Eravamo ad Ascoli per visitare una azienda che produce splendide olive ascolane (Ascolive di Paride Vagnoni) e con l'occasione abbiamo pensato di deviare per Offida a riassaggiare un vino frizzante ancestrale che avevamo provato e ci aveva colpiti a Vinitaly. Così siamo entrati nell'antico suggestivo palazzo che ospita l'enoteca della cantina Ciu Ciu, la casa madre del gruppo che fa capo ai fratelli Valter e Massimiliano Bartolomei, sperando di ritrovare quell'etichetta di Pietramore che fa parte della loro galassia vinicola. Il vino non c'era, ma abbiamo trovato una storia singolare.
Il miracolo della Croce Santa
Una storia che ci ha riportati all'attualità: nientepopodimeno che alla controversa questione della carne coltivata (o "sintetica" come la chiamano in genere coloro che la avversano). E la cosa singolare è che a parlarci di carne (in questo caso meglio forse chiamarla sintetica) è stato il racconto di un miracolo, quello che sta alla base della storia della Santa Croce e che dà il nome alla Chiesa più amata di Offida, alle spalle del palazzo che ospita Ciu Ciu.
L'ostia rubata e la carne
Il miracolo, avvenuto i torno al 1270 e "confermato" da diverse bolle papali a partire da quella di Bonifacio VIII, è semplice e al tempo stesso incredibile: un'ostia consacrata messa sul fuoco in un tegame di coccio si trasforma in un pezzo di carne sanguinolento. E ora, insieme al panno che lo avvolgeva, è conservato in un reliquiario inserito appunto nella Santa Croce, opera di argenteria veneziana, che dà il suo nome alla Chiesa degli agostiniani da poco riaperta dopo i danni dovuti all'ultimo terremoto.
La storia ha davvero dell'incredibile. Altrimenti che miracolo sarebbe? Tal Ricciarella da Lanciano chiede consiglio a una fattucchiera su come riconquistare il marito fedifrago. La maga le dice di rubare un'ostia consacrata durante la messa e di cuocerla sul fuoco. La donna prende l'ostia mentre finge di prendere la comunione e a casa la mette in un coppo sul fuoco. All'istante però l'ostia si trasforma in carne e comincia a buttare fuori sangue. Spaventata la donna getta cenere sulla fiamma, chiude la "cosa" un lino e lo sotterra in cantina. L'asino diventa inquieto, non vuole entrare in stalla, scalcia e scava la terra con gli zoccoli. La donna è terrorizzata e porta tutto al priore del convento agostiniano di Lanciano il quale, essendo di Offida, la porterà con sé quando torna alla cittadina natale e la dona al monastero agostiniano della cittadina marchigiana. E sarà Bonifacio VIII a confermare il possesso della reliquia alla Chiesa di Offida.
Il mito metafisico del corpo e della carne
Questa la storia. Uno dei diversi miracoli legati al mistero dell'eucarestia (la Comunione, il ringraziamento legato all'ultima cena). Una storia che ricorda quasi la febbre degli alchimisti che nei loro crogiuoli sul fuoco vivo cercavano di trasformare la materia in oro. In questo caso da un'ostia sacra si forma invece un lacerto intriso di sangue. Che simboleggia la presenza del corpo di Cristo di cui l'ostia è il medium. Senza voler essere blasfemi, l'idea della trasformazione in carne di una materia che carne non è, richiama con forza l'immagine della creazione di una carne per via "fantastica". Ma perché raccontare tutto questo.
Dal miracolo alla ricerca scientifica
Perché alla luce delle fantasie e delle credenze degli uomini di centinaia di anni fa che credevano alla possibilità che la carne potesse materializzarsi per miracolo addirittura da un'ostia, appare assurdo che diversi politici del terzo millennio continuino a demonizzare i "moderni alchimisti" che ricercano come realizzare un'importante fonte proteica per l'umanità senza uccidere altri esseri viventi. In sostanza, un miracolo moderno. Ma perché uno come Salvini o altri come i dirigenti di Coldiretti (che per decenni è stata la longa manus verso la campagna del partito cristiano in Italia) vogliono oggi impedire un altro miracolo, questa volta legato alla ricerca scientifica?