Un’indagine del Washington Post potrebbe portare a un vero scandalo nel mondo della ristorazione veloce. Secondo un’analisi dei dati federali del giornale, l’industria dei fast food sta alimentando una serie di violazioni della legge sul lavoro minorile negli Stati Uniti. Tra i primi della lista, McDonald’s, Sonic e Chick-fil-A.
Il lavoro minorile negli Stati Uniti
Ragazzi di 13 anni, talvolta anche meno, costretti a lavorare fino a tardi, con turni massacranti, usando attrezzature potenzialmente pericolose. Gli adolescenti negli Stati Uniti possono fare dei lavoretti, ma dagli anni Trenta è in vigore una legge che vieta a persone sotto ai 15 anni di rimanere al lavoro oltre le 19, e non più di tre ore durante le sere infrasettimanali. L’inchiesta del Washington Post fa luce su un caso che purtroppo non è isolato: nell’ultimo decennio nel settore della ristorazione le violazioni di questa norma sono aumentate di quasi sei volte, secondo l’analisi del quotidiano.
Gli adolescenti dipendenti di McDonald's
Ma di che numeri parliamo? Oltre 4.700 minorenni avrebbero lavorato più del dovuto nei primi nove mesi del 2023, specialmente nei franchising. Secondo il quotidiano statunitense, nei McDonald’s si sono registrate una media di 15 violazioni ogni 100 negozi a partire dal 2020, ma anche le catene più piccole sono al centro dell’indagine: Slim Chickens, Marco’s Pizza e Tropical Smoothie Cafe hanno una diffusione molto meno capillare rispetto ad altri marchi statunitensi, eppure le violazioni commesse sono simili a quelle di McDonald’s.
Il non rispetto della legge non sembrerebbe una novità per il gigante del fast food: già a maggio 2023 il Guardian aveva riportato un’indagine del Dipartimento del Lavoro Usa, che aveva scoperto due bambini di 10 anni al lavoro in una sede del Kentucky, a volte fino alle 2 del mattino. E un totale di 305 minorenni che lavoravano oltre le ore consentite in quattro stati diversi. L’amministrazione Biden aveva lanciato allora un’iniziativa per reprimere i trasgressori, ma secondo il Washington Post il numero di investigatori federali incaricati di far rispettare le leggi è oggi al minimo storico.
Il lavoro minorile dopo il Covid
La punizione prevista dalla legge, in questo caso, è di una multa che può arrivare fino a 15.138 dollari per bambino (quasi 14mila euro), di più nel caso in cui i ragazzi dovessero riportare ferite o lesioni gravi. Sanzioni che, secondo il Dipartimento del Lavoro americano, non sono sufficienti a scoraggiare le aziende più redditizie a violare la legge.
Un problema che si è radicato sempre di più dopo il Covid, quando molte persone hanno scelto di abbandonare lavori con orari estenuanti per opportunità migliori, creando così molti posti liberi per gli adolescenti che, complici la crisi e l’inflazione, hanno colto al volo l’occasione per poter contribuire un po’ alle spese di casa, o quantomeno avere qualche soldo in tasca per non doverne chiedere ai genitori.