Malgrado si tratti di energia verde, salgono le proteste e le prese di posizione contrarie agli impianti fotovoltaici nella zona dei vini Montecucco. Il secco no che arriva dal Consorzio è alla costruzione di una mega installazione industriale su circa 30 ettari, nel territorio del comune di Cinigiano, in provincia di Grosseto. Nessuna ruspa, per ora, ma un'ipotesi in fase di consultazione. L'impianto dovrebbe sorgere in località Borgo Santa Rita, ma c'è anche il rischio concreto che altre richieste di autorizzazioni possano arrivare entro la fine dell'anno sempre nel territorio della Doc.
Il progetto che spaventa i produttori
Il progetto è stato depositato negli uffici della Regione Toscana (il proponente è Sorgenia Renewables), che ha indetto la conferenza dei servizi ed è in attesa di autorizzazione da parte dell'amministrazione comunale del grossetano, la quale ha tempo fino al 20 dicembre per rendere noto il proprio parere. A spaventare i produttori è soprattutto l'enorme portata dell'impianto. Se dovesse trovare il via libera istituzionale, andrebbe a minare l'integrità di un territorio pressoché inalterato e vocato all'agricoltura, che ha tra i suoi punti di forza la simbiosi con la natura e il rispetto della biodiversità. Non solo, come fa sapere l'ente presieduto da Giovan Battista Basile, a subire le conseguenze sarebbe un'economia che da circa 30 anni investe in enoturismo di qualità.
L'appello alle istituzioni
Il Consorzio vini Montecucco (che riunisce 68 aziende per circa 500 ettari a denominazione, con una produzione da 1 milione di bottiglie, con la Docg per le tipologie rosso e riserva) ha inviato pochi giorni fa un appello alle autorità locali. È lo stesso presidente Basile a spiegare l'apparente contraddizione che vede l'ente vitivinicolo opporsi a un progetto di energia pulita: «La nostra produzione agroalimentare è rappresentata per la maggior parte da piccole o medie aziende a conduzione familiare circondate da vigneti, boschi, seminativi e olivi. E la nostra offerta enoturistica - rileva Basile - fa leva proprio sulla natura autentica e sui paesaggi incontaminati dell’areale, oltre che su storia, cultura ed enogastronomia. È evidente come impianti di questo calibro non siano compatibili, anzi arrechino danno a un territorio naturalmente vocato alla coltivazione e alla tutela della biodiversità». Il Consorzio, in sostanza, si dice favorevole alle energie alternative, purché siano sviluppate «nel rispetto e a misura del territorio».
A rischio la vocazione biologica del distretto
La vocazione ambientalista della Doc Montecucco è nota. Gennaio 2024, in particolare, segnerà un ulteriore passo verso la sostenibilità con l'attivazione del Distretto biologico Montecucco (attualmente l'85% delle imprese è bio) che porterà all'adozione di un approccio eco-compatibile in tutti gli aspetti produttivi, nelle attività e nei servizi collegati. «Anche le rinnovabili rientrano in questo progetto ma riteniamo - conclude Basile - che la strada da percorrere per sostenere l'ecosistema e ridurre gli impatti sia quella dei piccoli impianti di autoproduzione, già presenti in molte delle nostre aziende».
L’ articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 30 novembre 2023
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