Il mercato del futuro. Firenze modello vincente?
Ormai è diventata una formula di rito: “bello come il mercato di Firenze”. E sembra proprio che tra gli assessori al commercio e alle attività produttive di mezza Italia viga un rispetto quanto mai di buon auspicio nei confronti di quell'amministrazione fiorentina che, prestando il fianco all'iniziativa privata, è riuscita a riabilitare una struttura mercatale perché si trasformasse in un modello di business vincente. Un sistema talmente ben congegnato – e più pubblicizzato di altre operazioni ugualmente meritevoli - da imporsi come esempio virtuoso alla testa di un movimento spontaneo e trasversale che del mercato vorrebbe fare la cassa di risonanza della cultura gastronomica locale, il fulcro delle attività produttive legate alla filiera del territorio, un centro di condivisione e recupero delle tradizioni locali. E allora pronti, via, ecco cominciare il pellegrinaggio alla Mecca gastronomica di San Lorenzo per catturare con gli occhi i dettagli importanti, accettare consigli da chi ce l'ha fatta. Qualche mese fa era stata la volta del sindaco di Livorno e del suo assessore al commercio, ora lanciati in un ambizioso piano di riqualificazione che ha preso le mosse dallo storico mercato delle Vettovaglie. Ora – mentre anche a Roma, dove l'esempio da seguire è quello di Testaccio, ha debuttato il progetto Mercati d'Autore – al Mercato Centrale di Firenze è arrivata la delegazione di Pescara, nella persona dell'assessore Giacomo Cuzzi, inviato nel capoluogo toscano per creare sinergie e riportare a casa buone pratiche.
Piazza Muzii. La nuova movida pescarese
E l'amministrazione comunale della cittadina abruzzese affacciata sulla costa Adriatica fa già trapelare l'intenzione concreta di riabilitare il Mercato di piazza Muzii, la struttura che sin dal suo insediamento, il sindaco Marco Alessandrini aveva deciso di deputare al rilancio del quadrilatero tangente l'area pedonale di via Battisti, oggi meta della movida serale cittadina insieme alla zona di Pescara Vecchia. E così ai lavori di ristrutturazione sono seguiti i bandi per affidare nuove concessioni all'interno del mercato e il prolungamento degli orari di apertura oltre il consueto, almeno per una parte della galleria commerciale del piano superiore, che presto potrebbe trasformarsi in una grande food hall completamente dedicata alla filiera a km 0, per promuovere le specialità abruzzesi.
La vetrina Abruzzo e lo street food
“Un'intera area chiamata Abruzzo, che diventi vetrina di tutto ciò che la nostra biodiversità agroalimentare ed enogastronomica produce e dove sia possibile gustare tutte le nostre eccellenze. Un po' come accade con il mercato di Firenze che è divenuto il luogo più visitato della città e che con i suoi 3 milioni di ingressi ha picchi che lo pongono anche al di sopra degli Uffizi” si sbilancia l'assessore Cuzzi nel presentare alla stampa il progetto. Quel che è certo è che quattro imprenditori del settore sono già stati coinvolti per portare al mercato una pizzeria, due birrerie e un'attività legata alla produzione e somministrazione di pietanze e sfizi street food a base di pesce. Per ora i “locali” del piano terra aprono quando il mercato è già chiuso (l'orario continua a protrarsi dalle 6 alle 14), ma l'attivazione di un servizio di sorveglianza e le intenzioni più volte espresse dal Comune fanno ben sperare sugli esiti di una rivoluzione che coinvolga anche i banchi storici (magari con la creazione di nuovi parcheggi che favoriscano l'affluenza al mercato, come chiedono a gran voce da queste parti). Lo spazio c'è, i box da assegnare anche: nelle prossime settimane si procederà con i bandi per l'assegnazione del bar e degli altri banchi disponibili, nel rispetto della vocazione storica del mercato, che passa anche dalla risistemazione degli spazi per renderli più fruibili e dall'ideazione di un brand facilmente riconoscibile. E anche gli spazi limitrofi all'esterno della struttura saranno coinvolti nel processo di riqualificazione, con la realizzazione di aree adibite alla vendita e al consumo di prodotti tipici. Il modello è Firenze, la determinazione quella abruzzese.
a cura di Livia Montagnoli