Nel piccolo comune di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, i tortelli di carne e vino Bardolino chiusi e annodati a mo’ di fazzoletto si chiamano nodi d’amore, e ogni anno vengono celebrati in un’importante sagra. Tranne quest’anno: per la prima volta dopo la pandemia il paese non avrà la sua festa.
Il Nodo d'Amore di Valeggio sul Mincio
«Siamo fiduciosi che comprenderete la necessità di questa decisione e ci impegniamo a superare queste sfide al fine di poter tornare a festeggiare il tortellino insieme a voi il prima possibile» ha scritto l’associazione Nodo d’Amore. Questa del 2024, però, è solo una pausa: «La notizia è arrivata a marzo» spiega la Pro Loco di Valeggio sul Mincio al Gambero Rosso, «periodo in cui di solito iniziavano i preparativi. Il prossimo anno, però, sicuramente le cose andranno a buon fine». L’intoppo di questa edizione è stato di natura tecnico-logistica, ma l’associazione si affretta ad assicurare che la specialità locale può essere comunque gustata in tutti i ristoranti tipici della zona.
Il tortellino nato come pegno d'amore
Pasta all’uovo ripiena di carne di manzo, maiale, pollo, sedano, carote, cipolle, vino Bardolino e, in alcuni casi, pane grattugiato, solitamente consumata in brodo di carne oppure condita con burro e salvia, e una dose generosa di grana. È questa la ricetta del mitico tortellino che ha fatto la storia del paese, tradizionalmente consumato durante la festa su lunghe tavolate di circa seicento metri.
Ma come nascono i tortellini? La leggenda narra di una bella storia d’amore della fine del Trecento: un soldato delle truppe viscontee che si era accampato nei pressi del comune con il suo esercito, si era innamorato perdutamente di una Ninfa, con la quale si rifugiò nelle profondità del fiume Mincio per non essere catturato. I due amanti lasciarono infine sulla sponda del fiume un fazzoletto di seta dorata annodato come simbolo del loro sentimento. Da quel giorno, tutte le ragazze della zona cominciarono a preparare dei tortellini a forma di fazzoletto, i “nodi d’amore”, per ricordare la storia della Ninfa e il soldato nella prima metà di giugno.