Milano e i mercati rionali. Una scommessa vinta
Molti sono già rientrati con pieno diritto tra le mete gastronomiche da non perdere in città, grazie agli sforzi di commercianti e consorzi, e con il sostegno di un'amministrazione comunale che crede nel valore della riqualificazione urbana come strategia di equilibrio sociale. Anche quando si tratta di riabilitare il ruolo di un mercato rionale, punto di incontro privilegiato e contenitore di eccellenze del territorio, a patto che dietro ci siano investimenti concreti e realtà degne di essere incoraggiate (e finanziate). E così, l'estate scorsa, Palazzo Marino tracciava un bilancio delle prime operazioni andate a buon fine, Lorenteggio e i suoi progetti solidali, la ritrovata struttura di Santa Maria del Suffragio, il mercato in Darsena di piazza XXIV Maggio, che da tempo veleggia spedito, e buona parte del merito si deve ai progetti visionari di Giuseppe Zen. Ma delle 21 strutture rionali, l'assessore al Commercio Cristina Tajani puntava a riqualificare concretamente quanti più plateatici possibili, garantendo da un lato il sostegno economico del Comune e incentivando, dall'altro, la costituzione di cooperative e consorzi in grado di presentare progetti originali e portarli a buon fine. E quando mancano pochi giorni all'apertura della prima Milano Food City, che scommette proprio sul ruolo aggregante e attrattivo del cibo e coinvolgerà pure alcuni mercati della città, Palazzo Marino conferma l'intenzione di proseguire sulla strada tracciata.
Progetti per il futuro. Il mercato di Isola
Entro la fine dell'anno, infatti, dovrebbero chiudersi i bandi di gara relativi al rinnovamento di altre tre strutture (rivela Repubblica): Lagosta, Wagner e Morsenchio. Con particolare attenzione sul mercato di piazzale Lagosta, cui fa capo il quartiere di Isola, dove l'iniziativa di dieci operatori – sono dodici in tutto, in uno spazio ridotto ma ricco di fascino, suggerito pure da Cesare Battisti del Ratanà, che qui fa spesso visita a un fruttivendolo di fiducia - ha portato alla costituzione di un consorzio per ripensare orari e modalità di fruizione del mercato di una delle zone più movimentate della città. Il modello, neanche a dirlo, è quello di Santa Maria del Suffragio, un moderno mercato con cucina aperto fino a tardi, che forse paga in perdita di autenticità lo scotto di questo desiderio di modernità. Più food hall che mercato di quartiere, insomma, ma comunque meritevole per il valore delle realtà coinvolte, Davide Longoni e il suo pane in primis, anche e non necessariamente modello da imitare. Ma il mercato di Isola sembrerebbe destinato a seguirne l'esempio, con l'idea di ricavare uno spazio, su 600 metri quadri di estensione complessiva, da allestire con tavoli e attrezzare per la pausa pranzo, o per la cena, con i prodotti cucinati in arrivo dai banchi.
Il mercato di piazza Wagner
Sul modello del consorzio, intanto, puntano anche gli operatori di Piazza Wagner (che il 6 maggio animeranno la Notte Golosa, prove generali in vista di un servizio di somministrazione in pianta stabile?), che dal Comune potrebbero ottenere un prolungamento della concessione e uno sconto di canone in cambio di un progetto di rinnovamento convincente. Nella struttura in attività dal 1929, del resto, non mancano le realtà d'eccellenza, come Cucina Barzetti (ospite fisso del box del salumaio Ceba da novembre 2016), con il risotto espresso del sabato mattina, e molte opportunità di degustazione quotidiane.
Senza escludere, nei casi più svantaggiati e periferici, l'intervento di finanziatori privati che investano in progetti di riqualificazione. Alternative al vaglio di Palazzo Marino, e ben accette per raggiungere un obiettivo dichiarato: “I mercati comunali coperti sono nati nel dopoguerra per calmierare i prezzi” ribadisce l'assessore Tajani “Oggi vogliamo rinnovare quella vocazione di servizio pubblico, da sola ormai obsoleta: rendendoli luoghi di socialità e presidio territoriale dove mettere a sistema idee ed energie per includere socialmente ed economicamente”.
a cura di Livia Montagnoli