Vi siete mai chiesti se gli animali negli allevamenti sono felici? C’è un metodo semplice, basta «chiederlo direttamente a loro». È il suggerimento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per verificare il benessere animale nelle aziende agricole. «Se si avvicinano all’uomo senza timore», ha scritto in un post su Facebook, «significa che lo considerano un loro amico».
Lollobridiga e gli animali negli allevamenti
Il post finisce con l’hashtag #qualità e l’immancabile emoticon della bandierina tricolore. Sotto, una pioggia di insulti da parte della comunità vegana e non solo: dopo essere rimasto scioccato dal documentario Food for Profit, ed essersi affrettato a specificare che «non tutti gli allevamenti» sono così, il ministro scivola su un tema molto caro agli animalisti. Anche a Pescara, in occasione della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, si era espresso sul mondo animale generando diverse polemiche: «L’uomo è l’unico essere senziente, non ce ne sono altri. Sono tutti importanti, animali e piante, tutti. Ma l’uomo è una cosa diversa, è l’unico che può avere dei dati scientifici che permettono all’ecosistema di riequilibrarsi». Eppure, l’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea la pensa diversamente, dichiarando che gli animali sono eccome essere senzienti, perché dotati di un sistema nervoso, in grado di provare dolore, oltre che emozioni.
Le risposte dei vegani
Tra le repliche de vegani, che sottolineano la drammaticità delle affermazioni di Lollobrigida, la più divertente è quella di Coatta Vegana, content creator ironica e schietta, che ricorre al dialetto romano e ai modi di dire più popolari per fare una grande informazione sull’antispecismo. Al ministro ricorda che la mucca, tanto per cominciare, è ingabbiata, e soprattutto è stato lui ad avvicinarsi, mettendosi proprio in mezzo tra lei e il cibo: cos’altro poteva fare per mangiare se non sporgersi vicino a lui?