La competizione, la finalissima e i 7 saggi
San Pellegrino Young Chef, un anno dopo. Si gioca a Milano la partita finale della competizione che si prefigge di premiare il talento giovanile esaltando le doti degli chef più promettenti del panorama gastronomico internazionale. E tre giorni fa loro hanno accettato ancora una volta la sfida, puntuali all’appello con l’ultima prova sotto i riflettori del The Mall, dopo aver trionfato nei rispettivi gironi che li hanno visti impegnarsi per mesi, dalle prime selezioni alla messa a punto dei piatti vincenti. Dietro al tavolo dei giudici, allineati l’uno accanto all’altro col piglio compassato delle grandi occasioni (ma a trapelare è anche lo sguardo benevolo che accompagna l’emozione degli sfidanti, da maestro ad allievo in cucina come sul palco) sette grandi nomi dell’alta ristorazione mondiale: Gaggan Anand, Elena Arzak, Mauro Colagreco, Carlo Cracco, Wylie Dufresne, David Higgs e Roberta Sudbrack . Dall’altra parte, affaccendati tra pentole e mise en place, i 20 giovani finalisti, in rappresentanza di altrettante cucine nazionali. Ma a guardar bene, la presenza italiana non è mai stata numerosa come quest’anno.
L’Italia fuori
Con il giovane Alessandro Rapisarda, eletto campione tricolore lo scorso giugno in occasione della finale nazionale e affiancato dal tutor Davide Oldani, partecipano alla competizione che decreterà il vincitore assoluto anche Andrea Miacola e Matteo Zonarelli, rispettivamente in rappresentanza del Benelux e del Nord Est Asiatico (da Macao, dove Matteo lavora nello staff di chef Umberto Bombana). Ma il meccanismo delle finalissime, si sa, non può che essere spietato. E così la tre giorni di gara si è articolata secondo copione: alle copiose eliminazioni della prima e seconda giornata (il 13 e 14 ottobre) è seguito l’ultimo duello a tre, i più meritevoli di alzare la coppa del San Pellegrino Young Chef 2016 secondo insindacabile verdetto della super giuria. Sul campo sono caduti in molti, a cominciare dai ragazzi italiani: neanche il Risotto alla marinara di Rapisarda che tanto aveva convinto in sede di finale nazionale (e pure perfezionato grazie ai consigli del patron del D’O, che il piatto l’aveva definito buono ed elegante, lodandolo per la sua immediatezza) è riuscito a strappare un biglietto per l’ultima prova, nonostante l’interessamento e la curiosità manifestati dai giudici.
Lo spettacolo della finale
A disputarsi il gradino più alto del podio, invece, sono arrivati Shintaro Awa, origini asiatiche ma in gara per la Francia, dalla cucina dell’Hotel Bristol Epicure di Parigi, David Andres, spagnolo dell’ABaC Restaurant di Barcellona, e Mitch Lienhard in rappresentanza degli Stati Uniti, da una delle più celebri cucine americane a tre stelle, il Manresa di Los Gatos (California). E a parlare nella finale di sabato sono stati ancora una volta i piatti, preparati live davanti alla platea del The Mall, sotto la pressione dell’inesorabile countdown proiettato sui maxi schermi in sala: Maccarello con patate per la Francia, Latte di capra, pistilli di carciofo, agnello e fumo di pino per la Spagna, Anatra arrosto con arancia speziata e patata dolce per l’America.
Il nome del vincitore, annunciato da un impeccabile Alessandro Cattelan come talent show comanda (qualcuno ha ancora dubbi sulla mediaticità degli chef?), arriva poco prima delle 21, a chiudere quasi due ore di spettacolo in diretta streaming che si finge prima serata televisiva: qualche battuta di rito con la giuria dei “7 saggi”, che si sbilanciano sulle qualità indispensabili del perfetto young chef, l’endorsement dei mentori – Yannick Allenò, Andoni Luis Aduriz, Dominique Crenn – gli applausi a scena aperta, gli stacchetti musicali, i contributi video e le cucine operose sullo sfondo.
Il premio in California. Orgoglio Usa
And the winner is Mitch Lienhard, che colpisce dritto il bersaglio col suo bagaglio di competenze tecniche. Premi di consolazione per Daniel Nates, alfiere sudamericano, che si aggiudica l’Inspiring message Award grazie al voto della rete, e Alessandro Rapisarda vincitore dell’Acqua Panna Contemporary Tradition Award: così il giovane chef si prende la rivincita per l’indubbia capacità di interpretare la tradizione marchigiana (e italiana) rinnovandola, nel rispetto dei grandi ingredienti del territorio. Intanto però anche quest’anno – dopo un 2015 nel segno dell’Irlanda di Mark Moriarty - il premio approda lontano, di là dall’oceano, sancito dalle parole di un’orgogliosa Dominique Crenn, che chiosa sul grande valore della cucina americana contemporanea. Quando il turno dell’Italia?
a cura di Livia Montagnoli