida il gusto intenso dei tacos al pastor, restandone particolarmente impressionato. Di lì a scoprire le tortillas e tutte le altre preparazioni millenarie della cultura gastronomica locale il passo fu breve, e scoccata la scintilla il Messico divenne meta prediletta per le vacanze di famiglia e i viaggi di ricerca, tanto da poter ammettere che l’influenza della cucina messicana è già viva sulla tavola di Copenaghen.
Cenare sotto le stelle a Tulum. Per 600 dollari
Dal prossimo aprile, per oltre un mese (dal 12 aprile al 28 maggio), Tulum diventerà la nuova casa del Noma, per riscoprire intorno a una tavola molto esclusiva le origini della cucina messicana. Al lavoro per regalare ai danarosi commensali un’esperienza irripetibile ci sarà la squadra dello chef al completo, 90 persone pronte a confrontarsi con ingredienti e preparazioni nuove. Ma solo pochi fortunati avranno l’opportunità di scoprire in prima persona il pop up: una cena al Noma Mexico costerà ben 600 dollari, necessari per coprire i costi dell’ingente mobilitazione di mezzi e forze. Le prime indiscrezioni parlano di un allestimento informale nella località costiera circondata dalla giungla, con sala all’aperto, come la cucina che lavorerà principalmente col fuoco, le griglie e il laboratorio per produrre tortillas fresche con l’aiuto di cuochi del posto. Ma solo a cena, “perché a pranzo a Tulum si va tutti in spiaggia”.
Le prenotazioni online saranno aperte dal prossimo 6 dicembre, e c’è da scommettere che neanche la cifra da capogiro spaventerà i fedelissimi di Redzepi: l’anno scorso tutti i posti a disposizione per cenare al pop up australiano andarono esauriti in poco più di un minuto. Potere di uno degli chef più venerati al mondo.
Noma Mexico | Messico | Tulum | dal 12 aprile al 28 maggio 2017 | prenotazioni dal 6 dicembre http://noma.dk/mexico/
Hija de Sanchez | Copenaghen | Torvehallern, Frederiksborggade, 21 | http://www.hijadesanchez.dk/
a cura di Livia Montagnoli