Nicolo Pomata è morto a Cagliari, non aveva ancora compiuto 80 anni. Bastava scambiarci due chiacchiere per dargli almeno vent’anni di meno. Un malore improvviso è stato fatale a una persona stimata e amata: ha fatto tantissimo per la ristorazione sarda. Lascia tre figli: Antonello, Luigi e Maddalena.
È morto Nicolo Pomata: il ricordo
Conobbi Nicolo Pomata svariati anni fa, un giorno in cui decisi di andare a Carloforte appositamente per andare a mangiare al suo Da Nicolo. Ero eccitatissimo all’idea di provare un grande ristorante: avevo risparmiato qualche soldino grazie ai lavoretti durante il primo anno di università e li investii tutti in quella che fu un’esperienza memorabile. Ricordo la forza e l’eccitazione con cui quest’uomo smilzo e scattante usciva ed entrava dalla cucina alla sala: immaginavo come gestiva la brigata di cucina, vedevo com’era bravo a fare il caposala. Un po’ oste, un po’ cameriere, un po’ amico dei suoi clienti con cui si intratteneva amabilmente. Questa sua passione l’ha trasmessa ai suoi figli.
Sia ad Antonello e Maddalena, che hanno sempre lavorato con lui a Carloforte, sia a Luigi che all’inizio degli anni duemila decise di aprire il suo personale ristorante a Cagliari, ma tutte le settimane non mancava di tornare dal padre a dare una mano allo storico ristorante di famiglia. A dire il vero l’ha trasmessa addirittura al nipote, Niccolò, figlio di Luigi, che già sta seguendo le orme del padre e del nonno. Nicolo nacque nel 1944, aprì la sua prima attività 25 anni dopo. Prima una pizzeria, poi una tavola calda e gastronomia e poi il ristorante, che negli anni cambiò e ampliò. Rimase per sempre nella sua piccola isola di San Pietro, ma viaggiava molto e riportava nel suo mondo un pezzettino di quel viaggio.
Linguine alla Nicolo
La mia amica Sara Bonamini – all’epoca lavorava ancora al Gambero Rosso - al ritorno da una vacanza a Carloforte mi disse: «Dovremmo istituire nella guida dei ristoranti il premio Ristoratore dell’Anno e darlo senza ombra di dubbio a Nicolo Pomata. Lui è l’esempio da seguire». Aveva ragione da vendere. A tutti i miei amici che negli anni sono stati da lui a mangiare ho sempre detto di scegliere ciò che volevano, ma non rinunciare alle Linguine alla Nicolo, portata da lui ideata nel 1973 che anche Luigi a Cagliari ha sempre avuto in menu. A dire il vero quel piatto lo faccio anche io, a casa, quando vengono amici cari, e per me è sempre un modo per parlare di Nicolo e della famiglia Pomata.
Qualche anno fa un caro amico di Carloforte, Gianni Luxoro, mi invitò sull’isoletta durante il periodo invernale. Fu l’occasione per rivedere Nicolo diverse volte, in un momento in cui il ristorante era chiuso. Lui arrivava, si sedeva, ascoltava incuriosito quelle strane parole sul vino che io e Gianni ci scambiavamo, poi si avvicinava a me, borbottava qualcosa e andava via, di sicuro preso dalla nuova idea che gli era balenata in testa. Era veramente un vulcano, un uomo poliedrico, come mi dice proprio Gianni.
Il bicchiere sempre pieno
È lui che mi ha telefonato per darmi la triste notizia: «Io mi sento far parte della loro famiglia. Ricordo ancora quando mettevo le acciughe nelle pizze prima del servizio. Allora c’erano la mamma di Nicolo e le zie, è sempre stata una grande famiglia, davvero unita. Nicolo era un profondo ottimista, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno, anzi, tutto pieno: instancabile lavoratore, riusciva ad uscire con la sua barchetta dopo aver fatto tre turni al ristorante, ma bisognava dedicare qualche ora anche alla pesca. Gli piaceva andare anche in campagna, coltivare l’orto, seguire i frutteti. E aveva un grande intuito imprenditoriale. Negli anni, oltre al ristorante, ha aperto il Nic Hotel e il Nico Bistrot, con l’apporto dei figli.»
La cosa bella è che proprio grazie ai figli la sua memoria rimarrà indelebile, complici le attività e tutte le persone che vi lavorano. Ah, dimenticavo. Le linguine alla Nicolo sono fatte col tonno sott’olio della riserva di famiglia, i capperi, le olive e la scorza di limone. Andate a Carloforte o a Cagliari a mangiarle o provate a farle a casa. Renderete omaggio a un gigante della ristorazione e a un grande uomo.