Il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Ue non poteva certo cambiare le sorti del vino. Anche se le attese erano molte e diverse, a partire dai temi più sentiti dalla filiera come quello sui diritti di impianto dei vigneti e sulla assegnazione dei domini internet .wine e .vin da parte di Icann.
Tracciare un bilancio esclusivamente vinicolo del periodo 1 luglio/31 dicembre significa dire che le cose non sono cambiate e che si è raccolto poco. Infatti, da un lato, l'Italia non è riuscita a ottenere la modifica (ovvero la proroga dei tempi) dell'atto delegato che fissa al 31 dicembre 2015 la data entro cui si possono commercializzare i diritti in portafoglio (entro marzo la norma comunitaria dovrebbe essere pubblicata); e, dall'altro, ha portato all'attenzione dei lavori del Consiglio, con il ministro Maurizio Martina, il tema della protezione delle Ig del vino sul web ma senza particolari risultati, visto che ad oggi la situazione con Icann è di stallo. È anche vero che il semestre italiano è caduto in un periodo di transizione istituzionale, l'insediata della nuova Commissione Junker. E, come accade in questi casi, tutto diventa più difficile.
Per l'agricoltura nel suo complesso, il semestre ha prodotto risultati che lasciano il ministro soddisfatto, con diversi dossier su cui la presidenza italiana ha operato: il ricambio generazionale con il documento approvato a favore dei giovani (credito, facilitazioni all'acquisto dei terreni per gli under 40 e l'erasmus); l'ottenimento dalla Commissione di 300 milioni per i produttori (ortofrutta e caseario) colpiti dalle conseguenze dell'embargo russo; il pressing italiano sulla Commissione che ha evitato il taglio di 400 milioni dal bilancio agricolo Ue; il dossier sul biologico (che è ancora in fase di bozza); il via libera al regolamento sulla promozione dei prodotti agricoli (vino incluso) nel mercato interno e nei Paesi terzi. "Abbiamo fatto scelte" ha commentato Martina "che guardano al futuro".
a cura di Gianluca Atzeni