Ha aperto già da qualche mese a Milano la conoscono bene, ma la formula è accattivante e ha tutte le carte in regola per essere replicata facilmente. Si chiama Myke, è l'acronimo di My Kitchen Experience e nasce dall'idea di due giovani imprenditori, Giorgio Pucci e Fabio Pallaro, che hanno voluto puntare su qualità delle materie prime, uso bilanciato dei condimenti e stagionalità degli ingredienti. In poche parole hanno puntato sul cibo. Ma lo hanno fatto invertendo i canoni della ristorazione convenzionale. Hanno portato la cucina in sala, o meglio, la sala in cucina. Tutto ruota intorno ai fornelli. Myke si presenta infatti come una cucina aperta, in cui il cliente mangia affianco allo chef, Christian Samelor, originario di La Reunion un'isola dell'arcipelago delle Mascarene nell'Oceano Indiano. Anche le tecniche di preparazione utilizzate seguono lo stile del locale. Si parla in particolare delle cotture a basse temperature che vengono usate per la carne e della cottura al vapore che viene invece usata per il pesce e le verdure. Entrambe queste tecniche permettono agli alimenti di mantenere la maggior parte delle loro proprietà organolettiche e nutritive. Arredi e design degli interni richiamano le linee classiche e pulite delle cucine tradizionali, alluminio e marmo si impongono con decisione.Insomma entrando dentro Myke si ha l'impressione di accomodarsi all'interno di una grande cucina aperta e accogliente, si prova la vicinanza col cibo, con gli altri commensali, le materie prime, tutte locali, di stagione e presidi Slow Food. Alla carta l'offerta è variegata e studiata per venire incontro a tutte le esigenze, comprese quelle vegetariane e vegane. Ma anche i golosi trovano soddisfazione e possono infatti rivolgersi ai cartocci di pesce, a panini o taglieri misti di salumi e formaggi. Ma non è fisso e alle proposte ordinarie si aggiungo, ogni settimana delle novità.
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