Masserie, antipasti faraonici e panzerotti. Ecco perché tutti vogliono sposarsi in Puglia

1 Mag 2024, 12:32 | a cura di
Il 2023 è stato un anno da record per il settore del destination wedding, il cui fatturato ha sfiorato gli 850 milioni di euro. E il matrimonio pugliese è diventato un modello che si esporta anche altrove

Nel 2023 la Puglia è stata la regione italiana più gettonata dagli stranieri che hanno deciso di sposarsi in Italia. Un anno da record per il settore del destination wedding, il cui fatturato ha sfiorato gli 850 milioni di euro. E la stagione che sta per cominciare segna già un segno positivo. Insomma, oltre al turismo, la Puglia è ormai meta conclamata di chi vuole sposarsi ed è pronta anche ad attraversare l’oceano pur di farlo qui. Basti ricordare, nel 2014, il matrimonio della figlia di un magnate indiano che scelse Savelletri (Fasano) per le sue nozze. Costo complessivo: oltre 10 milioni di dollari.

Gli stranieri scelgono la Puglia per sposarsi

Il successo di questa regione è sicuramente nell’offerta delle location: masserie, antichi casali, trulli, spiagge e sale ricevimento. Ma c’è un altro elemento che ha fatto innamorare soprattutto gli americani, gli inglesi e in generale i nord europei: il cibo. I piatti tipici, gli ingredienti semplici, la varietà delle proposte, la cura di ogni dettaglio rendono i matrimoni pugliesi unici. E se c’è una richiesta imprescindibile che accomuna tutti gli sposi è proprio l’attenzione al menu. Come spiega Giacomo Angelini direttore de Le Palme Beach Club di Monopoli (Bari): «Quando si organizza un matrimonio pugliese, c’è una grande differenza tra stranieri e italiani. I primi sono più focalizzati sui dettagli e sulla location e meno sul menu, semplicemente perché sanno perfettamente che qui si mangia benissimo e si fidano ciecamente delle nostre proposte. Gli italiani sono decisamente più esigenti su food e beverage. Gli stranieri chiedono quasi sempre piatti semplici della nostra tradizione, piatti che noi non inseriremmo mai nel menu del nostro matrimonio. Soprattutto sui primi c’è una differenza enorme: noi pretendiamo un primo importante quasi sempre a base di pesce, gli stranieri preferiscono piatti vegetali legati alla tradizione contadina».

Buffet vincente

L’elemento, però, che accomuna tutte le feste è il buffet degli antipasti, che deve essere vario e abbondante. «L’antipasto è il biglietto da visita, è il primo step e il più importante. Deve colpire gli ospiti ed è imprescindibile, da Nord a Sud. Gli sposi che vengono dall’estero, in particolare, impazziscono per i corner in cui si cucina al momento. Come l’angolo del casaro. Noi siamo ormai abituati alla sua presenza, ma per un americano o un tedesco, vedere come si prepara una mozzarella e mangiarla appena fatta è uno spettacolo per gli occhi e per il palato».

Sulla varietà e tipologia di piatti serviti nel buffet degli antipasti, ogni regione ha le sue tradizioni ma ci sono elementi quasi sempre presenti come affettati e formaggi, fritture, finger food vari, carpacci e piatti caldi. In Puglia non può mancare l’angolo del panzerotto o delle frittelle, altra attrazione per gli stranieri. Senza dimenticare la parte dedicata a focaccia, friselle, pettole, tielle (come la parmigiana o fave e cicorie), oltre al caciocavallo impiccato, la brace e a tutti latticini. A questo si aggiungono degustazioni di olive e frutta secca, calzoni di cipolla, pane di Altamura condito con semplice olio d’oliva e molto altro. Essenziale, per i pugliesi soprattutto, è l’angolo del pesce crudo che resta invece poco richiesto dagli stranieri.


Sul numero di portate, l’idea del matrimonio come abbuffata è sempre meno presente. L’attenzione a contenere gli sprechi e a realizzare una festa e non “una mangiata” sta prendendo piede anche nelle feste del Sud: «Ormai la tendenza è proporre un menu con buffet di antipasti, un primo, un secondo e buffet di frutta e dolci. Il secondo primo è sempre meno richiesto, a vantaggio di un antipasto più ricco che abbraccia i gusti di tutti». E i prezzi? Si va, in media, dai 150 ai 200 euro circa.

Il matrimonio pugliese si esporta in tutta Italia

Il successo del “matrimonio pugliese” lo reso ormai un modello da esportare. Lo sa bene Nicola De Bartolo, imprenditore barese a capo di una società di catering che organizza matrimoni (anche molto importanti) e in tutta Italia: «Da qualche anno abbiamo dato vita al progetto “La Puglia fuori regione”. Oltre agli eventi a cui ci dedichiamo qui, offriamo lo stesso servizio a chi non può sposarsi in Puglia ma desidera gustare il nostro cibo e vivere le nostre tradizioni. Abbiamo realizzato matrimoni pugliesi in tutta Italia, da Firenze, a Bologna, da Roma a Sorrento».

I menu sono sempre diversi, con alcuni elementi comuni: i piatti della tradizione. «L'idea è quella di emozionare, anche attraverso il cibo e di accogliere gli ospiti con il calore che la nostra regione sa offrire. Gli stranieri, in particolare, - spiega De Bartolo - amano la cucina mediterranea, quei piatti che chiamiamo “poveri”. Dall’estero arrivano sempre più richieste di piatti vegetariani e vegani, che trovano nella cucina contadina e nei prodotti pugliesi della terra, davvero tante proposte». E i dolci? «Anche i dessert, ove possibile, li prepariamo davanti agli ospiti, come cannoli o piccoli krapfen farciti e serviti, i gelati e le granite e molto altro». Immancabili anche i dolcetti di mandorla, che in Puglia si regalano insieme alla bomboniera. Ma ce un dessert sempre più richiesto, per chiudere in dolcezza: il pasticciotto leccese in ogni sua variante.

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