La riscossa della salumeria, bengodi dei napoletani

11 Gen 2024, 15:57 | a cura di
Nella città partenopea il rito della salumeria si scopre sempre più vivo. Insegne antiche, botteghe cruciali per la spesa di quartiere, si reincarnano in luoghi del mangiare e del bere, per tutte le tasche

C’era una volta in Campania la puteca, la bottega di alimentari (l’origine è la stessa, la parola greca “apotheca”, magazzino): centro commerciale e sociale della vita del quartiere o, in provincia, del paese. Quelle specializzate in prodotti norcini e caseari sono chiamate salumerie, altrove anche pizzicherie, latterie, salsamenterie. A Napoli le salumerie sono una religione, presidio che la città ha mantenuto, molto più a lungo di altre, fronteggiando l’avanzata della grande distribuzione e la spersonalizzazione degli acquisti. In salumeria è fondamentale il rapporto di fiducia tra chi è dietro e chi è davanti al banco, venditore e cliente. Le salumerie sono il tempio in cui si officia il rito della spesa quotidiana (nell'epica del cinema la scena in cui Totò, in Miseria e Nobiltà, concorda con Enzo Turco di andare dallo “sciacquettier”, lo charcutier, il salumiere, per comprare pasta, pomodoro, salsiccia, uova e mozzarelle di Aversa) ma anche il luogo specializzato in “colazioni”, sostanziosi panini per la pausa pranzo di lavoratori e operai. O per la “marenna” dei ragazzi, a suon di panini con ricotta e salame, altro che merendine. 
In salumeria, a Napoli, si acquistano anche casatielli, pasta al forno, polpette, parmigiana, friarielli con la salsiccia: nel banco non manca mai una parte calda di saporite preparazioni da portar via (o da mangiare sul posto, magari in un cuzzetiello di pane cafone).

I nuovi format e l’omaggio alle salumerie

La ristorazione, si sa, è fatta di mode. Se nella maggior parte d’Italia, ad esempio, si ossequia il tempo che fu con il termine osteria o si omaggia la Francia, chiamando bistrot qualsiasi locale abbia un pavimento a scacchi, a Napoli la salumeria ultimamente stravince lessicalmente e nei format. Marketing, senz’altro, ma non solo: evocando nell’insegna il presidio della buona spesa cittadina, si dà una connotazione alla proposta, che si basa principalmente su una selezione di prodotti di qualità. Tra i locali di nuova generazione emerge la Salumeria Contavoli, a Chiaia: un banco ricolmo di salumi e formaggi e tavolini per gustare taglieri, piatti e prelibatezze selezionate. Sempre a Chiaia, sui gradoni, c’è La Puteca (ci permettiamo una deviazione linguistica), con vini naturali e birre artigianali. Nel cuore antico di Partenope, tra i vicoli che tagliano i Decumani, ecco la Salumeria UPnea: qui, tra oggetti pop e mostre fotografiche, si assaggiano taglieri, panini di grande caratura e piatti stagionali della cucina campana, in primis l’ottima genovese. Qui l'insegna è francesizzante, ma, è evoluzione di una tradizionale bottega Le Charcutier: nascosto dietro il mercato coperto di piazzetta Pontecorvo, il locale di Salvatore Cautero si è specializzato nel tempo nella selezione di ricercatezze italiane ed estere, anche enologiche, con una carta di Champagne da far invidia a uno stellato.

Salumieri e social

Le salumerie sono entrate in maniera roboante nell’era social, grazie alla socialità – reale questa - che vi si vive e al colore, al folklore su cui i napoletani giocano meglio di tutti gli altri. A parte casi eclatanti come quello di Donato Di Caprio (“con mollica o senza?” per intenderci), infarciti anche di ammore e malavita, non mancano sorprese concrete, che portano alla ribalta bravura e professionalità: l’Antica Salumeria Malinconico ne è l’esempio perfetto, con le sue ricette infallibili, la comunicazione sartoriale, la capacità di Alessio Malinconico di fare rete con insegne affini (in città e oltre, in tutta la Penisola), un claim vincente come “giovedì mezza giornata”, che, oltre ad essere semplice e vintage, inneggia anche al ritorno - tanto sentito oggi - ad un ritmo umano negli orari di lavoro.

