Mangiare a New York. Le migliori aperture del 2016 per il NYT, con la cucina italiana di Lilia

21 Dic 2016, 11:00 | a cura di

Dieci tavole, una top ten del cuore stilata dal critico gastronomico del New York Times, Pete Wells, selezionando le insegne più convincenti tra quelle aperte negli ultimi dodici mesi nella Grande Mela, dove convivono un gran numero di tendenze e cucine nazionali. La classifica del 2016 ne è la conferma, tra Francia, Italia, Perù e Nordic Cuisine. 


Le stelle del New York Times

Per chi durante le feste imminenti dovesse avere la fortuna di atterrare a New York, magari per festeggiare l'ultimo dell'anno con gli occhi rivolti al count down di Ground Zero, ma anche per tutti gli appassionati di buona cucina ed esperienze gastronomiche da ricordare, il New York Times stila una classifica di fine anno, che allinea i migliori assaggi del 2016. I critici gastronomici del quotidiano più celebre della Grande Mela seguono le sorti della ristorazione cittadina in modo assiduo e capillare, dispensando ai più meritevoli un numero di stelle da 1 a 4, in base al livello di gradimento per cucina, ambiente e servizio. La classifica che chiude l'anno, stilata da Pete Wells, pesca a piene mani dalle recensioni degli ultimi mesi, ma è pure un bilancio delle aperture che più hanno influenzato il panorama gastronomico newyorkese, a cominciare dal progetto Le Coucou, un nuovo modo, meno compassato e azzimato, di intendere la cucina francese che tante grandi tavole cittadine interpretano secondo la formula più canonica del genere.

Foto di Evan Sung

Le 10 migliori aperture del 2016. Sul podio anche la pasta di Lilia

L'insegna dello chef Daniel Rose (ce lo ricordiamo con grande gioia allo Spring di Parigi), invece è più giovane, informale, democratica, tanto nella rivisitazione dei grandi classici francesi quanto nella selezione di vini che esulano dalla solita carta di etichette esclusive vendute a caro prezzo. E questo gli permette di scalare la classifica 2016 del NYT, fino a raggiungere la vetta. Sul secondo gradino del podio, invece, sale la nuova insegna italiana di Williamsburg, Lilia: ideatrice e chef del concept inaugurato lo scorso marzo è Missy Robbins, che ha saputo conquistare la città con proposte semplici e ben eseguite, tra paste fresche, bagna cauda, sarde alla griglia e costolette d'agnello alle erbe. Segue sul podio la cucina di Mr. Donahue's, tavola calda economica e dal gusto retrò, in sala come in cucina. Per mangiare bene, spendendo poco.

Il resto della classifica pesca tra svariate suggestioni, tendenze e cucine nazionali che convivono in una metropoli gastronomica poliedrica come New York, dal menu a base di pollo del francese Le Coq Rico al Flatiron District alla food hall del Grand Central Terminal tutta dedicata alla Nordic Cuisine (Agern di Claus Meyer). E di cucina d'autore in arrivo dal circolo Artico parla anche la tavola di Aska, premiata dalla Michelin con il raddoppio della stella a seguito del recente trasloco, e tra le insegne preferite pure da Pete Wells. Ma c'è spazio anche per il cibo cinese di Hao Noodle and Tea by Madam Zhu's Kitchen, per la cucina dell'orto a km 0 di Olmsted (in cucina lo chef Greg Baxtrom, ex Alinea), la proposta peruviana d'autore di Llama Inn e del suo chef Erik Ramirez.

 

La top 10

Le Coucou

Lilia

Mr. Donahue's

Le Coq Rico

Agern

Aska

Hao Noodle and Tea by Madam Zhu's Kitchen

Gunter Seeger NY

Olsted

Llama Inn  

 

a cura di Livia Montagnoli

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