Il futuro di Marzia Buzzanca
Sarà l'estate a tenere a battesimo l'esordio di Marzia Buzzanca tra i vigneti altoatesini che costeggiano la Strada del Vino. Lei porterà con sé l'entusiasmo di un nuovo progetto e l'energia di una professionista che ha imparato a convivere con la precarietà di un percorso che non è stato facile, trasformando in opportunità le prove che la vita le ha messo davanti. Con la famiglia rientrata in Italia da Tripoli quando Gheddafi chiuse le porte della Libia agli italiani, Marzia è cresciuta in Abruzzo, a Teramo, prima di scegliere L'Aquila, per intraprendere una strada che le ha dato molte soddisfazioni: la sua storia di tenacia l'abbiamo raccontata in passato, alla vigilia del trasloco che tre anni fa (alla fine di febbraio 2016) segnava l'ennesima ripartenza di un progetto sempre un po' nuovo perché frutto di una capacità di adattamento fuori dal comune, ma in fondo mai troppo diverso da se stesso, non nella sua essenza, perché espressione della sensibilità e della complessità di Marzia.
Percorsi di Gusto. Dai Tre Spicchi alla chiusura
Nello stesso anno, a qualche mese dalla (ri)apertura in viale della Croce Rossa dopo l'abbandono forzato del centro storico, i Percorsi di Gusto di Marzia conquistavano per la prima volta i Tre Spicchi sulla guida Pizzerie d'Italia del Gambero Rosso. E così è stato un anno dopo l'altro, finora, a testimoniare l'unicità di una proposta gastronomica che è diventata simbolo di un territorio ancora in cerca del suo riscatto. Alla fine di aprile, però, l'attività chiude i battenti. Nell'annunciarlo, Marzia è serena, anche se la decisione è stata sofferta: “Da un anno elaboravo la possibilità di cambiare, il 21 marzo compirò 55 anni, mi sono fatta un regalo. Non rinnego i sacrifici che ho fatto e rifarei uno a uno, ma c'è anche il desiderio di vivere in serenità, intraprendere una nuova esperienza che mi consentirà di dare di più, e anche ricevere in cambio. È la qualità della mia vita che voglio migliorare: il lavoro è sempre faticoso, ma cercavo un posto che mi permettesse di costruire qualcosa. Sarà una bella sfida, e una grande opportunità. Ma spetterà a me far innamorare le persone del progetto, convincerle a venirci a trovare, anche lontani da un grande centro”.
Il futuro in Alto Adige. Vino, pizza, cucina
Sono parole che pesano, pronunciate però con la consapevolezza di chi è soddisfatto per il lavoro fatto sin qui, pur rammaricato per quanto (non) succede intorno: “Ho pensato molto all'idea di abbandonare L'Aquila. In Alto Adige ho già lavorato nel 2009, dopo il terremoto (nella trasferta al Nord che le ha fruttato anche l'esperienza con Simone Padoan, avviando il suo percorso nel mondo della pizza, a proposito di saper trasformare gli ostacoli in opportunità, ndr). Da giugno tornerò lassù, con l'intenzione di realizzare un sogno, nella terra del vino, la mia prima passione. Dopo 10 anni, quando hai dato tutto, è comprensibile avere il desiderio di pensare un po' alla propria serenità”. Come? Iniziando dal ritrovare le proprie radici, come ai tempi di Vinalia, quando da sommelier e cuoca patronne Marzia guidava la sua prima attività in proprio a L'Aquila, enoteca e ristorante nel segno di due passioni cresciute in parallelo, per vino e cucina.
Ecco, il nuovo progetto di Marzia Buzzanca – che per ora si riserva di mantenere il segreto sulla destinazione precisa, nel rispetto di un accordo con una nota realtà vinicola altoatesina – le permetterà di tenere insieme tutto questo, senza trascurare la pizza (come la Jotta, un suo cavallo di battaglia che propone in occasione della serata romana da Sbanco, con Stefano Callegari, appena conclusa: un omaggio alla cucina povera dell'Abruzzo, con scamorza affumicata, patate, alici sotto sale, timo e pangrattato, a ricordare la tiella di alici e patate tipica del litorale abruzzese): “Il primo amore non si scorda mai, e certamente avrò occasione di riscoprirmi più versatile, circondata da vigneti e grandi vini. Ma della pizza non saprei più fare a meno, perché ha arricchito la mia vita e mi ha dato molte soddisfazioni. Quindi la porterò con me, come i prodotti del territorio abruzzese, che ho intenzione di continuare a sostenere anche a distanza. È importante sostenere L'Aquila, in questo momento più che in passato”.
Un augurio per L'Aquila
L'amarezza di lasciare una città che cerca di resistere fra mille difficoltà, infatti, resta: “Ma voglio precisare, non ho mai detto che L'Aquila è finita. Le parole contano, e in questo caso fraintendere non fa bene a nessuno. La città è più in difficoltà oggi che dopo il terremoto, dovremmo iniziare a essere più obiettivi. Oliviero Toscani mi disse diversi anni fa: 'Voi aquilani avete come un dito davanti agli occhi, che vi copre la realtà'. Noi ci siamo offesi un po' tutti, ma aveva ragione. Molte imprese del territorio hanno chiuso, non abbiamo più la squadra di rugby, L'Aquila Calcio è fallita, pochi giorni fa anche il sindaco ha dato le sue dimissioni. Sono segnali che non possiamo ignorare, nascondere la situazione non serve a proteggere L'Aquila, che è una città sfinita, non finita. E per questo dovremmo cercare di accudirla e proteggerla. Farci sentire”.
Lei, dal canto suo, guarda al futuro, “senza piangere del passato”. Fino al 30 aprile accoglierà gli ospiti da Percorsi di Gusto, seguirà un breve periodo di transizione, prima del trasferimento al Nord. Un rammarico? “Avrei voluto lasciare l'attività a qualcuno capace di raccoglierne il testimone, ma ci vuole tanto sacrificio per continuare un lavoro così. E non è facile. Per questo Percorsi di Gusto chiuderà, ma questi anni così importanti li porterò con me”. Dove lo scopriremo presto.
a cura di Livia Montagnoli