Cuba: una nuova frontiera da esplorare. E l'Italia c'è
Un trio delle meraviglie pronto a sbarcare a L'Avana. Per dir la verità le parole che in queste ore rimbalzano con più frequenza sul web circa il progetto gastronomico che sta già facendo sognare la stampa di settore rasentano il limite tra ambizione e realtà: sogno, ideale, persino follia, ma di quella sana che garantisce alle menti più intraprendenti di abbattere le barriere culturali e i confini geografici. Condensando un desiderio tutt'altro che effimero dove si è aperta quella nuova entusiasmante frontiera da esplorare che è l'orizzonte cubano post 17 dicembre 2014, data storica del disgelo con gli USA annunciato da Barack Obama e Raul Castro.
E l'Italia, almeno quella gastronomica attraverso il suo più carismatico ambasciatore, Massimo Bottura (lungimirante come sempre: “Cuba sarà la nuova destinazione dei prossimi dieci anni”, ha dichiarato accettando la sfida), sembra pronta a schierarsi tra i pionieri della prima ora. Come peraltro sta già succedendo nel mondo dell'arte contemporanea, con la nostra galleria Continua di San Gimignano tra le prime ad annunciare un programma di eventi a L'Avana.
L'idea. Il ristorante sulla spiaggia del trio Bottura, Aduriz, Olvera
Ma torniamo a concentrarci sulle potenzialità che un nuovo importante mercato come quello di Cuba può prospettare al mondo della ristorazione. Quella che conta, fatta di nomi che pesano sulla scena internazionale e portano con sé l'identità gastronomica di interi Paesi. Loro sono Massimo Bottura, Andoni Luis Aduriz del Mugaritz di San Sebastian, Enrique Olvera del Pujol di Mexico City, considerato da molti il miglior rappresentante della cucina messicana (che circa un anno fa ha debuttato a New York con l'apertura di Cosme).
Insieme, raccogliendo uno spunto lanciato su Twitter a novembre 2014 da Aduriz (che già prospettava un golpe in partnership con Olvera per aprire un ristorante a L'Avana), porteranno avanti un progetto di ristorazione trasversale, in grado di riunire stimoli italo-spagnol-messicani nella proposta di un locale che per ora esiste solo nei sogni dei tre chef, ma già denuncia la volontà di divertirsi, accantonando l'etichetta e la cucina formale per riscoprire sull'isola uno spirito informale, colorato, senza filtro, proprio come immagineremmo un ritrovo sulla spiaggia con musica dal vivo, buon cibo e bella compagnia.
La prima spedizione. A dicembre sull'isola
Il trio ha già annunciato la data della prima “spedizione” per visionare potenziali locali e capire come approcciarsi al mercato locale e alla scarsità di materia prima (importata principalmente dal Canada). La partenza è in programma per dicembre, poi si tratterà di circoscrivere con più precisione l'idea di base che somma Pasta, pinchos y tacos (come potrebbe chiamarsi il ristorante). E i desiderata quali sono? Uno spazio vista mare, magari sulla spiaggia, tavoli sociali, atmosfera rilassata. Qualche giorno fa Olvera ha rivelato la possibilità di interfacciarsi con un investitore cubano o magari aprire all'interno di una struttura alberghiera. Ma non si esclude l'idea di un progetto indipendente. Non resta che aspettare, consapevoli, per una volta, di essere in prima linea.