È giusto il posto che non ti aspetti, lungo la strada interna che mena verso l’ultimo tratto della costa flegrea dove diventa tutt’uno con il litorale domitio (qui per conoscere i vini dei Campi Flegrei). C’era di giorno una pescheria, messa su dal papà, con un bel banco di esposizione, le vasche per i crostacei e qualche tavolino apparecchiato la sera per consumare velocemente un’insalata di polpo o una zuppa di cozze. Ora ci trovi il dehors trasformato, alla meglio, in veranda con le pareti in legno; pochi tavoli apparecchiati con cura e in modo informale; le sedie variopinte che ravvivano l’ambiente; un barcone da pesca che fa da scena; un’atmosfera accogliente e familiare; un servizio puntuale. E buona cucina. Aveva poco più di tredici anni quando chiese a suo padre di stare insieme a lui tra i fornelli del ristorante dove lavorava per imparare a cucinare. Ma non gli fu permesso e così, a malincuore, cominciò a studiare informatica. La cosa è durata sì e no un paio d’anni, e poi fu trovato il compromesso: finite le lezioni poteva cominciare a spadellare per apprendere qualche rudimento e sentirsi grande. Più o meno questa è la storia che porta Gianluca Rea, 26 anni, a realizzare il suo sogno: fare squadra con il suo papà Vincenzo, una vita da cuoco tra i tanti ristoranti flegrei conclusasi dietro al bancone; coinvolgere la fidanzata Martina nel governo della sala e aprire, al posto della pescheria, questo bistrot, dove mettere ordine ai suoi propositi e cominciare a dare concretezza alla sua idea di cucina.
Un inizio non semplice, un po’ tormentato, reso difficile dal posto che non si trova sul mare e non ha un panorama incantevole, e anche da una clientela di prossimità esigente e soprattutto affezionata ai piatti della tradizione marinara. Ecco allora la sfida: perfezionare la sua esperienza di autodidatta con stage di approfondimento delle tecniche; e, man mano, inserire tra una portata e l’altra quel piatto che, un po’ per il tocco creativo, un po’ per la spinta fusion, potesse piacere e sorprendere.
Che cosa si mangia a La Marea blu
Innanzitutto la materia prima, selezionata con cura dal papà tra il pescato del giorno e da fornitori di fiducia. Può capitare tra le mani una cernia o un tonno, una ricciola, un dentice, uno scorfano e allora si può scegliere la cella della frollatura, la creazione dei “Salumi di mare” , la costruzione di piatti lungo la linea dei crudi o della classicità.
Nascono così gli antipasti, proposti peraltro nella degustazione “Ricordi” in grado di rappresentare un percorso completo, come il trancio di “Pizza nel ruoto” ai sette cereali con pomodori dry, origano, alici marinate, profumo di friarielli; il “Polpo anni 80” condito con limone, olio all’aglio e prezzemolo; la “Cassuola” con polipetto verace e pomodoro datterino; il “Mc Bistrot” cioè nuggets di baccalà fritto e friarielli; "Salmon, pears and cinnamon" la brunoise di pere alla cannella con salmone frollato.
E la scenica “Solfatara erutta”, servita con affumicatura sotto la cloche di vetro, il tributo ai “Campi Flegrei”. È una montanara fritta con impasto al carbone vegetale, ragù di peperoni, tonno rosso frollato, sale lavico.
Poi ci sono i piatti della tradizione pura, ma dai nomi fantasiosi, quelli, insomma, con l’impronta del veterano papà e con la verve creativa di Gianluca come "Seppia al quadrato" gli spaghetti quadrati al nero di seppia e con seppie o "Paracentrotus lividus" la linguina con ricci di mare e polvere di prezzemolo, oppure "Brutta ma buona" i paccheri con rana pescatrice. Da non perdere. Una piccola selezione di vini flegrei, qualche bollicina interessante. E tanta semplicità. Il giusto mix per stare bene.
Bistrot La Marea blu - Giugliano in Campania (Na) via Ripuaria, 379 - loc. Varcaturo
tel. 3894442454 - bistrotlamareablu.it