Il 2020 del Parmigiano Reggiano, dopo un 2019 da record
Sin dall’inizio della crisi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha lavorato per tutelare il prodotto dei propri associati, già colpito, sul mercato estero, dai dazi imposti l’autunno scorso dagli Stati Uniti, che nel paniere dell’agroalimentare italiano hanno puntato principalmente le specialità casearie (e dunque anche il Re dei formaggi, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo). Proprio per rilanciare le quotazioni fiaccate dai dazi Usa e dalla crisi del canale Ho.Re.Ca. aperta dalla pandemia, qualche settimana fa il Consorzio annunciava il ritiro dal mercato di parte delle forme prodotte tra fine 2019 e inizio 2020. Una forma di protezionismo estremo – che porterà al “congelamento” di 320mila forme di parmigiano, tra quelle conferite dai 335 caseifici associati – per cercare di arginare un crollo dei prezzi verticale: rispetto ad agosto 2019 si registra infatti una flessione pari al 32%. E questo dopo un 2019 da record per il Consorzio, che l’anno scorso ha visto crescere la produzione – 3,75 milioni di forme, la quantità più ingente nella storia del Consorzio - e il giro d’affari al consumo, pari a 2,6 miliardi di euro, specie per l’appeal proiettato all’estero (la quota export ha superato il 40% dei ricavi totali). Il 2020, invece, necessita di un impegno diverso per rimettersi in carreggiata: dunque, come già avvenuto nel biennio 2014-2015, si procederà col ritiro di oltre 300mila forme per far rialzare le quotazioni, soprattutto quelle del prodotto stagionato 12 mesi, che più degli altri risente dei prezzi a ribasso imposti dai grossisti. Inoltre, anche nel prossimo triennio i caseifici dovranno limitare le quote di produzione stabilite in origine.
Il nuovo shop online del parmigiano
Ma sempre nell’ottica di contenere i danni e rilanciare la filiera attraverso un piano di marketing adeguato, fa il suo esordio proprio in questi giorni il primo negozio online del Parmigiano Reggiano. L’obiettivo è quello di aumentare le vendite dirette beneficiando di una piattaforma e-commerce centralizzata, ma senza intermediari, che lavori da vetrina per tutte le aziende del Consorzio. In questo modo i 335 caseifici consorziati potranno presentare il proprio prodotto agli acquirenti in modo semplice e diretto, cavalcando un momento molto favorevole per la vendita online, che ha visto avvicinarsi allo strumento anche un pubblico finora restio ad acquistare sul web. "I caseifici - spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano - devono avere sempre più accesso al mercato senza mediazioni, non solo attraverso gli spacci aziendali, ma anche con le vendite online, i rapporti diretti con le piccole catene di supermercati e il canale Horeca”.
Spazio ai caseifici e abbonamenti
L’auspicio è che la piattaforma possa incrementare la quota di vendita diretta da azienda a consumatore, al momento pari a 390mila forme. Con l’obiettivo di arrivare a smerciare, anche attraverso l’ausilio di questo nuovo canale, 500mila forme (il 15% della produzione complessiva). Il portale offrirà inoltre informazioni e approfondimenti sulla Dop (“un viaggio nelle biodiversità che caratterizzano il parmigiano”), permettendo al consumatore di addentrarsi tra le peculiarità della denominazione e le differenze tra realtà che pur sotto lo stesso disciplinare operano in contesti diversi. E poi scegliere secondo esigenza, navigando attraverso un catalogo articolato per mesi di stagionatura - dai 12-19 mesi, fino agli oltre 80 – o razza (vacca rossa o bruna), con una sezione dedicata ai prodotti di montagna. In più, per fidelizzare il cliente, lo shop online offre la possibilità di abbonarsi a una fornitura periodica di Parmigiano Reggiano, selezionando tipologia, quantità di prodotto desiderato e periodicità con cui si desidera ricevere a casa il formaggio. La consegna è gratuita a partire da una spesa minima di 50 euro.