I panettoni di Fondazione Sant’Orsola
La Fondazione Policlinico Sant’Orsola è una Onlus nata nel 2019 con l'obiettivo di sostenere la cura e l’accoglienza garantiti dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna attraverso progetti benefici. In occasione del Natale ha incaricato il pastry chef Marco Urbano di realizzare due panettoni, uno classico e uno pere e cioccolato. “Ogni panettone acquistato o donato permetterà di scrivere una nuova storia per essere a fianco di chi viene curato qui al Policlinico di Bologna”, spiega Giacomo Faldella, presidente della Fondazione. Tutte le donazioni ricevute per i panettoni saranno infatti utilizzate per sostenere i progetti della fondazione, da “Lo spazio che cura” al “Sant’Orsola come a casa”; da “L’Isola che non c’è” a “Una casa prima e dopo l’ospedale”. Belli pure i tre packaging con le illustrazioni di Francesca Ballarini che raccontano tre storie bellissime di donazioni andate a buon fine.
Le tre storie nei packaging
C'è quella di Gino, il gatto di San Giovanni in Persiceto, che aveva una casa, ma passava tutto il tempo in giro per le strade, entrava nei negozi, si addormentava in vetrina, partecipava al consiglio comunale. Quando è venuto a mancare, il paese ha eretto una statua di Gino e gli ha dedicato un libro: il ricavato di queste e altre iniziative in suo nome è andato al progetto della Fondazione “Guarda come cresco”, che offre la logopedia ai bimbi con la sindrome di Down da 0 a 6 anni, garantendo loro un aiuto indispensabile per riuscire a parlare e integrarsi a scuola. C'è la storia di una busta, arrivata per posta in Fondazione con il destinatario scritto a penna, senza mittente. Dentro c’era un cartoncino verde, tagliato a mano, e nell’angolo in alto a sinistra una sola parola: “grazie”. E una donazione di 1000 euro, tutti in banconote da 50 e da 20. Infine c'è la storia di tre palazzi di periferia dove ci abita anche la signora Franca, che durante il lockdown ha scritto una lettera per ogni condomino, infilandola personalmente in tutte le buchette (100 buchette!). Tutti, grazie al contenuto di quella lettera, si sono messi insieme per sostenere gli ospedali e la signora Franca, infine, ha portato in Fondazione 1.500 euro per il progetto “Più forti insieme”, campagna a sostegno del personale sanitario di tutti gli ospedali di Bologna.
I panettoni si possono ordinare on line - www.fondazionesantorsola.it/natale-2021 - e ritirare a Bologna (presso la sede della Fondazione o al Mercato delle Erbe) o chiedere la consegna a domicilio.
I panettoni di Alessandro Negrini e Fabio Pisani per la ricerca sulla fibrosi cistica
La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa nel nostro paese ma ancora troppo poco conosciuta. In Italia sono 2 milioni i portatori sani, 1 persona su 30, quasi sempre senza saperlo. Ogni settimana nascono 4 bambini con fibrosi cistica, la cui aspettativa media di vita supera di poco i 40 anni. Delle circa 2000 mutazioni del gene CFTR che causano la fibrosi cistica, il 30% è ancora orfano di cura: “Con il piano strategico triennale ‘Una Cura per tutti - dichiara il presidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Matteo Marzotto – puntiamo a individuare soluzioni terapeutiche efficaci per tutte le persone con fibrosi cistica, con un'attenzione mirata a chi ancora la cura non ce l’ha. Un traguardo ambizioso che cerca nuovi compagni di viaggio, sensibili alla nostra causa”. Uno dei compagni di viaggio è il Gruppo Aimo e Nadia che destinerà parte del ricavato dei panettoni e pandori gourmet creati da Alessandro Negrini e Fabio Pisani alla fondazione di cui Alessandro è anche ambassador.
Alessandro Negrini, chef de Il Luogo di Aimo e Nadi e ambassador della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica
Nasce da una storia personale e dalla stima e amicizia per Matteo Marzotto, attuale presidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, il desiderio dello chef de Il Luogo di Aimo e Nadi Alessandro Negrini di sostenere la ricerca sulla fibrosi cistica coinvolgendo anche il Gruppo Aimo e Nadia. Lui è sanissimo ma è figlio di due portatori di una copia mutata del gene CFTR che causa la fibrosi cistica. Cosa significa? Per capirci, a ogni gravidanza una coppia di portatori sani ha una probabilità su 4 di generare un figlio malato. Ed è ciò che è successo ai fratelli dello chef, nati con la fibrosi cistica ed entrambi scomparsi a causa della malattia. Alessandro non è riuscito a conoscere il fratello Marco, mentre con Giandomenico, mancato nel 2004, ha condiviso un rapporto davvero speciale. “Sono stato fortunato ad averlo vicino. Il fatto che avesse la fibrosi cistica ci ha dato l’opportunità di passare tantissimo tempo insieme, nonostante avessimo otto anni di differenza. – racconta Alessandro - Le terapie lo costringevano a casa moltissime ore. Da lui ho imparato tutto. Un giorno mi disse che saremmo partiti per un’avventura: dalla Valtellina a Vienna, in bici, valicando il Passo del Bernina. Io avevo 12 anni, lui ne aveva 20 e la fibrosi cistica. Ma ci riuscimmo, ritagliandoci dei ricordi meravigliosi che ancora oggi custodisco”.
I panettoni e i pandori sono acquistabili presso VOCE a Milano o sul sito www.voceaimoenadia.com – il 29 novembre organizzano da Voce anche la Charity Dinner “Respiri. Verso una Cura per tutti” con un’offerta minima di 500 euro a ospite
Il 26 novembre scatta il Black Mayday di Frolla, il microbiscottificio di Osimo
“Nel giorno in cui tutti acquistano, noi abbiamo deciso di donare! Il Black Mayday è un segnale di aiuto lanciato nel mezzo di un oceano di offerte e numeri in cui spesso ci sentiamo naufraghi. Per farvi sentire meno soli in questo mare magnum vogliamo lanciare un “mayday” nell’etere con la speranza che qualcun altro come noi lo raccolga. È il primo segnale, ma sicuramente non sarà l’ultimo. Can an artisan make a difference? Per noi sicuramente sì, per questo venerdì 26 novembre abbiamo deciso di organizzare un’asta online per sostenere la raccolta fondi promossa da Siena Awards”. Lo scrivono sui loro social i ragazzi di Frolla, il microbiscottificio di Osimo di cui via abbiamo già parlato qui. In pratica se siete degli artigiani potete mettere all'asta quello che realizzate e se siete dei semplici utenti seguite Frolla nei suoi social per scoprire come partecipare all'asta. I proventi vanno interamente al piccolo Mustafa e al suo papà (sono i protagonisti dello scatto “Hardship of Life” che ha fatto il giro del mondo) per farli arrivare in Italia e per essere curati al Centro Protesi Vigorso di Budrio, in provincia di Bologna.
Per maggiori info scrivere a: [email protected]