Il Mediterraneo in Fiera
Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo. Un bacino di dimensioni tutto sommato ridotte, sul totale della superficie terrestre coperta dal mare. Eppure strategicamente vitale per lo sviluppo di civiltà che hanno attraversato secoli di storia, a cavallo tra l'Europa, l'Africa e l'Asia, contaminandosi l'un l'altra sulle rotte di un'evoluzione culturale figlia di accordi commerciali, alleanze politiche, condivisione di idee e risorse. Questo è stato dagli albori della civiltà il Mediterraneo, un crocevia di scambi, storie, linguaggi, arte e cultura. Questo sarà, dal 23 al 26 novembre, il Mercato Mediterraneo allestito alla Fiera di Roma, alle porte della Capitale direzione aeroporto di Fiumicino. Un progetto dedicato alla filiera agroalimentare che vuole valorizzare il cibo, chi lo produce e chi lo consuma. Come, lo rivelerà la prima edizione della rassegna organizzata con il supporto del Comitato Scientifico presieduto da Alfonso Pecoraro Scanio, che mette insieme economisti, antropologi, esperti di comunicazione e turismo, e persino un alberologo. Impresa non facile, data la vastità della materia e la molteplicità di intenti. Al Mercato Mediterraneo, articolato tra due padiglioni della Fiera, si potrà acquistare, degustare, conoscere, incontrare buyer italiani e internazionali: una riproduzione in scala della realtà mediterranea, fatta di affari, storie e culture. Due i valori fondanti, l'esperienza – quella di sapori, profumi, suoni – e la sinergia, che sott'intende cooperazione tra culture e valorizzazione dei singoli territori del Mediterraneo.
L'expo agroalimentare
Il pubblico, che si attende numeroso, sarà il motore della manifestazione, con momenti di educazione alimentare e spettacolo per tutti, opportunità di business per gli operatori del settore, percorsi sensoriali insoliti per gli appassionati di cibo. Momenti dedicati alla scoperta di verità date per scontate. Per esempio, quante diverse forme di pane si producono nel bacino mediterraneo? 1350, differenti per occasione d'uso e valenza simbolica, molte legate a rituali religiosi. E chi ha coltivato per primo i limoni in Sicilia? L'influenza degli Arabi, quando si ricostruisce la storia della Trinacria, è costante. A loro si attribuisce anche l'invenzione del torrone, e di tante ricette rielaborate nel tempo, fino a diventare patrimonio della cucina italiana. L'expo, organizzata in 5 aree tematiche su 20mila metri quadri, proporrà percorsi tematici, workshop, showcooking, momenti di incontro con i protagonisti, laboratori, che svilupperanno le macro aree espositive: civiltà del grano (lo spazio più ampio della fiera), civiltà del mare, extravergine, contaminazioni (dalla via del cous cous alla via delle spezie, seguendo percorsi mercatali circolari), metterci la faccia, con gli interlocutori dell'area dedicata a convegni, tavole rotonde, talk. L'ambizione è quella di “colmare un vuoto del panorama fieristico” ha spiegato l'Amministratore Unico di Fiera Roma Pietro Piccinetti in conferenza stampa, facendo leva sull'appeal della cultura alimentare: “Offriamo al territorio una manifestazione che fonde affari e cultura, scambi e storie, sapori e saperi, partendo dai prodotti agroalimentari, da sempre veicolo di identità e al tempo stesso integrazione e mescolanze. Fiera Roma accende i riflettori sul Mediterraneo e la sua ricca tradizione di prodotti della terra, che è insieme cultura, salute, economia e storia. E ricandida Roma a svolgere appieno il suo ruolo di Capitale di questa area del mondo”. Il programma, bisogna ammetterlo, è davvero sconfinato, e l'aiuto dei “Virgili del gusto”, come sono state ribattezzate le guide preposte all'orientamento tra gli stand, giocherà un ruolo determinante per raccontare storia e caratteristiche dei prodotti in degustazione, o indirizzare il pubblico ai diversi percorsi tematici, tra dieta mediterranea e pizza, etnobotanica e via del sale.
All'organizzazione di laboratori e attività, invece, presiede Slow Food Roma. E tanti saranno pure gli appuntamenti curiosi, per imparare a realizzare una rete (un pretesto per raccontare l'importanza di salvaguardare la biodiversità marina) o degustare olio con degustatori in arrivo da tutto il mondo. Per mettere le mani in pasta, laboratori di panificazione, raccolta di erbe spontanee, gestione della pasta madre. E sul piano scientifico lectio magistralis alla scoperta di antiche civiltà, stili alimentari virtuosi, comunicazione del cibo. Dove si mangia? Nelle aree gastronomiche tematiche, che raccontano la cultura del Mediterraneo: Pane e mare è la trattoria di mare che porta in tavola la biodiversità ittica,l'Ostricaro è il corner dedicato alle ostriche (tra l'altro già allevate in Bretagna più di 2mila anni fa, da tal Sergius Orata), la Pizza, con il suo ristorante dedicato, non ha bisogno di spiegazioni ulteriori. Si chiude ogni sera con spettacoli musicali, tra taranta e sirtaki, per rappresentare la voglia di fare festa del Mediterraneo. Porte aperte dalle 10 alle 22 (domenica fino alle 20).
Mercato Mediterraneo | Fiera di Roma | dal 23 al 26 novembre 2017 | www.mercatomediterraneo.it
a cura di Livia Montagnoli