Non c’è pace in questa caldissima estate 2023 per clienti e ristoratori. Dopo la polemica sui due euro in più per il piattino di condivisione, o per il sovrapprezzo applicato per il taglio a metà del toast, a movimentare la ristorazione è una nuova polemica: pagamento con carta o contanti?
Lo scrittore Lorenzo Tosa e la vicenda del Bancomat rifiutato
Nell’occhio del ciclone una gelateria di Genova che ha rifiutato il pagamento con carta (o Bancomat) allo scrittore Lorenzo Tosa che, in un post pubblicato su Facebook ha denunciato l’accaduto: “Ci sediamo nel dehor di un bar gelateria del centro di Genova e ordiniamo un the, due canestrelli e un pezzo di focaccia. Terminata la consumazione, entro per pagare e, una volta all’interno, scopro questo inequivocabile cartello che tappezza il locale, sul bancone e davanti alla cassa: “No carte. No Bancomat”.
Tosa ha fatto presente all’esercente di non avere contanti disponibili e che invece lui fosse obbligato a usare il Pos, Tosa continua il racconto: “Gli faccio allora presente, con tono calmo, che non sono io tenuto a cercare un Bancomat, ma è lui obbligato ad accettare qualunque forma di pagamento valida, anche fosse per un centesimo. Lui, tutto baldanzoso: 'La carta non è un pagamento valido'.”
La questione è proseguita, come spiega Tosa nel post di Facebook: “Inutile spiegargli che si tratta di una sua fantasiosa interpretazione della legge. Lo informo allora che non uscirò a cercare alcun Bancomat né me ne andrò senza pagare. Non mi lascia altra scelta che chiamare la Finanza per segnalare la cosa. Il titolare a quel punto se la ride con l’aria di chi è convinto di saperla lunga. 'Faccia pure. Tanto poi vinco il ricorso'.”
Com’è finita la vicenda? Lo scrittore ha chiamato la Guardia di Finanza che ha multato l’esercente come previsto dalla legge: 30 euro e il 4% in più del valore della transazione stessa.
Pagamento con carta o contanti, sì o no?
Si riaccende la polemica sull’obbligo – già in atto dal 2022 per legge – di utilizzare strumenti di pagamento digitale da parte degli esercenti. Le questioni da portare sul tavolo del confronto sarebbero varie: le commissioni meno alte che chiedono gli esercenti, la possibilità di snellire i pagamenti che chiedono i clienti, il tracciamento delle azioni fiscali che chiede lo Stato.
Anche questa vicenda ha diviso il popolo dei social: c’è chi si è espresso a favore dell’azione di Lorenzo Tosa, chi ha criticato l’atteggiamento; in un secondo post di Facebook, Tosa ha replicato: “Se rifiuti il Pos e, di conseguenza, ogni possibile tracciamento, diventi invece eroe, martire e ribelle anti-sistema”. Insomma, l’estate è ancora lunga: occhio agli scontrini!