Ci sono gli habitué del quartiere ma vengono un po’ da tutta Roma Sud per la spesa mirata o d’ispirazione e i prodotti pronti a portar via. All’ora di pranzo però sono gli stand di street food a catturare l’attenzione e il sabato la piazzetta centrale con i tavolini si riempie velocemente. Spesso si sente anche parlare inglese perché al mercato di Testaccio si organizzano piccoli tour gastronomici guidati, e non a caso: è un mercato rionale autentico con una storia di duemila anni, e molti dei titolari dei banchi li portano avanti da generazioni. Allo stesso tempo è moderno e pulito, da quando nel 2012 s’è trasferito da piazza Testaccio a via Galvani ed è stato ricostruito secondo il progetto minimalista dell’architetto Marco Rietti. Aperto sui lati come i mercati rionali tradizionali ma coperto da pannelli traforati che riparano da sole e pioggia, è ampio e luminoso. Con oltre 100 banchi, inclusa l’area non food, c’è il rischio di perdersi nell’infinità delle proposte. Il consiglio è di non lasciarsi scoraggiare nella scelta e tornarci più volte: non è difficile trovare il proprio banco del cuore.
Una storia antichissima e la scoperta dell'horreum
Duemila anni fa in questi luoghi si immagazzinavo merci per tutto l’Impero Romano. Mentre poco lontano le anfore olearie frantumate hanno dato forma allo storico Monte dei Cocci, qui sotto è stato scoperto un horreum, un centro di stoccaggio delle anfore del “vino dei legionari" (un vino di dubbia qualità, mescolato con miele e spezie), che arrivava dall’Etruria per vie fluviali. Le anfore svuotate mescolate ad argilla e impilate andarono a costruire un sistema murario traspirante che ancora si può vedere durante le visite archeologiche organizzate durante le aperture speciali.
In queste serate, in cui il mercato apre le porte animato da musica live, rivivono in qualche modo le antiche “ottobrate romane”, le gite festaiole dei primi del Novecento dove anche in questi luoghi si ballava a suon di tamburelli e scorreva vino a fiumi, innaffiando trippa di vitella e cosce d’abbacchio.
Il pesce
La storica pescheria della famiglia Mastroianni è uno dei banchi più longevi del mercato (box 94), che si porta avanti da quando la bisnonna Marietta partiva dal vecchio mercato e attraversava il Tevere in barca per prendere il pesce fresco a via Ettore Rolli. Alle pareti campeggiano le foto di Marcello Mastroianni con il cugino Maurizio. Oggi è suo figlio Danilo che lo gestisce con lo stesso entusiasmo. Pochi metri più in là, al Mastro Popone bistrot, uno dei banchi più eleganti del mercato, la sorella Romina cucina tagliolini freschi con sughi di mare e cartocci di fritture. Di fronte ai Mastroianni anche la Pescheria Simona e Daniele sfoggia un banco di pesce ben fornito con proposte di pronto cuoci.
Dall'ex Mattatoio, la tradizione della macelleria
Qui non si viene tanto alla ricerca della Wagyu o del Cube Roll di manzetta prussiana a lunga frollatura, anche se per una bella bistecca non mancano i banchi dove trovare i tagli nobili di “madame” Scottona, come la chiamano da Fagnani. Il mercato di Testaccio è il paradiso della carne soprattutto per chi adora il quinto quarto e i tagli popolari della cucina laziale: coda, trippa e animelle campeggiano in molti dei banchi, come le spuntature di maiale, le coppiette o il guanciale di Amatrice (da Stecconi-l’Amatriciano). In lavagna anche carni succulente e di qualità come il maialino sardo e l’abbacchio abruzzese.
