Non vogliamo a tutti i costi denigrare la capacità comunicativa di questo governo, ci mancherebbe altro. Ma - come dire - ce le tolgono di bocca! Dopo il flop della Venere rifatta per la Santanchè e costata un botto di soldoni (flop sia a livello di critica che di media, visto che non si è visto quasi mai!) da qualche tempo è andato insieme una lo sportone con gli azzurri della pallavolo che sponsorizzano la pasta. Un'operazione dal costo - sembra - di 500mila euro in cui i nostri atleti coordinati dall'allenatore si palleggiano i pacchi di pasta e poi se la cuociono e se la mangiano. E il coach, Ferdinando De Giorgi, che lancia ai suoi capitanati da Simone Giannelli nel ritiro di Cavalese, lo slogan: la pasta, integratore di felicità.
Si gioca a palla con il prodotto di chi coltiva grano
Cosa c'è di male. Bah, la cosa passerebbe anche inosservata se non ci fosse qualche stortura che a poco a poco salta all'occhio e fa anche un po' imbestialire. Per esempio: ha senso tirarsi come palloni i pacchi di pasta prima di cucinarli? Fa sorridere l'esercizio che cerca i toni dell'allegria. Ma quella pasta tirata per aria e impallata da un lato all'altro di una grande cucina, come arriverà a tuffarsi nell'acqua bollente? Un po' spezzettata, si potrebbe intuire! Non solo: quello è il prodotto di coltiva il grano e da mesi sta denunciando che il prezzo per quel grano è iniquo, che non copre neppure i costi di produzione. E questi ragazzi, uno dei fiori all'occhiello del nostro sport, ci giocano goliardicamente a palla? Istigati dall'allenatore: "Venite con me, oggi c'è un allenamento molto speciale". E via a tirarsi i pacchi.
Atleta in cucina con le pinze: ma chi lo fa?
Poi, Simone Giannelli cucina: immaginate un ragazzone duri 27 anni che spadella la pasta con le pinze e che assaggia sempre con le pinze, non con una banalissima e comoda forchetta! Il risultato che si immagina? Lo trovate su YouTube nel backstage dello spot: era di cedrare la bocca e deve ripetere più volte la scena perché gli casca tutto per terra. Ma questo, va beh, non si vede nello spot ufficiale.
Impegno del governo per la filiera che però si infuria
“La campagna è un momento significativo per evidenziare l'impegno costante del Governo italiano nella promozione della pasta italiana, valorizzando i suoi aspetti nutrizionali, la sostenibilità della filiera e la connessione tra gusto e salute e rappresentando un ulteriore passo avanti nello sviluppo del settore". Proclama un comunicato emesso al momento della presentazione dello sportone da un board composto da: Francesco Lollobrigida, Gran Cognato e Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, da Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani e da Orazio Schillaci, Ministro dello sport. Una campagna voluta a gran voce dall'Ismea commissariata e guidata da Livio Proietti. Ora, alle parole: "sostenibilità della filiera" i nostri agricoltori sono sobbalzati. Ma come? Da mesi si denuncia una situazione drammatica per il settore, con una crisi che rischia di azzerare le coltivazioni italiane di grano, e si parla di filiera sostenibile?
"Insegniamo a cuocere la pasta"
Però, si però c'è anche dell'altro: ma davvero in Italia abbiamo bisogno di uno sportone da mezzo miliardo di euro per pubblicizzare la pasta? Sinceramente sembra abbastanza inutile. Così, il ministro Lollobrigida propone anche un'altra iniziativa: mettere sui pacchi un qrCode per collegarsi alle istruzioni su come cuocere la pasta. Beh, potrebbe anche essere un'idea. Ma certo non serve a nulla per questo spot che va in scena solo in Italia. E che va in scena - in audio - anche sulla radio. Ma qui, invece di tirarsi i pacchi, il. Coach propone una pausa e invita i ragazzi a mangiarsi un piatto di pasta. Normale, no? Una spaghettata da mezza pausa durante gli allenamenti. Il rischio, in questo caso, è che vada di traverso...