Lo studio
È il sogno del 70% dei giovani italiani di età compresa fra i 16 e 18 anni: diventare chef è oggi una delle aspirazioni principali dei ragazzi, sempre più appassionati di cucina e dei lavori artigianali, manuali e che richiedono creatività. Sono questi i dati diffusi dall'agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co., che alla vigilia del Micam, fiera internazionale dedicata al mondo delle calzature iniziata il 12 febbraio scorso, ha realizzato questo studio su un campione di 500 ragazzi tra i 18 e i 26 anni, monitorando le principali piattaforme online dedicate al lavoro.
I risultati: il 70% dei giovani vuole diventare chef
Sempre meno giovani (appena il 12%) aspirano a diventare medico, e lo stesso vale per il mestiere di avvocato (15%). Il 70% dei ragazzi invece ha un'alta considerazione del lavoro di giornalista, che però viene ritenuto da tutti sottopagato e, proprio per questo, rimane l'obiettivo da inseguire solo per il 23% dei giovani. Dal sondaggio, è uno su tutti il fattore discriminante nelle scelte dei ragazzi che emerge chiaramente: la creatività. Sono infatti le professioni che richiedono maggiore sforzo creativo quelle più in voga fra i giovani italiani. È il caso dell'architetto (29%) ma soprattutto di quei mestieri definiti “antichi”, tutte quelle attività che in passato hanno fatto conoscere l'artigianalità italiana nel mondo e che hanno reso il made in Italy sinonimo di qualità ed eccellenza. Professioni come il sarto, l'agricoltore, il ceramista e, naturalmente, lo chef. Complici i molteplici programmi televisivi, i tanti siti e blog specializzati e il continuo parlare di cucina negli ultimi anni, il mestiere del cuoco è tornato alla ribalta, tanto da diventare il sogno del 70% dei ragazzi. Ma non è sempre la passione per la buona tavola a spingere i ragazzi a dilettarsi in cucina. Tutt'altro: secondo la ricerca portata avanti da Klaus Davi & Co., nella maggior parte dei casi lo chef si consolida come mestiere da sogno perché garantisce, agli occhi dei più giovani, denaro e visibilità. È la voglia di affermarsi, il desiderio di notorietà, la figura dello chef/vip che in poco tempo si è così radicata nell'immaginario collettivo ciò a cui aspirano i cuochi di domani, spesso sottovalutando l'altra faccia della medaglia – quella reale – del mestiere di chi tutti i giorni trascorre molte ore nella cucina di un ristorante, con tanta fatica e ben poca visibilità.
Il fascino delle professioni antiche
Ma non solo cucina: il 31% dei ragazzi sogna di fare l'orafo, il 24% vorrebbe diventare calzolaio e il 15% l'agricoltore, un dato apparentemente irrilevante ma sorprendente per il settore primario, che ha visto negli ultimi anni una rinascimento dell'agricoltura, un ritorno alla terra a tutti gli effetti che coinvolge un numero sempre maggiore di giovani. In quinta posizione fra i mestieri più ambiti, un risultato insolito: il liutaio (20%), professione dal fascino retrò che affonda le sue radici nella prima metà del Cinquecento. Altra attività artigianale di antica tradizione è quella del ceramista, che rappresenta il lavoro dei sogni per l'8% degli italiani, mentre c'è una percentuale del 5% che inizia a interessarsi all'arte di intrecciare cesti di vimini. Mentre una fetta di giovani veneti (12%) sogna di diventare remér, addetto alla costruzione di forcole e remi per le gondole veneziane. Insomma, il dato da non sottovalutare è la crescita di interesse costante verso i lavori manuali, quelle attività dimenticate che hanno rappresentato per secoli un vanto per la nostra Penisola e che, mai come oggi, simboleggiano la forza dell'artigianato made in Italy.
a cura di Michela Becchi