E il plus è essere serviti col sorriso osservando i gesti sapienti nel maneggiare e tagliare le carni di chi magari porta avanti l’esperienza tramandata da generazioni, perché nell’ex Mattatoio di fronte «a Testaccio c’era la scuola», come racconta Gianfranco, alla guida della Macelleria Legri, unico banco dove trovare la carne equina. Da Sartor si va poi a colpo sicuro per il pollame quasi tutto bio e da allevamenti sostenibili (tra cui Pulicaro e San Bartolomeo), oltre che per l’abbacchio romano Igp.
L’ortofrutta e il primo banco vegan
Numerosi sono i banchi di lungo corso, da Giancarlo “il Velletrano”, a Filippo de Meo, Il “burino”, all'Ortofrutta Marco e Mattia, con prodotti di produzione propria o dei loro territori. Fuori di Zucca e Cogooni Fruit hanno gli stand più grossi e attraenti nei colori, con vegetali e frutta fresca perfettamente disposti. Da Delizie di Verdura si trovano anche rarità come porcini freschi, ovuli o lumache. Tra le novità del mercato, anche un banco certificato da Campagna Amica.
Non è facilissimo da trovare ma merita una visita il Vegan Store, primo banco vegano in un mercato della capitale. Alla guida Barbara che si è ricavata un angoletto tutto suo che profuma d’incenso e dove la musica del sitar ti trasporta lontano. Col sorriso sulle labbra, pesa sulla bilancia frutta secca, semi e legumi sfusi. All'interno anche un grande frigo con burgers, affettati e formaggi 100% veg.
Mangiare al mercato
Mordi e Vai è il banco più verace di tutti, capitanato da Giuliano Esposito, che dall'apertura del nuovo mercato ha dato nuova vita ai piatti poveri e "ignoranti" della cucina romana facendoli diventare golosa farcitura: vanno a ruba all'ora di pranzo le sue ciabatte inumidite nel brodo e riempite con la pajata di vitella al sugo, le mitiche polpette di allesso o la trippa alla romana. Da Teo a Testaccio si va soprattutto per la pizza bianca con la porchetta di Ariccia, succulenta e dalla deliziosa crosticina. Sempre frequentato anche Food Box di Marco Morello, dove sono protagonisti i supplì classici "al telefono" o nelle varianti dello chef (tra i tanti, all'amatriciana o con melanzane e pecorino), ma anche altre celebri fritture, dai romani carciofi alla Giudia alle frittatine di pasta di tradizione campana.
Aggirandosi tra i banchi si sentono i profumi di Casa Manco, che sforna una delle migliori pizze al taglio di Roma e attira sempre una lunga file di visitatori, romani e non. Imperdibile la pizza bianca al sesamo, ma va a ruba quella con crema di pecorino, miele e guanciale.
Per un buon piatto di casarecce di semola Senatore Cappelli o dei favolosi ravioli al nero di di seppia con bufala, fiori di zucca e alici (da cucinare a casa o serviti caldi), si va da Le Mani in Pasta, piccolo pastificio artigianale che usa farine di semola 100% bio da un piccolo mulino umbro e prodotti freschissimi. Da alcuni anni accanto si affianca il bancone di Altro, distributore del noto pastificio Renzo e Lucia, che sfodera una lavagna con una lunga lista di pasta all'uovo fresca e ripiena, dai tonnarelli alla gricia ai ravioli con funghi porcini.
Non mancano le proposte di street food di altre regioni, vedi la piadina romagnola di Rosa Cucina Italiana o la farinata di ceci e il panino con il lampredotto di Sicché, tempio di cibo di strada toscano. Chi preferisce assaggiare le cucine internazionali, trova souvklaki e pitas con gyros da Spiros, noodles e riso con verdure e spezie di ispirazione thai da Altro Green o i ravioli cinesi d’asporto al Dumpling Bar, espansione del format ideato da Gianni Catani.
Mercato di Testaccio
Via Aldo Manuzio, 66b
Il mercato è aperto dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 15:30.
http://www.mercatoditestaccio.it/
instagram.com/mercatoditestaccio
Sito e pagina instagram sono aggiornati con le date di apertura speciale, eventi e workshop anche per bambini