Oltre gli scandali. Batali c’è, Bloomfield non più
Mentre l’America attende i risultati delle elezioni midterm, a New York è la guida Michelin a prendersi la scena, nell’anno in cui tanti auspicavano che i nodi del #MeToo venissero al pettine, e invece il neodirettore della Rossa Gwendal Poullennec ribadisce senza timore che il giudizio premia le cucine e non gli chef, concentrandosi unicamente sulle esperienze degli ispettori. Ecco perché, pur registrando il dissenso della stampa locale, le insegne collegate a Mario Batali (comunque costretto da tempo a fare un passo indietro per gli scandali che l’hanno travolto) sono ancora tutte schierate: Babbo, Del Posto e Casa Mono mantengono la stella. Mentre non va così bene ad April Bloomfield: The Breslin all’Ace Hotel non fa più parte della compagine stellata, ma solo per demeriti della cucina, che ora manca “di consistenza e qualità”. Nel giro di pochi anni, dunque, la chef inglese, trascinata nei processi dell’ex socio Ken Friedman, perde ogni riconoscimento: nel 2016 era stata la volta del gastropub Spotted Pig, declassato a Bib Gourmand (oggi, dopo l’addio di Bloomfield, non è più nemmeno su quella lista), ora il passo falso del Breslin segna la fine di un’era iniziata nel 2005, con la prima conquista di una stella che la Michelin ha continuato a confermare un anno dopo l’altro. Ma al di là dei risultati – l’edizione 2019 della Rossa restituisce una fotografia sempre più stellata della ristorazione newyorkese, con 76 insegne che meritano uno o più macaron (erano 72 nel 2018, pesano nel computo finale anche diverse uscite) – sono diversi i motivi per polemizzare sulle scelte della guida a seguito degli avvenimenti dell’ultimo anno. Tra le “mancanze” più contestate, l’incapacità di premiare più insegne guidate da cuoche (due in tutto Emma Bengtsson per Aquavit, Melissa Rodriguez per Del Posto), una su tutte Daniela Soto-Innes per Cosme, l’apprezzatissimo ristorante messicano che fa capo ad Enrique Olvera, ancora a secco di stelle.
Le nuove stelle. Le Coucou e i noodle di Jeju
Chi invece si affaccia per la prima volta nell’Olimpo stellato è Le Coucou di Daniel Rose, moderna interpretazione di un bistrot francese, tra i favoriti dei pronostici già un anno fa. Con lui conquistano la prima stella altre 12 insegne, compreso il noodle bar coreano Jeju; e poi 5 nuove tavole giapponesi - Nakazawa, Kosaka, Noda, Okuda, and Sushi Noz – la cucinapiù informale dell’asiatico Tuome, il progetto ambizioso di David Bouley al Flatiron District – Bouley at home - inaugurato dalla vecchia gloria della ristorazione newyorkese un anno fa. Ancora Atomix, Claro e Oxomoco, e Le Grille di Joel Robuchon.
Il trionfo postumo di Robuchon
Il maestro della cucina francese, recentemente scomparso, ottiene bottino pieno: al macaron conquistato per la brasserie, aggiunge le due stelle assegnate pronti e via all’Atelier recentemente riaperto in città, che pure la primavera scorsa aveva raccolto le perplessità del super critico del New York Times Pete Wells. Tra le new entry nel gruppo dei bistellati anche Ichimura at Uchu, Gabriel Kreuther e Tetsu Basement, chiuso definitivamente quando la guida era già in stampa. Nessuna novità tra i tristellati, che continuano a spartirsi un trono per 5: Chef’s Table at Brooklyn Fare, Eleven Madison Park, Le Bernardin, Masa e Per Se. Ne deriva un quadro generale piuttosto conservativo, con la cucina giapponese di alta fascia ampiamente premiata – 6 delle 17 new entry servono sushi – la ristorazione francese ugualmente riconosciuta e due belle sorprese per la cucina messicana in città, entrambe a Brooklyn. 27, invece, sono gli ingressi nella squadra delle tavole Bib Gourmand, ora a quota 129; tra loro Una Pizza Napoletana di Anthony Mangieri, che si aggiunge ad altre storiche pizzerie in lista, come Don Antonio by Starita, San Matteo e Ribalta.
Tre stelle
Chef’s Table at Brooklyn Fare
Eleven Madison Park
Le Bernardin
Masa
Per Se
Due stelle
Aquavit
Aska
Atera
Blanca
Daniel
Gabriel Kreuther (new)
Ichimura at Uchu (new)
Jean-Georges
Jungsik
Ko
L’Atelier de Joel Robuchon (new)
Marea
The Modern
Sushi Ginza Onodera
Tetsu Basement (new, chiuso definitivamente)
Una stella
Agern
Ai Fiori
Aldea
Atomix (new)
Babbo
Bar Uchu
Batard
Blue Hill
Bouley at Home (new)
Cafe Boulud
Cafe China
Carbone
Casa Enrique
Casa Mono
Caviar Russe
Claro (new)
The Clocktower
Contra
Cote
Del Posto
Faro
The Finch
Gotham Bar and Grill
Gramercy Tavern
Gunter Seeger NY
Hirohisa
Jeju Noodle Bar (new)
Jewel Bako
Junoon
Kajitsu
Kanoyama
Kosaka (new)
Kyo Ya
L’Appart
Le Coucou (new)
Le Grill de Joel Robuchon (new)
Meadowsweet
The Musket Room
Nix
Noda (new)
NoMad
Okuda (new)
Oxomoco (new)
Peter Luger
The River Cafe
Satsuki
Sushi Amane
Sushi Inoue
Sushi Nakazawa (new)
Sushi Noz (new)
Sushi Yasuda
Tempura Matsui
Tuome (new)
Uncle Boons
Wallse
ZZ’s Clam Bar
a cura di Livia Montagnoli