Una vita per il whisky
Dopo decenni trascorsi in distilleria, per tutti era il Signore degli Spiriti. Silvano Samaroli, classe 1939, era bolognese (nato a Bengasi), ma il suo cuore, l'affinità elettiva con una tradizione di cui si sarebbe fatto ambasciatore in Italia e nel mondo, l'aveva portato a stabilire un legame privilegiato con la Scozia, nelle Highlands dove nasce il whisky di malto. Prima agente, poi direttore commerciale di un'azienda di liquori, e la scintilla per quell'universo di spiriti ancora da scoprire, quando dall'altra parte della Manica, e in Italia, il mercato importava solo i Blended. Lui invece, a partire dagli anni Sessanta (del 1968 è la prima società col nome di Samaroli Srl Wine & Spirits Merchants), era diventato il nome per eccellenza del Single Malt, whisky selezionati sul territorio scozzese e imbottigliati con l'etichetta Samaroli. Poi cominciava il lavoro di promozione, l'appassionato pellegrinaggio presso chi in Italia poteva dare fiducia a lui e alle sue bottiglie senza compromessi. Uniche nel loro genere. E oggi tra le più costose, pregiate, bevute. Apprezzate dagli intenditori del genere. Un catalogo di referenze da imbottigliatore indipendente (il primo non scozzese o inglese ad approcciare il mestiere), persino “eretico”, che il suo fiuto da talent scout del whisky single malt l'aveva saputo imporre ai grandi professionisti del settore – chef, barman, imprenditori della ristorazione - conquistando un posto nei migliori bar ed enoteche del mondo. Il Veronelli dello spirito, come lo definiscono molti, che proprio a Luigi Veronelli riconosceva di aver creduto per primo nel suo lavoro.
Whisky eretico. Il manuale autobiografico
Proprio nel 2016 Giunti pubblicava per la collana I contorni di Piattoforte un libro agile a sua firma, Whisky Eretico, non un vademecum sul tema come tanti altri, ma “una provocazione ai metodi classici e un po' polverosi”, oltre che “il racconto di un uomo, di un professionista, di un fine bevitore che è stato capace di trovare l'anima del whisky”. Negli ultimi anni, dopo aver risollevato la sorte dei single malt (ormai caduti in declino, sosteneva, e tutto per colpa delle mode che inquinano il mercato), era tornato a interessarsi dei blended, sempre alla sua maniera. Assemblando per esempio un No Age di grande successo. Nel frattempo era arrivato anche il rum. Silvano Samaroli è scomparso all'età di 77 anni, tornando in volo da Singapore; la notizia circola da qualche ora, e sancisce la perdita di un professionista lucido e ancora pieno di voglia di fare. “Sono sostenitore delle armonie, delle sfumature calde e avvolgenti, degli accordi complessi, dei gusti naturali e dei respiri sottili e ampi al tempo. Amo il difetto a condizione che esprima personalità. Non credo nelle scelte facili e non sopporto le banalità”: così si descriveva tra le pagine raccolte per Giunti. Ci piace ricordarlo così. Mentre si abbandona col naso sul suo bicchiere di whisky.