La “vera” storia del tiramisù
Fai “davvero” il tiramisù più buono del mondo? La domanda non lascia adito a dubbi, e solletica quell'orgoglio nazional popolare che tutti condividiamo quando si tratta di rivendicare la paternità della miglior ricetta di questo o quel piatto tipico della tradizione gastronomica italiana. Sul tiramisù, non a caso, le interpretazioni si sprecano, come del resto sulla presunzione di territorialità dell'invenzione originale. Per indagare in merito, al confine tra leggenda e realtà, un anno fa Clara e Gigi Padovani hanno scritto un libro, Tiramisù (2016, edito da Giunti), cercando di ricostruire la vera storia del dolce conteso tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. E da qualche tempo a questa parte, la passione trasversale per uno dei dolci al cucchiaio più amati di sempre - copiatissimo anche all'estero - ha finito per incentivare l'apertura di locali tematici nelle grandi città (a Roma segnaliamo l'esperienza di Zum, a pochi metri da Campo de' Fiori). La notizia della prima edizione della Coppa del mondo di Tiramisù, invece, arriva proprio da Treviso, che del dolce a base di uova, mascarpone, savoiardi e caffè è considerata da molti la città elettiva. Nell'intenzione dei suoi organizzatori (la knowledge company Twissen), la Tiramisù World Cup vuole essere un omaggio alla città che negli anni Settanta ha tenuto a battesimo il dessert, nelle cucine del ristorante Le Beccherie di Treviso.
La sfida a Treviso
Ecco allora l'idea di una sfida aperta esclusivamente agli amatori, chiamati a confrontarsi su due fronti: la giuria mista costituita da esperti del settore e pubblico intervenuto alla manifestazione (in parti uguali: un giudice nominato dall'Accademia, un foodblogger e due selezionati dal pubblico) premierà chi meglio interpreta la ricetta originale (stabilita dall'Accademia della Cucina Italiana: uova, mascarpone, savoiardi, zucchero, caffè e cacao), ma anche l'ideatore della variante più creativa, in grado di non snaturare la natura del tiramisù. Nel secondo caso gli ingredienti aggiuntivi possono essere tre al massimo (ma non alcol), e i savoiardi possono essere sostituiti con altri biscotti. La competizione si articolerà in due fasi: le iscrizioni sono già aperte sul sito dell'iniziativa, ma solo nel weekend del 4 e 5 novembre si terranno gli scontri diretti in cinque diversi luoghi della cultura della provincia trevigiana, da Villa Emo al Castello Giustinian, con il patrocinio del Comune di Treviso. I concorrenti saranno divisi in batterie da 15, in 4 gare articolate nel corso della giornata; chi vince, uno per categoria, avrà accesso alle semifinali.
Quindi tutti possono partecipare aderendo tramite il modulo online (ma i posti sono limitati: 20 euro per l'acquisto del cosiddetto coupon, che dà diritto a un pettorale, un grembiule, agli ingredienti della ricetta originale. Il kit si ritira tra il 30 ottobre e il 3 novembre nelle sedi indicate), e poi registrandosi il giorno della vigilia, venerdì 3 novembre, presso la Loggia dei Cavalieri di Treviso, che domenica 5 ospiterà anche la sfida tra i finalisti, prima della proclamazione dei vincitori della coppa. Il progetto è in nuce, e muove i primi passi con l'edizione trevigiana. Ma per il 2018 già si scommette su tre selezioni internazionali, che coinvolgano Usa, Giappone e Russia. La risonanza del brand fa ben sperare che la competizione sarà un successo.
a cura di Livia Montagnoli