Si chiama Buffalo mozzarella making mix, eppure è frutto di un’operazione di ricerca e sviluppo tutta italiana. Forse si poteva scegliere una formula migliore per designare il prodotto ottenuto grazie a un lungo lavoro di sperimentazione nei laboratori della Ilc Mediterranea - più nota ai consumatori per la proprietà del marchio Mandara, tra i soggetti del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop - che assicura la qualità di un latte di bufala dop al 100%, ma sottoposto a un processo di evaporazione e filtrazione che lo rende disponibile per il mercato a lungo consumo. Lo speciale trattamento del liquido, adatto per il congelamento, consentirebbe infatti la produzione di mozzarella di bufala 365 giorni all’anno, e ovunque nel mondo.
A voler sollevare qualche perplessità, quello che non convince fino in fondo è l’utilizzo dell’etichetta “fresco” per un latte che solo dopo una serie di processi industriali si rende disponibile sul mercato australiano e americano, agevolando i tempi di produzione e assecondando - ad esempio - i guizzi creativi degli chef dei ristoranti italo-americani di New York e Los Angeles (dove il Buffalo mozzarella making mix è già esportato e gettonatissimo). L’azienda campana di Mondragone garantisce infatti assistenza costante durante le fasi di lavorazione, fornendo gli acquirenti di un kit professionale fai da te che promette risultati gustosi e non difformi dall’originale mozzarella di bufala. Se è indubbio l’appeal di una simile trovata sul mercato internazionale – tanto che da settembre partiranno le prime spedizioni per Dubai – quanto è lecito accostare una mozzarella fai da te (ottenuta da latte congelato) alla vera e certificata mozzarella di bufala dop?