Alla vigilia della cerimonia che assegnerà le stelle 2018 ai migliori ristoranti d'Italia, l'attenzione non può che concentrarsi, con un certo fervore campanilistico, su pronostici e dibattitti da toto-assegnazione. Nonostante siano diversi i nomi di (più che) papabili candidati all'investitura – prima stella, raddoppio o tripletta con crescente moto d'entusiasmo - che circolano con insistenza, quest'anno preferiamo commentare i risultati, più che avanzare le nostre speranze. All'appuntamento con il palco del Teatro Regio di Parma vestito a festa, del resto, non manca molto: dalle 10 del mattino, i protagonisti dell'alta ristorazione italiana si ritroveranno insieme sotto lo stesso tetto, l'aria carica di tensione, buoni propositi e belle speranze. Il tour della Rossa, però, non si ferma mai.
Michelin Germania 2018. Un nuovo Tre Stelle
Qualche ora fa, a Potsdam (Germania), una situazione più o meno analoga prendeva vita in occasione della presentazione della Michelin Germania 2018. Regalando belle soddisfazioni alla ristorazione tedesca, dopo un'edizione (la 2017) archiviata senza troppe sorprese. L'ultima ricognizione degli ispettori della Rossa in territorio teutonico, invece, ha portato all'incoronazione nell'Olimpo tristellato del ristorante Atelier, tavola esclusiva dell'hotel Bayerischer Hof, a Monaco di Baviera (un riconoscimento che ancora manca a Berlino, priva di insegne a 3 stelle). A festeggiare in cucina c'è il 35enne Jan Hartwig, frastornato alla notizia, “completamente inaspettata”. Lo chef conduce il ristorante da appena 3 anni, ma tanto è bastato per regalargli la più grande gioia della sua vita, “grazie a sapori che stupiscono per complessità, accostamenti intelligenti e grande sapienza tecnica”; 62 euro per il menu degustazione più costoso, da 6 portate, e un menu ispirato alla moderna cucina francese, con suggestioni dal Mediterraneo, per 35 coperti e una piccola terrazza. Ora, la Germania può contare su 11 tavole a Tre Stelle.
I nuovi macaron. C'è anche l'Italia
Ma anche il computo dei bistellati sale, toccando quota 39, con 4 new entry; mentre 29 tavole conquistano la prima stella: due di loro, Cookies Cream a Berlino e Seven Swans a Francoforte, propongono cucina vegetariana. Sempre a Berlino, festeggiano Tulus lotrec e Golvet, entrambe nuove entrate nella famiglia stellata. Tra le prime stelle anche una bella soddisfazione italiana, che arriva da Andernach, nella valle del Reno, dove la trattoria con enoteca Ai Pero conquista il suo primo macaron (si servono pizza, pasta e risotto, ma in cucina c'è uno chef tedesco, Frank Seyfried). Bilancio positivo, dunque, con il numero complessivo di insegne stellate che raggiunge le 300 attività (250 a quota 1 stella), contro le 292 referenze dell'anno passato (ricordiamo però che la nazione con la maggior concentrazione di stelle – chiaramente la Francia – annovera oltre 600 ristoranti degni di appuntarle sul petto). Si dice soddisfatto dal quadro generale Michael Ellis, direttore della guida, che conferma la Germania “tra le destinazioni più ambite da chi cerca tavole di alta cucina, grazie a una nuova generazione di giovani chef molto motivati a fare bene”.
Michelin Germania 2018. Le nuove stelle
Tre Stelle
Atelier, Monaco di Baviera
Due Stelle
Le Cerf al Wald e Schlosshotel, Friedrichsrue
Schwarzenstein Nils Henkel, Geisenheim
Keilings Restaurant, Bentheim
Courtier, Wangels
Una Stella
Berlino, Cookies Cream
Berlino, GOLVET
Berlino, tulus lotrek
Burg (Spreewald), 17 fuffzig
Grenzach-Wyhlen, Eckert
Mannheim, Emma Wolf since 1920
Mannheim, Le Corange
Tuttlingen, Anima
Ulm, SIEDEPUNKT
Kötzting, Leo's by Stephan Brandl
Monaco di Baviera, Schuhbecks Fine Dining
Monaco di Baviera, Schwarzreiter
Hilders, BjörnsOx
Kassel, Voit
Amburgo, Jellyfish
Usedom/Heringsdorf, The O'room by Tom Wickboldt
Buxtehude, N°4
Düsseldorf, Fritz's Frau Franzi
Düsseldorf, Yoshi by Nagaya
Essen, Schloss Hugenpoet Laurushaus
Haltern am See, Ratsstuben
Colonia, WeinAmRhein
Meerbusch, Anthony's
Schmallenberg, Deimann-Hofgut
Andernach, Ai Pero
Andernach, Yoso
Kallstadt, Intense
Kirchheim an der Weinstrasse, Schwarz Gourmet
Wenigerode, Zeitwerk by Robin Pietsch
a cura di Livia Montagnoli