L'azienda agricola in Val di Gresta
Massimo Vettori ha trentaquattro anni e un lavoro in fabbrica che gli consente di potersi dedicare a quello che presto sarà il suo impiego a tempo pieno. “Quando stacco dal mio turno, lavoro in campagna nell'azienda agricola di famiglia a Manzano di Mori. Qui produciamo ortaggi e negli ultimi anni mi sono focalizzato su grano e mais, ora sto capendo se mi convenga coltivare altri cereali”. È così, spontaneo e autodidatta, Massimo, ma con la caparbietà di chi ha ben prefissato un obiettivo: “Voglio portare avanti l'impresa di mio papà, che già nel 1986 iniziò a utilizzare il metodo biologico. All'epoca erano altri tempi, di certo non andava di moda e non conveniva affatto. La sua è stata una scelta prettamente etica”. Oggi, i cereali se li macina e vende lui, mentre la frutta e la verdura che producono la affidano al Consorzio ortofrutticolo della Val di Gresta, un territorio con ampi terrazzamenti, tracciati dai caratteristici muretti a secco, considerato l’orto biologico del Trentino.
Contadino a tempo pieno?
“Ancora non riesco a farlo diventare un lavoro a tempo pieno, perché ho poco terreno, sono circa due ettari, e tra l'altro la maggior parte dei campi che coltivo sono impervi e di dimensioni ridotte, di conseguenza la resa è minore, però la qualità ne guadagna. Io punto a non sfruttare il terreno in maniera intensiva ma a dare valore alla terra che ho ereditato”. Ad affiancarlo nell'impresa mamma Luigina che lo aiuta a zappare e gli dà qualche dritta necessaria per la rotazione delle colture. “Dato che coltiviamo in bio tocca fare la rotazione triennale, è vero qualche dritta me l'hanno data mia mamma e gli anziani del paese, come per esempio il consiglio di seminare ciascuna pianta di mais a una distanza di 40 cm perché sono di gran lunga migliori due belle pannocchie grandi che tre piccoline. Ma il più delle cose l'ho imparato sul campo”. Letteralmente.
Il mulino di famiglia riattivato
Dal padre ha anche ereditato un vecchio mulino. “Mio zio faceva il rigattiere e raccoglieva il ferro vecchio, un giorno mio papà si accorse di questo mulino di ferro a cilindri e se lo portò a casa. L'ha sistemato, ci ha aggiunto il buratto e ha cominciato a macinare farina per parenti e amici. Da piccolo lo guardavo mentre osservava orgoglioso il frutto della sua tenacia uscire dal mulino sotto forma di farina; mi ha sempre affascinato la cosa. Così, quando nel 2010 è venuto a mancare, ho deciso di non far scomparire questo rito”. Massimo si è informato, ha adempito a tutti i doveri burocratici e ha aperto un laboratorio in casa per poter produrre in regola la farina.
Le farine che piacciono anche ai panettieri
“Produco farina gialla e farina bianca semi-integrale, che di fatto sono l'espressione della tradizione contadina trentina”. Per alcune fasi delle lavorazioni, si avvale anche della collaborazione di realtà sociali del territorio, dedicate a persone in situazioni di svantaggio o di disabilità, come la Cooperativa Gruppo 78 e la Cooperativa Sociale Amalia Guardini. E nel frattempo si è fatto conoscere pure dai panificatori della zona, in primis i fratelli Piffer che “hanno ideato il pane Macina Vettori. Lo si trova in tutti i punti vendita di Panificio Moderno”.
È vero, col passare del tempo Massimo si è reso conto che quel mulino era divenuto ormai obsoleto, e ne ha comprato un altro a pietra. Ma quel mulino di ferro a cilidri è e sarà sempre il simbolo della sua impresa in onore del padre.
Manzano di Mori - via Androna, 1 - 347 9812419 - www.facebook.com/Molino.Vettori.Farine.Biologiche
a cura di Annalisa Zordan