È morto Michele Rossetti, il vignaiolo mite che ha cambiato in silenzio l’Oltrepò Pavese

5 Dic 2024, 14:31 | a cura di
Si è spento a 56 anni l'enologo oltrepadano. Era stato anche presidente del Consorzio, sempre dalla parte del Pinot Nero

Ci ha lasciato a 56 anni Michele Rossetti, produttore di vino, titolare della cantina Rossetti & Scrivani a Casteggio. Si è spento dopo una brutta malattia. Noi l'abbiamo incrociato più volte sulle sue colline dell’Oltrepò Pavese, tra una fetta di quel salame di Varzi di cui andava giustamente orgoglioso e un calice, rigorosamente di Pinot nero. Enologo, si era laureato alla scuola di Alba, aveva lavorato nell'amministrazione locale di Casteggio, aveva ricoperto il ruolo presidente di Coprovi e poi del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Ci ha sempre colpito il suo carattere mite, i suoi modi accoglienti, mai una parola fuori posto o una polemica: qualcosa di veramente inusuale visto il temperamento medio degli oltrepadani.

Aveva l'Oltrepò nel cuore. Ne parlava con un orgoglio contagioso, era ambizioso ed è stato tra i primi in zona a capirne limiti e potenzialità, facendo scelte nette: 100% pinot nero, metodo classico, puntando forte sul dosaggio zero, oggi quasi la regola in zona. La storia della cantina di famiglia era partita con il bisnonno, Michele ha sempre lavorato per alzare il tiro, l'asticella, regalandoci alcune tra le migliori espressioni del territorio nella sua versione spumeggiante. Quando lo visitavamo in cantina metteva sempre in secondo piano i suoi vini, tirava fuori un cucito e iniziavamo a parlare dell'Oltrepò, delle sue sfide, delle potenzialità inespresse, di futuro. Da presidente del Consorzio aveva portato il Pinot Nero in tanti mercato europei, e non solo, puntando forte sul Metodo Classico.  Era una persona preparata, attento, di notevole sensibilità.

La cantina

Aveva raccolto la sfida di Luigi Carbone che fondò nel 1938 l'azienda La Costaiola sulle colline fra Casteggio e Montebello della Battaglia, in seguito trasmessa agli eredi Rossetti e Scrivani. E proprio i nomi delle due famiglie compongono il marchio aziendale più ambizioso, dedicato al solo Metodo Classico, che ha visto la luce nel corso degli anni 2000. Per oltre 20 anni ha lavorato a fianco del fratello Fabio. A gestire il progetto, attualmente imperniato su quattro etichette, era proprio Michele, enologo, e Simona Scrivani, responsabile amministrativa. L'obiettivo? La valorizzazione del Pinot Nero d'Oltrepò, tema che accendeva tutta la passione, l’ambizione e l'orgoglio di Michele. Un territorio che ha contribuito a far crescere e che oggi lo piange.

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