Addio ai test a naso. Grazie a un progetto della rivista Nature con i ricercatori della Koç University in Turchia non ci sarà più bisogno di annusare il cibo per capire se è andato a male o è commestibile, perché ci penserà un naso artificiale. Secondo uno studio della prestigiosa rivista scientifica, un sensore intelligente sviluppato dai ricercatori turchi potrebbe essere di grande aiuto per aiutare a risolvere un problema enorme come quello dello spreco alimentare.
La ricerca di Nature sul naso artificiale
Lo studio parte dalla considerazione che il deterioramento del cibo provoca sprechi e malattie di origine alimentare, ma i test di laboratorio standard per determinare il deterioramento non vengono eseguiti regolarmente dal personale della filiera e dai consumatori. Per certificarne l’efficacia, il sensore – che ha dimensioni minuscole – è stato inserito all’interno di confezioni di pollo e manzo per effettuare dei test in varie condizioni di conservazione, che hanno permesso di monitorare il deterioramento delle carni. Lo studio si è concentrato principalmente sulle proteine perché quando vanno in deterioramento producono delle amine biogene, ovvero composti organici potenzialmente tossici per gli umani. I risultati? Mentre i campioni conservati a temperatura ambiente hanno mostrato una variazione delle proprietà di quasi il 700% al terzo giorno, quelli riposti nel congelatore hanno prodotto un cambiamento insignificante nell'output del sensore.
Una soluzione low cost contro lo spreco alimentare
Non è il primo prodotto nel settore dei nasi artificiali, che si sta espandendo: qualche anno fa l’azienda francese Aryballe ha ideato NeOse Advance, in grado di analizzare le molecole di odore dei vari prodotti e, con l’ausilio di sensori chimici e della spettroscopia, riconoscerli e creare una traccia digitale univoca per ogni oggetto e cibo che vanno a creare un catalogo in continuo aggiornamento.
Rispetto a questo naso, che ha un utilizzo personale, quello del sensore intelligente – senza batterie o fili – è un sistema scalabile che può essere introdotto nel mercato a basso costo o addirittura integrato all’interno degli alimenti confezionati con un doppio vantaggio evidente: da un lato potrebbe aiutare consumatori e fornitori a rilevare il deterioramento degli alimenti e prevenire gli sprechi, dall’altro riduce nettamente il rischio di malattie, anche quelle più semplici come le intossicazioni leggere. La rivista Nature conclude dicendo che “il sensore ha fornito performance molto affidabili” ed è quindi pronto per la fase successiva, che potrebbe determinare quando sarà disponibili per l’utilizzo al pubblico.