Il governo giapponese, lunedì scorso, ha dichiarato che non è stata rilevata alcuna traccia di trizio nei campioni di pesce prelevati nelle acque vicine alla centrale nucleare. Questo tipo di sostanza si è creata dal contatto tra acqua di raffreddamento e materiale radioattivo, ma gli esperti avevano già rassicurato sulla breve vita del trizio e sul fatto che non sarebbe stato pericoloso per la salute pubblica. Nonostante ci avesse già pensato il premier nipponico a tranquillizzare i suoi cittadini, oggi arrivano nuove rassicurazioni.
La dichiarazione dell'agenzia per la pesca giapponese
Dopo il disastro della centrale nucleare dell'11 marzo 2011 i campionamenti sono stati continui e ininterrotti, ma ovviamente un'attenzione particolare è stata data dopo l'annuncio dello sversamento in mare dell'acqua di raffreddamento, che fino a un mese fa era rimasta stoccata in appositi serbatoi. Da quanto dichiarato dall'agenzia per la pesca giapponese, il trizio non è stato rilevato nell'ultimo campionamento di due platesse pescate domenica scorsa. Un'operazione di comunicazione, quella dell'agenzia e del governo, che punta a rassicurare sia i cittadini giapponesi che i buyer internazionali fornendo aggiornamenti quasi quotidiani dall'inizio del rilascio dell'acqua, nel tentativo di dissipare le voci dannose su un eventuale impatto ambientale.
Le modalità di campionamento sul pescato locale e il ruolo del trizio
L'agenzia prevede di esaminare circa 180 campioni entro la fine di marzo 2024, con i punti di raccolta che dovrebbero rimanere invariati e che sono localizzati entro un raggio di 5 km dall'uscita dello scarico dell'acqua trattata. Un'acqua che, va ricordato, era stata utilizzata per raffreddare il combustibile nucleare fuso nell'impianto, ma era stata sottoposta a un processo di trattamento che rimuove la maggior parte dei radionuclidi tranne il trizio. Proprio per questo motivo i valori di quest'ultimo oggi sono molto utili per capire l'andamento delle operazioni.
I numeri sulle campionature da marzo 2011 a oggi
Dall'incidente di Fukushima sono stati monitorati in totale 194.596 campioni di prodotti ittici. I risultati dei campionamenti sembrano incoraggianti: il rapporto di eccesso di cesio radioattivo è diminuito e recentemente pochissimi prodotti ittici hanno superato i limiti massimi previsti. Le restrizioni alla spedizione sono state perciò abolite per la maggior parte delle specie ittiche marine, che vengono quindi commercializzate sul mercato interno senza particolari restrizioni.