È morto Roberto Bonetti, che con il boero ha reso grande la sua "fabbrica di cioccolato"

21 Ago 2024, 12:48 | a cura di
A ricordarlo sui social è il nipote Lorenzo Biagiarelli che in un post racconta alcuni momenti passati insieme a lui e la sua dedizione al lavoro

È scomparso all'età di 95 anni Roberto Bonetti, inventore del boero ovvero l'iconico cioccolatino con la ciliegia dentro. A lui si deve la creazione, nel 1959, della storica azienda cremonese di produzione cioccolatiera Witor's poi acquisita nel 2021 dalla società 21 Invest di Alessandro Benetton.

La sua "fabbrica di cioccolato"

In queste ore sono in molti a ricordare sui social la sua passione per il lavoro e per l'imprenditoria che lo ha portato, passo dopo passo, a costruire una delle realtà dolciarie italiane più conosciute al mondo. La sua storia imprenditoriale inizia a Cremona nel 1959 quando, da trentenne intraprendente, decise di aprire una fabbrica di cioccolato pur non avendo abbastanza soldi. Tre anni dopo arriva l'invenzione di quello che ancora oggi è uno dei prodotti di punta dell'azienda: il boero. L'originale e golosa pralina si caratterizzava per l'intreccio di cioccolato extra fondente, liquore e la ciliegia all'interno. Il successo non tarda ad arrivare, tanto da avere l'esigenza di ampliare la produzione passando dall'approccio artigianale a quello industriale: è così che nel 1973 decise di aprire lo stabilimento a Corte de’ Frati, sempre nel cremonese. In questi ultimi decenni l'azienda ha continuato ad ampliare la sua offerta, con praline e creme spalmabili, e Bonetti ha seguito ogni fase di crescita e cambiamento aziendale, anche a seguito dell'acquisizione del marchio nel 2021 da parte della società 21 Invest di Alessandro Benetton. Oggi Witor's esporta in un'ottantina di paesi in quattro continenti.

Il ricordo del nipote Lorenzo Biagiarelli

Tra i ricordi più commossi di queste ore c'è quello dello chef e scrittore Lorenzo Biagiarelli, nipote dell'imprenditore. In un post sui social lo descrive come una persona di successo, appassionata al lavoro e dallo stile di vita sobrio. «Mi sembra che abbia sempre applicato al cibo la stessa morigeratezza che aveva nella vita, quella che gli valse il soprannome di Zio Paperone, da me che ero suo nipote. Gli somigliava in tutto: imprenditore di successo, un’azienda storica e florida, persino la sua numero uno, quel cioccolatino con dentro la ciliegia che aveva inventato nel 1959, il boero», ricorda Biagiarelli che continua con un aneddoto: «Una volta pioveva e mi passò a prendere, nel baule aveva qualche decina di ombrelli, c’era da andarli a vendere davanti al cimitero. Quella fu la volta in cui capii che mio zio non era appassionato di denaro, ma era appassionato di lavoro, gli brillavano gli occhi, potevi vederci la vita scorrere dentro. La verità è che so poco di mio zio e quel poco che so è sfumato come una leggenda, avrei voluto vederlo tirare il suo carretto della biancheria da ambulante, insieme a mia nonna, appena dopo la guerra, poco più che bambini».

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