Una campagna olearia veramente surreale quella alla quale abbiamo assistito in questi ultimi mesi, con la siccità a farla da protagonista, olive che arrivavano a prezzi stratosferici (anche 180 euro al quintale per la pugliese Coratina) e produttori illuminati che hanno cercato di salvaguardare i profumi tipici delle tante varietà autoctone che caratterizzano la Penisola. Il tutto con lo spettro della crisi olivicola che sta attraversando la Spagna, primo produttore mondiale di olio extravergine di oliva, e che ovviamente sta condizionando i prezzi dell'oro verde a livello globale. Una serie di fattori, non proprio vantaggiosi, che però non hanno scoraggiato i tanti produttori che hanno deciso di portare alta la bandiera della qualità, sia in campo che in frantoio.
Oli d'Italia 2024 - la nuova guida di Gambero Rosso realizzata in collaborazione con Banca Monte dei Paschi di Siena e presentata al SOL (Salone Internazionale olio d'oliva) durante Vinitaly a Verona - racconta come la produzione di extravergine sta cambiando, rimanendo comunque un prodotto di altissima qualità. Quest'anno gli oli premiati con le Tre Foglie, il massimo riconoscimento, sono 191.
Il giusto prezzo
Uno dei pochissimi aspetti positivi del dimezzamento della produzione spagnola negli ultimi due anni, è che con il prezzo al dettaglio dell’extravergine comunitario che oscilla tra 8 e 9 euro il litro, e il 100% italiano che spazia tra i 10 e i 12, le persone sono obbligate a porsi una domanda davanti allo scaffale: che olio compro con un margine di differenza di un paio di euro? Possono sembrare pochi 2 euro, ma fanno la differenza, soprattutto se consideriamo che l’olio premiato con il miglior rapporto qualità/prezzo ha ottenuto un punteggio di 94/100 e costa 14 euro per litro (nel formato bag in box da 5 litri). Questa forbice che va restringendosi, porta il consumatore a sforzarsi di pensare e di fare confronti.
La campagna olearia 2023/2024. Puglia docet
Siccità invernale, piogge primaverili e caldo torrido in estate hanno creato una situazione a macchia di leopardo nella Penisola, con il solo Sud a vedere un segno positivo rispetto alla scorsa annata, mentre il centro-nord ha sofferto e combattuto contro rischi per l'allegagione e fioritura prima e attacchi di mosca olearia in seguito. In un contesto di questo tipo la parte del leone, o per meglio dire della leonessa, l'ha fatto la Puglia a cui si deve la metà della produzione nazionale e oli di grande potenza ed eleganza.
I migliori oli d'Italia secondo il Gambero Rosso
Come si dice spesso tra addetti al settore, è in annate difficili come questa che si è visto chi ha gestito al meglio il lavoro negli oliveti e in frantoio. E infatti non sono mancate le eccellenze che ci hanno deliziato naso e bocca con profumi vegetali, erbacei, di frutta secca e leguminose.