Signora dei mari del sud, Siracusa è tra le città più affascinanti della Sicilia, grazie soprattutto al suo splendido centro storico. Non di meno, la gastronomia della città, influenzata fortemente dai greci, è un richiamo fortissimo per i turisti italiani e stranieri. E come sempre quando si parla di cucina siciliana, lo street food è la forma più immediata per comprendere sapori e tradizioni del territorio. Dove? Al mercato cittadino, naturalmente.
Il pesce del mercato di Ortigia a Siracusa
Porta ancora il nome dell'edificio costruito nel 1900 sulle antiche mura spagnole, a ridosso del Tempio di Apollo, l'odierno mercato di Ortigia, che un tempo era al coperto e che dagli anni '80 svolge le attività di commercio sulla vivace via Emmanuele De Benedictis. Si sviluppa tra banchi di pesce, frutta, verdura e spezie che ricordano, in piccolo, un suq arabo. Ci si arriva facilmente attraversando ponte Santa Lucia - che collega la città all'isola - e poi lasciandosi alle spalle piazza Pancali. Colorato e folkloristico, l'Antico Mercato è tappa imperdibile di un memorabile giro turistico che include soste gastronomiche di grande soddisfazione. Sì, perché qui, tra le "vanniàte" dei venditori, è possibile prendere a morsi l'autentico street food siracusano, che si fa apprezzare in primis per la copiosa offerta di crostacei e frutti di mare (ricci, ostriche, fasolari, scampi, gamberi, cozze e vongole) appena pescati e venduti crudi, con una spruzzata di limone (e a prezzi competitivi).
Cosa si mangia al mercato di Ortigia
Per avere la certezza di consumare prodotti sicuri, bisogna sedersi a uno dei tavoli di Cappuccio (aperto da aprile a novembre), colonna portante dell'ittica aretusea che con la sua barca scandaglia il largo delle coste cittadine per portare al mattino nel piccolo locale tutto il buono che il mare ha da offrire, ben lavorato in bruschette di alici, zuppa di cozze, gamberi marinati, frittura di paranza, tartare o burger di tonno. Gli amanti dei prodotti caseari possono contare sulle specialità del Caseificio Borderi, che trasforma il latte degli allevamenti di zona in ricotte, mozzarelle, primo sale e stagionati da leccarsi i baffi. Qui i formaggi non sono i soli protagonisti, perché insieme a salumi, olive condite, sottoli e pomodorini secchi si fondono in un connubio di sapori che rende unici i panini di Borderi, realizzati tra balli e risa sul banchetto all'ingresso della bottega sotto l'obiettivo degli smartphone dei clienti che vogliono catturare ogni istante della preparazione di questa "meravigghia".