I cocktail di Nio. Non serve che ghiaccio
Chi dovesse conoscere solo ora NIO Cocktails, potrebbe ragionevolmente pensare che l’idea che ha ispirato i suoi due fondatori, Luca Quagliano e Alessandro Palmarin, sia nata proprio in periodo di pandemia, tanto il progetto si sposa bene con le chiusure che hanno drasticamente interrotto le attività dietro al bancone dei bar: cocktail già miscelati e selezionati da Patrick Pistolesi (col suo Drink Kong nella World’s 50 Best Bars), contenuti in confezioni grandi quanto la custodia di un cd; basta agitare, strappare l’angolino pretagliato e versare il tutto in un bicchiere pieno di ghiaccio per godersi un buon drink.
Esiste un modo migliore per vendere e bere drink durante il lockdown? È difficile immaginarne uno, ma il bello è che il progetto NIO (acronimo che sta per needs ice only: serve solo ghiaccio) è nato nell’ormai lontano 2017, quando tutto quello che stiamo vivendo era presente a malapena nei libri di fantascienza. Progetto, che, infatti, è stato originariamente concepito con un struttura b2b, come fornitore di rivenditori specializzati, hotel, negozi di design o ristoranti.
Una miscela di successo
Proprio per la sua formula semplice e versatile, NIO è riuscita ad adattarsi perfettamente allo stato d’emergenza portato dall’epidemia da Covid-19, tanto che oggi la vendita diretta al consumatore vale il 40% del fatturato, arrivato nel 2020 alla soglia dei quattro milioni di euro. Sempre nell’anno passato, NIO è approdata nel Regno Unito, mentre per il 2021, si pone l’obiettivo di toccare i dieci milioni di fatturato e di espandersi anche in Francia, Spagna, Germania, Svezia, Olanda.
Nuove frontiere, box speciali
Nell’approcciarsi a nuovi mercati, l’azienda di Alessandro e Luca non si limita ad aprire una filiale diretta per l’e-commerce, ma si affida sempre alla sapienza del suo capo bartender Pistolesi, il cui lavoro in NIO, come lui stesso rivela, “è seguire la qualità e garantire che ogni cocktail sia perfetto. Per ogni mercato faccio una capillare ricerca, facilitata anche dal fatto che lavoro in prima linea nella miscelazione internazionale, ma senza trascurare mai la nostra anima made in Italy”.
Ecco, così, box dedicati e drink bespoke che cercano sempre di rispecchiare le esigenze del mercato a cui sono rivolti (nonostante cocktail nuovi vengano continuamente pensati per i momenti significativi dell’anno, come Natale o San Valentino). Un esempio è, appunto, il Regno Unito, dove, sebbene i classici abbiano avuto molto successo, Pistolesi ha voluto proporre “anche diverse box speciali: come quella dedicata al Singleton whiskey, mentre a breve lanceremo quella di Teeling irish Whiskey. Nello specifico, due drink non classici che hanno avuto un grande successo per il mercato UK sono il Brown gold e il Garden of Russia: il primo un whiskey sour speziato con note di caffè, il secondo un vodka sour con sentori floreali”.
Insomma, quello di NIO è un modello intelligente di adattabilità, di quel made in Italy che è soprattutto diffusione di cultura, in questo caso del bere miscelato.
a cura di Fabio Martinez