Annunciato nei giorni scorsi un grande cambiamento per uno dei più noti ristoranti campani, di proprietà del gigante del mondo vitivinicolo irpino: dal primo febbraio riaprirà con una proposta di cucina rinnovata e una nuova insegna, San Gregorio, in un sistema olistico che racchiude produzione vinicola, cucina e ospitalità sotto il marchio Borgo San Gregorio.
L’epopea di Marennà
Anno 2004. Per la prima volta Marennà, l’insegna della cantina irpina Feudi di San Gregorio, compare nella guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso: questo ristorante nel verde, tra boschi e vigneti, già sorprende, tra prodotti locali, buona cucina e vini aziendali.
Dal 2007 arriva Paolo Barrale, chef siciliano che in Irpinia si radica alla perfezione e nel 2009 conquista anche la Michelin, portando una stella tra le contrade di Sorbo Serpico. Design contemporaneo – che caratterizza tutta la struttura vinicola – e una cucina che, di anno in anno si fa più interessante, rendono il locale un solido riferimento per più di un decennio, fino 2018. Feudi di San Gregorio è diventato un gigante vinicolo, viene deciso un periodo di chiusura del ristorante, che equivale a una ristrutturazione profonda negli spazi e nella proposta: Paolo Barrale lascia (oggi è all’Aria Restaurant di Napoli), l’insegna riapre nel 2020 con lo chef Roberto Allocca e la consulenza del romano Marco Gallotta.
Campanaro, Vigneto Pietrascilonga, Irpinia Bianco DOC, Feudi di San Gregorio
Il nuovo Borgo San Gregorio
Arriviamo al presente. Con una nota ufficiale è Antonio Capaldo, Presidente del Gruppo Tenute Capaldo, ad annunciare i cambiamenti. Dopo la chiusura stagionale, dal primo febbraio il locale al primo piano della cantina riapre con una nuova insegna, che rafforza tutta l’offerta di ospitalità del Borgo San Gregorio, un sistema integrato di accoglienza tra azienda vinicola, ristorante, camere (dodici, divise in due dimore immerse tra le vigne), spazi per degustazioni ed eventi. I cambiamenti sono prima di tutto in cucina: Roberto Allocca va via (si sposta all’Hotel Le Agavi di Positano), arriva un giovane e talentuoso chef, Danilo Uva. «Dopo vent’anni di successi salutiamo l’esperienza di Marennà che, grazie alla visione pioneristica di chi lo ha concepito e del tanto lavoro svolto in questi anni, ha rappresentato un riferimento importante sia per il design innovativo di Lella e Massimo Vignelli, sia per l’enogastronomia del Sud Italia» commenta Capaldo. «Con il nuovo ristorante puntiamo ad alzare ancora di più l’asticella verso l’eccellenza in un contesto gastronomico che è profondamente mutato, all’insegna di una maggiore semplicità capace di esaltare le materie prime, in primis provenienti dall’orto aziendale».
L’orto
L'orto di San Gregorio, che sorge sulla collina di fronte alla cantina, si può ammirare dal terrazzo del ristorante ed è la chiave di volta, insieme ai piccoli produttori scelti come fornitori: dal principio del suo ingresso nella squadra dei Feudi è il punto di orgoglio di Marco Gallotta, chef che, in veste di consulente, continua la sua collaborazione con il ristorante irpino. Condotto secondo i principi dell'agricoltura organica e rigenerativa, l'orto garantisce ortaggi, frutta ed erbe aromatiche a una cucina che diventa sempre più centrata sui vegetali e sulle stagioni. La squadra sarà guidata dal giovane irpino Danilo Uva, nuovo Executive Chef (in arrivo dal Giardino Eden di Ischia). Secondo quanto comunicato dall’azienda, Uva ha grande amore per il territorio e le sue materie prime e ha sposato da subito il progetto e la forte connessione tra la cucina e l’orto aziendale.
Borgo San Gregorio – loc. Cerza Grossa – Sorbo Serpico (AV) - borgosangregorio.com