Gli indirizzi per mangiare in salumeria

Campania Mia

Siamo al Vomero, nella nuova sede della gastronomia di Ciro Arenella, grande selezionatore delle eccellenze italiane, delle quali qui troviamo un vero condensato per appassionati. In bottega si viene per una spesa gourmet – vale il viaggio da altre zone della città - ma anche per uno spuntino d'autore, il semplice panino è un concentrato di bontà tutto da provare. Fatevi farcire un saltimbocca o assaggiate il monumentale casatiello, la pizza con la scarola, la parmigiana. Golosità alla portata di tutti.

Campania Mia - via F. Cilea, 59 - www.campaniamia.it

Antica Salumeria Malinconico dal 1890

Amore a prima vista per questa bottega di quartiere, nella zona alta e panoramica della città: aria retrò e popolare, approccio giovane nella comunicazione e nella proposta, con una serie di golosità da capogiro. Prima di tutto i salumi e i formaggi selezionati, che farciscono i panini insieme a conserve e verdure: il cavallo di battaglia è il panino ricotta e cicoli, memorabile. Poi le bontà preparate in casa, parmigiana, genovese, lasagna, friarielli e salsiccia. Pezzo forte dell'offerta quotidiana è la ormai leggendaria focaccia di Amelia (mamma di Alessio Malinconico, ultima generazione al timone del locale): deliziosa, fragrante, da non perdere.

Antica Salumeria Malinconico dal 1890 – c.so Vittorio Emanuele, 453 – instagram.com/salumeria_malinconico

Antica Salumeria Musiello 1931

Contorni, casatielli, primi del giorno, sottoli accompagnano il mix di salumi e formaggi presenti in banco, sia per la spesa che per uno spuntino corposo, magari un pranzo veloce con mezzo sfilatino farcito di tanta grazia. In pieno centro, nei pressi dell’ingresso di Napoli Sotterranea.

Antica Salumeria Musiello 1931 – via G. Nicotera, 85 - facebook.com/anticasalumeriamusiello1931

Salumeria Regina dal 1932

Apre i battenti al mattino presto questa piccola bottega con tavolini esterni, di fronte all’ingresso della Galleria Umberto I. Dall’assortimento in banco si acquistano prosciutti, salumi, mozzarelle di bufala, formaggi locali, ma anche contorni di verdura, timballi, insalate e altri piatti del giorno: con tutte le prelibatezze selezionate è possibile farsi preparare un tagliere o dei panini, magari per una pausa pranzo e un aperitivo genuino.

Salumeria Regina dal 1932 - via Santa Brigida, 17 - instagram.com/salumeria_regina

Salumeria Russo dal 1947

L’alimentari di Salvatore Russo è un indirizzo comodo per chi voglia fermarsi per uno spuntino in una delle zone più veraci di Napoli, la Pignasecca, che ha il cuore nel suo colorato mercato. Tutti i giorni in banco ci sono delle sorprese per farsi assemblare dei panini corposi con prodotti freschi e di qualità. Gentilezza assicurata.

Salumeria Russo – p.zza Pignasecca, 1 - facebook.com/alimentarirussogabriele

Strino

Datata 1949 questa gastronomia di Santa Lucia, a due passi dal lungomare. Qui ci si ferma volentieri per farsi preparare un panino fatto come si deve, oppure per gustare una selezione di specialità campane, anche cucinate, dal salame napoletano alla mozzarella di bufala, dai peperoni arrosto ai taralli sugna e pepe, accompagnati da un calice di vino, magari della regione.
 
Strino – via Santa Lucia, 86 - instagram.com/strinogastronomia_official

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